Allarme Legambiente Lombardia: in aumento i livelli di ozono nelle province lombarde
Con l’eccezione della provincia di Sondrio, i rilevamenti di fine giugno hanno riacceso l’allarme ozono come diretta conseguenza di caldo e traffico automobilistico. Picchi del gas si sono registrati nel milanese e nel mantovano
05 July, 2012
La denuncia di Legambiente Lombardia ha riacceso il dibattito sull’inquinamento da ozono (O3) e sulle politiche di mobilità e di contrasto allo smog. Secondo i dati diffusi da Legambiente Lombardia in quasi tutte le province lombarde a fine giugno sono state superate più volte le soglie di attenzione del rilevamento d’ozono. La soglia di attenzione per legge è di 180 mg/m3 e le zone di Meda (227) e Mantova (228) hanno registrato i valori più alti. La soglia di allarme per gli effetti dannosi sulla salute si pone a 240 mg/m3. Tutta l’area nord e nord/est di Milano, legata al traffico automobilistico della direttrice autostradale A4, è risultata particolarmente inquinata dall’ozono. Il successivo cambiamento climatico e le ultime precipitazioni piovose hanno ridotto l'allarme, ma nuovi picchi sono prevedibili come diretta conseguenza dell'innalzamento delle temperature. Per un costante monitoraggio si può consultare il sito dell'Arpa Lombardia.
L’inquinamento da ozono è una diretta conseguenza della reazione chimica derivante dal caldo congiunto alle emissioni di tutti i motori a combustione. Le temperature elevate accelerano e aumentano la formazione d’ozono derivante dalla reazione fotochimica delle radiazioni solari ultraviolette (nella stagione estiva ma soprattutto nel corso d’ondate climatiche di calore) sugli inquinanti antropici, detti “precursori”, già presenti nell’aria. I principali precursori sono gli ossidi d’azoto e i composti organici volatili non metanici, che derivano da tutte le combustioni, indipendentemente dal tipo di combustibile (quindi inclusi gpl e metano). L’assenza di vento e la conformazione geografica di territori a conca come la Pianura Padana ne favoriscono la permanenza e stagnazione.
Il Presidente Di Simine di Legambiente Lombardia ha commentato i dati denunciando come le recenti decisioni in materia di mobilità, con l’annuncio degli investimenti previsti per i nuovi tratti autostradali di Pedemontana (il progetto di autostrada tra le province di Varese e Bergamo), BreBeMI (il nuovo tratto diretto Brescia- Milano) e di TEM (Tangenziali Esterne Milano), si pongano in contrasto con l’intento di disincentivare il traffico automobilistico, diretto responsabile anche dell’inquinamento d’ozono: “La lotta per un'aria più pulita passa necessariamente per una politica che destini i grandi investimenti verso la mobilità collettiva, non certo in grandi infrastrutture concepite per assecondare il ricorso all'uso dell'automobile per gli spostamenti individuali".
Già a concentrazioni di 200 mg/m3 l’ozono è un gas che può provocare bruciore agli occhi, irritazione alla gola e alle vie respiratorie e secchezza delle fauci. I limiti previsti dalla legge - D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 183 – sono complessi e prevedono un controllo dell'ozono su basi temporali: per la protezione della salute non può essere superato il valore limite di 120 mg/m3 come media su 8 ore per non più 75 giorni su 3 anni consecutivi. La soglia di informazione da parte della Pubblica Amministrazione è di 180 mg/m3 come media oraria, oltre la quale il Sindaco ha il dovere di avvisare la cittadinanza. La soglia di allarme (240 mg/m3 come media oraria) è quella che prevederebbe l’invito alle persone a non uscire di casa.
Il comunicato stampa di Legambiente