Lo smog a Bruxelles: si prepara la revisione delle politiche dell’UE
Le richieste del position paper presentato dalle 12 Regioni firmatarie dell’Air Quality of Regions (tra cui Piemonte, Lomabrdia, Veneto ed Emilia Romagna) e le considerazioni del Commissario Potocnik: “Ci rendiamo conto che alcune Regioni devono affrontare problemi persistenti nella lotta allo smog. Ma temo che alcune delle misure messe in campo abbiano in realtà efficacia limitata”
28 June, 2012
Lo smog è arrivato a Bruxelles, in una “boccata d’aria fresca”: la conferenza del 26 giugno A breath of fresh air, organizzata dall’Air Quality Initiative of Regions è stata l’occasione per fare il punto sulle politiche di contenimento degli inquinanti in sede europea. Politiche da rivedere, come ammette lo stesso Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, perché per quanta strada sia stata fatta nella lotta agli inquinanti la situazione è tutt’altro che positiva. “Siamo stati in grado di ridurre la quantità degli inquinanti con buoni risultati nel corso degli anni. Il biossido di zolfo è calato dell’80% dal 1990 ad oggi e siamo stati capaci di dimostrare che crescita economica e inquinamento non devono necessariamente viaggiare assieme. Eppure la qualità dell’aria resta scadente in molte regioni d’Europa, e la cosa più preoccupante è che in queste zone si concentra il 20% della popolazione europea. Vale a dire che più di 15 milioni di persone sono quotidianamente esposte a concentrazioni di polveri che superano i limiti che abbiamo previsto: limiti che sono stati stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità…”.
Soglie limite basate sull’”evidenza sanitaria”
E proprio sul legame tra inquinanti atmosferici e salute si gioca anche parte delle richieste delle 12 regioni firmatarie dell’AIR (Baden-Württemberg, Catalunya, Greater London, Hessen, North Rhine-Westphalia, Randstad, Vlaanderen e le italiane Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), che nel position paper presentato all’UE evidenziano l’esigenza di semplificare il sistema delle soglie limite per focalizzare l’azione “dove si presentano più rischi per la salute”. In particolare, le regioni propongono che “La selezione dei valori limite debba essere determinata dall’evidenza sanitaria”. Evidenza che nella realtà dei fatti non è sempre facile dimostrare, e tantomeno quantificare: per fare un esempio, è indubbio che le polveri sottili siano pericolose aggravanti delle patologie respiratorie; ma chi ha mai letto su un referto medico “morto per smog”?. Insomma, dietro una considerazione all’apparenza quasi inattaccabile rischia di annidarsi un abbassamento della guardia.
Il sistema degli Euro standard: “da rivedere”
Secondo le Regioni firmatarie ci si attendevano grandi risultati dal rinnovamento del parco auto - accelerato in molti Paesi anche dall’istituzione di Low Emissions Zone, aree in cui l’accesso viene consentito solo alle auto meno inquinanti - ma questi sarebbero stati al di sotto delle aspettative. Un punto da tenere in considerazione dunque, sia per una revisione degli Euro standard sia quando si propongono le limitazioni al traffico, che dovrebbero essere, riassumendo, “ragionevoli e proporzionate alle possibilità di successo”. Fra le righe si profila anche l’aspetto economico: la sostituzione dei mezzi più inquinanti non avviene a costo zero e per i firmatari le ricadute in campo industriale non andrebbero sottovalutate. (Si veda anche quanto dichiarato dall’Assessore all’Ambiente della Regione Lomabardia Marcello Raimondi).
Quanto influiscono meteo e clima sullo smog?
Infine, fra le varie considerazioni presentate dalle Regioni, una riguarda il ruolo giocato dai cambiamenti meteo-climatici, in grado di influire in modo significativo sulle medie e sul numero di sforamenti nell’arco dell’anno. Prendere in esame un intervallo di tempo più lungo permetterebbe di valutare meglio il reale andamento degli inquinanti.
“Nessuno si salva da solo”
Questo è il succo dell’ultima richiesta delle Regioni alla Commissione: fare gruppo, favorire – anche attraverso i finanziamenti - la collaborazione tra le Regioni nella lotta agli inquinanti, in particolare quando si tratta di zone confinanti: lo smog non conosce frontiere, e per combatterlo bisogna adottare provvedimenti condivisi, con una visione dall’alto.
Nel frattempo però dei provvedimenti efficaci devono essere intrapresi comunque, sia a livello locale che nazionale, come ha ricordato Potocnik, che se da un lato ringrazia e promette di tenere in considerazione i suggerimenti delle Regioni, dall’altra ammonisce: “Apprezziamo i vostri sforzi per migliorare la qualità dell’aria nelle vostre regioni e ci rendiamo conto che alcune di queste oggi si trovano ad affrontare problemi persistenti nel tentativo di restare al di sotto dei limiti previsti dalle direttive europee. Ma sono preoccupato dal fatto che alcune delle misure, nazionali e locali, messe in campo abbiano in realtà un’efficacia limitata”.
Scarica il position paper delle Regioni
Il testo completo del discorso del Commissario Potocnik