Chi semina VENTO... raccoglie green economy: intervista a Paolo Pileri sul cicloprogetto Torino-Venezia
Una ciclovia che unisce Torino e Venezia, 679 km che potrebbero dare una svolta concreta all’economia e alle abitudini dei territori che attraversa. Paolo Pileri, responsabile scientifico del progetto targato Politecnico di Milano, ci spiega come e perché
03 September, 2012
Il crescente interesse per il turismo sostenibile in Europa potrà facilmente rendere VENTO un'eccezionale risorsa economica per le zone attraversate. Ritiene che ci si possa attendere anche cambiamenti concreti nelle abitudini quotidiane dei residenti per quanto riguarda gli spostamenti quotidiani?
Sicuramente a livello culturale il progetto potrebbe VENTO potrebbe essere un ottimo esempio: in città come Mantova, Pavia, ma anche nei piccoli comuni limitrofi, le condizioni per inserire la bicicletta nei propri spostamenti quotidiani ci sono già, spesso si tratta solo di cambiare mentalità. Una grande ciclovia attorno alla quale nascerebbero sicuramente molte professionalità legate al mondo della bicicletta (riparatori e ciclofficine, ma anche luoghi di ristoro) potrebbe senz’altro essere d’aiuto anche ai pendolari, a partire da quelli che in ogni caso l’auto non ce l’hanno. Sono convinto che la vocazione primaria di VENTO sia il turismo sostenibile e la green economy, ma potrebbe anche diventare un valido motore per un cambiamento delle abitudini anche nel quotidiano.
Con il progetto VENTO non si tratterebbe di partire da zero, ma di assemblare, organizzare e mettere in sicurezza una rete di ciclovie in parte già esistente, ma spesso poco utilizzata. Perché secondo lei in Italia c'è ancora tanta resistenza a scegliere la bicicletta come mezzo per andare al lavoro? (E addirittura per andare a scuola, nonostante la bici sia il mezzo più comodo ed economico per uno studente).
E’ un problema culturale. Abbiamo relegato la bicicletta in un ruolo molto riduttivo rispetto alle sue potenzialità. Da un lato si pensa “Abbiamo l’auto: perché dovremmo tornare alla bicicletta?”, come se le due ruote fossero un passo indietro rispetto al motore; dall’altra, sulla bici è stata appicicata un’etichetta “svago –gita domenicale” che impedisce di vederla per quello che è realmente: un potente mezzo in grado di muovere l’economia. Ma c’è ancora tanta miopia su questo punto. Lo stesso piano per le infrastrutture del Ministro Passera ignora completamente le due ruote, mentre con piccoli sforzi si potrebbe ottenere moltissimo.
Per realizzare VENTO occorrono circa 80 milioni di euro, "il costo di 1 o 2 km di autostrada". Qualcuno potrebbe ribattere che gli automobilisti - che sono ovviamente tantissimi - pagano ogni giorno pedaggi salati che rientrano nelle casse statali, mentre la ciclovia sarebbe presumibilmente gratuita e in ogni caso meno frequentata. Che cosa risponde?
Intanto che non è proprio vero che gli introiti delle autostrade ritornano allo Stato, perché in buona parte finiscono nelle casse dei grandi concessionari. L’autostrada è senz’altro un grande business, che però finisce per produrre ricchezza quasi esclusivamente per pochi privati. E’ vero, VENTO non produrrebbe entrate dirette perché non si paga il pedaggio, ma andrebbe a generare un indotto considerevole, grazie al fiorire di strutture e attività che ruotano attorno alla ciclovia. Oltretutto parliamo di economie in chiaro, è ciò significa che il 21% di ogni fatturazione rientrerebbe nelle casse statali. Questi sono i grandi progetti che con pochi investimenti sono in grado di generare davvero “economie per tutti”...
Qualche idea per un viaggio in bicicletta, la prossima estate?
In Europa una delle piste più belle è quella che segue la Drava: parte da Dobbiaco (Val Pusteria) e arriva fino a Maribor in Slovenia. Io non l’ho fatta tutta, ma un bel pezzo sì, assieme ai miei bambini. Un’esperienza bellissima. Si dorme negli ostelli lungo la via, si visitano le città... Per farvi capire cosa intendo quando dico che lungo una ciclabile nascono attività parallele: per esempio a Villach in Austria, abbiamo deviato un po’ lungo i percorsi ciclabili della zona, che sono bellissimi, con il lago, i traghetti... davvero ve la consiglio. In Italia invece mi viene in mente subito la Mantova-Peschiera del Garda: un po’ meno attrezzata di quella della Drava, ma di una bellezza eccezionale. E si fa tutta in due giorni: una bella idea per un weekend!
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