Raee: il rapporto sostenibilità 2011 del consorzio Ecodom
Il Consorzio per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche fa il punto della situazione nel 2011: 86mila le tonnellate di Raee raccolte, oltre 74mila quelle di materie prime ricavate. Giorgio Arienti (Ecodom): “benefici anche dal punto di vista del risparmio energetico”. Sonia Cantoni (Amsa): “differenziata sui Raee allo 0,5% a Milano”
19 June, 2012
di Ginevra Carafa
«In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma», dice il primo principio della termodinamica. Per quanto incredibile, lo si può applicare anche a lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, forni. I voluminosi elettrodomestici che tutti possediamo devono per legge essere riciclati e trattati per diventare «materie prime seconde», pronte per essere riutilizzate una volta depurate da sostanze nocive. La normativa italiana prevede che ad occuparsi dello smaltimento e recupero dei Raee (Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) siano le stesse società che le producono, organizzate in sistemi collettivi. Tra questi, uno dei più attenti alla mission ambientale è il Consorzio Ecodom. Che martedì 19 giugno ha reso noto a Milano il suo “Rapporto sostenibilità 2011”.
Al Teatro Litta - presentatore d’eccezione Albertino di Radio Deejay, ospite d’onore il comico Paolo Cevoli - il presidente di Ecodom Paolo Zocco Ramazzo e il direttore generale Giorgio Arienti hanno snocciolato dati sul tema. Oltre 86mila tonnellate di Raee raccolti: il 33 per cento del totale raccolto in Italia, con un trend in crescita del 6 per cento. E 74272 tonnellate di materie prime seconde ricavate: non l’equivalente della quantità di partenza, ma quasi. Un beneficio anche dal punto di vista energetico: «Parliamo di un risparmio di energia di circa 158 milioni di KWh, l’equivalente del consumo domestico di una città attorno ai 140mila abitanti, come Salerno», spiega Arienti.
E risparmio energetico vuol dire anche riduzione delle immissioni in atmosfera di anidride carbonica. «Degli obiettivi che l’Italia deve raggiungere in base al Protocollo di Kyoto non si parla più, ma l’attività di Ecodom ha evitato l’immissione in atmosfera di 1,46 milioni di tonnellate di CO2. Per assorbire la stessa quantità in un anno ci vorrebbe un bosco grande quanto la provincia di Asti», continua il direttore generale.
Ma come si arriva a questa trasformazione importante a partire da una vecchia lavatrice, da un forno arrugginito, da un frigorifero di trent’anni fa? L’iter è lungo e passa per le aziende che gestiscono la raccolta di rifiuti nei vari comuni, alle quali i cittadini si devono rivolgere per dare via gli elettrodomestici vecchi. Sonia Cantoni, presidente di Amsa Milano, spiega che in città «vengono prodotte circa 700mila tonnellate di rifiuti all’anno». Dentro ci sono anche i Raae.
Per ora le tonnellate di Raee raccolti da Amsa al centro di raccolta o dagli ingombranti è pari allo 0,5 % del totale dei rifiuti.
Una volta che l’elettrodomestico usato arriva al centro di raccolta del Comune, viene ritirato da Ecodom, che lo sottopone ad un trattamento primario e poi ad una messa in sicurezza per eliminare oli, gas, tracce di mercurio e altri elementi tossici. Eppure sono ancora molti i cittadini che, invece di passare per le aziende preposte, vanno a buttare in qualche campagna. Provocando enormi danni all’ambiente. Per questo Ecodom, insieme a Legambiente, ha dato vita a “RaeePorter”: un sito (www.raeeporter.it) dove ogni cittadino è chiamato a segnalare, attraverso i propri scatti, i vecchi elettrodomestici scaricati dove non dovrebbero. «Abbiamo ricevuto migliaia di foto – racconta Andrea Poggio, presidente di Legambiente Innovazione – e il sistema funziona: dopo la denuncia, spesso i rifiuti vengono rimossi».