Smog, la Procura di Milano chiede l'archiviazione dell'inchiesta: "E' stato fatto tutto il possibile"
Nel 2009 il Codacons chiese l'apertura di un'inchiesta sullo smog in Lombardia, per accertare che gli enti locali stessero adottando tutte le misure possibili nella lotta allo smog. Tre anni dopo la risposta della procura di Milano: "Nessuna omissione". Ad influire negativamente sulla situazione sarebbero le caratteristiche climatiche ed orografiche della regione. Tutti i documenti dell'inchiesta
02 July, 2012
Per la Procura di Milano l'inchiesta sullo smog voluta dal Codacons va archiviata: non esistono provvedimenti idonei che Palazzo Marino, la Provincia di Milano o la Regione Lombardia avrebbero potuto adottare per risolvere - o perlomeno migliorare - la qualità dell'aria. Alla base della richiesta di archiviazione, tre consulenze tecniche svolte nel 2009 che rendono vana l'ipotesi di reato di omissione di atti d'ufficio per la quale lo stesso anno erano stati indagati Letizia Moratti, allora sindaco di Milano, il presidente della Provincia Guido Podestà, il suo predecessore Filippo Penati, il presidente della Regione Roberto Formigoni e il sindaco di Legnano Lorenzo Vitali.
Secondo gli esperti consultati dalla Procura, i livelli di inquinamento atmosferico rilevati in Lombardia sarebbero paragonabili a quelli registrati in altre aree europee, e ad influire negativamente sulla situazione sarebbero le caratteristiche climatiche ed orografiche della regione. (Posizione che, fra l'altro, sta alla base delle richieste dell'AIR position paper, il documento con il quale 12 regioni europee fra cui la Lombardia chiedono alla Commissione Europea di tener conto delle particolari difficoltà che si trovano a dover affrontare nella lotta allo smog).
La reazione del Codacons
L'inchiesta era stata aperta a seguito degli esposti presentati nel 2007 da Codacons, il Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori,che annuncia battaglia legale. "Ci sembra incomprensibile - ha dichiarato il presidente Marco Maria Donzelli - come alla conclusione a cui sono arrivati i giuristi del Codacons e quelli del Gip, non sia arrivata anche la Procura della Repubblica. Infatti il ragionamento ci pare molto semplice: quando vengono superati i 35 giorni di inquinamento in un anno per le polveri sottili, automaticamente si individua una omissione da parte degli organi preposti alla tutela della salute dei cittadini. Altre interpretazioni non ci possono essere".
Nella richiesta di opposizione all'archiviazione il Codacons, tra le altre cose, evidenzierà il fatto che per l'Organizzazione Mondiale per la Sanità i gas di scarico dei motori diesel causano il tumore ai polmoni negli essere umani. Non si parla più, cioè, di "probabilmente cancerogeno". Il tumore è diventato una certezza.
Il comunicato stampa di Codacons
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In allegato la documentazione completa dell'inchiesta.