Clean Air in London: “Il biossido d'azoto a Londra è peggio che a Pechino. Perché nessuno ne parla?”
Se lo stesso Boris Johnson ha diffuso un rapporto sugli effetti letali dello smog, perché nessuno dice che le “Olimpiadi più Verdi della Storia” saranno ospitate da una città che ha livelli di NO2 più alti di Pechino? Simon Birkett, il fondatore di CAL, l'organizzazione no profit di ecologisti inglesi, lancia un appello ai media e alle autorità, perché nella lotta allo smog si mettano davvero ai blocchi di partenza. (Aggiornamento sui livelli di biossido d'azoto di Pechino)
11 July, 2012
Air pollution matters: l'inquinamento atmosferico conta, eccome. A puntare i fari sul disinteresse delle corti internazionali per lo smog è ancora una volta Clean Air in London, l'organizzazione no profit di attivisti che si batte da anni per avere un cielo migliore sopra il Tamigi.
Ora, a poche settimane dall'inizio delle Olimpiadi più verdi della storia, Simon Birkett, il fondatore di Clean Air sottolinea come i livelli di biossido di azoto superino ogni anno di due o tre volte le soglie massime consentite: la media annuale dovrebbe restare al di sotto dei 40 mcg/m3: un traguardo mai raggiunto dalla City, che in compenso ha toccato più volte i 90, 100 mcg/m3 di media annuale. E non solo lungo le strade più trafficate: gli sforamenti interessano anche le cosiddette centraline di fondo (background), posizionate in zone residenziali e lontane dai principali assi di percorrenza. (Negli ultimi sei anni il background è rimasto sostanzialmente stabile sui 50 mcg/m3).
“I livelli del biossido d'azoto nel 2010 sono stati i più alti d'Europa – afferma Simon Birkett – e assolutamente paragonabili a quelli di Pechino prima dei Giochi. (NdR: vedi allegato. Ci sembra giusto segnalare ai lettori che nonostante la fonte dei dati di Pechino sia l'UNEP, la sproporzione tra i valori del Pm10 e dell'NO2 appare sospetta. Stiamo indagando) E allora viene spontaneo chiedersi perché l'ambasciata USA sia così attiva nella sua campagna sulle polveri sottili a Pechino, mentre ignora completamente il biossido d'azoto a Londra”.
Eppure lo stesso Sindaco Boris Johnson ha diffuso uno studio (Report on estimation of mortality impacts of
particulate air pollution in London) dell'Istituto di Medicina del Lavoro (IOM) in cui i drammatici effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana sono espressi chiaramente: 4267 morti in un anno sarebbero attribuibili alla lunga esposizione al Pm2.5 (dati 2008). Secondo l'Istituto di ricerca lo smog è responsabile fino al 30% di tutti i nuovi casi d'asma registrati nei bambini, e di molte malattie respiratorie che colpiscono gli anziani. Nulla di nuovo in realtà: l'ennesima conferma che sono le fasce più deboli della popolazione a rischiare di più. E se si considera che l'80% del Pm2.5 presente a Londra deriva dal traffico stradale, allora forse c'è ancora molto che si potrebbe fare per mettere un freno.
“E' scandaloso che il Governo inglese incolpi il sistema degli Euro standard: la cancerogencità dei diesel è nota almeno fin dal 2005, eppure in questi anni in tutti i Paesi europei ne è stato incentivato l'acquisto. Con grandi risultati oltretutto: dodici anni fa i diesel rappresentavano il 14% del mercato. Oggi sono il 52%, e producono una quantità di Pm10 21 volte superiore agli equivalenti a benzina, e il doppio delle emissioni di biossido d'azoto”.
Come abbiamo visto questo nuovo tiro al bersaglio sugli Euro-standard non è un pallino tutto inglese: la “constatazione del fallimento” di questo sistema è uno dei punti chiave su cui si appoggia il position paper dell'Air Quality of Regions, documento con cui 12 Regioni tra le più avanzate - economicamente e industrialmente – d'Europa chiedono alla Commissione di rivedere le direttive sulla qualità dell'aria. In che direzione però è tutto da capire.
Intanto, secondo Birkett, bisognerebbe cominciare a parlare chiaro, senza minimizzare i rischi e mantenendo alto il livello d'allerta, in particolare durante i Giochi, quando la congestione del traffico prevista raggiungerà livelli preoccupanti. “Se si ripeteranno i picchi di smog del 2003 e del 2006 perfino le prestazioni degli atleti potrebbero risentirne, in particolare nelle discipline più faticose. Ma i rischi per la salute li corre l'intera popolazione. Londra deve affrontare l'inquinamento dell'aria come fece dopo la crisi del Great Smog, nel 1952. E per farlo ci vuole la volontà politica, assieme alla tecnologia e a un vero cambiamento nei nostri comportamenti”.
Aggiornamento al 27.07.2012
Come promesso, abbiamo cercato di capire qualcosa di più sul confronto tra i livelli di biossido d'azoto misurati a Londra e quelli di Pechino: questi ultimi sono infatti insolitamente bassi, se comparati con gli altri inquinanti. Fonti interne alla Commissione Europea, in via del tutto non ufficiale, ci hanno confermato i nostri dubbi. Mentre il Regno Unito, in quanto Stato membro della UE, è costretto ad applicare la direttiva 2008/50 compresi i suoi allegati tecnici, inviando alla Commssione la relazione annuale, come previsto dalla direttiva, la Cina è soggetta a molti meno controlli sulle misurazioni.
Il fatto che le centraline misurino lo stesso valore di NO² non è una garanzia che i risultati siano comparabili, perché non è possibile essere certi che i parametri usati per le misurazioni siano gli stessi: un conto è avere una centralina in cima a una collina e altro discorso è averla a un incrocio stradale.
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Sunday Times: “Il sindaco di Londra trucca dati su smog per evitare multe Ue” - da Il Fatto Quotidiano.it del 16.07.2012