Massafra (Taranto), raccolta differenziata col trucco. Mai raccolti imballaggi in plastica
Nel 2012, a Massafra, la raccolta differenziata ha oscillato tra il 7% (aprile) e il 20% (marzo) eppure da anni non viene recuperato neanche un chilo di imballaggi in plastica. Lo stratagemma è quello di includere nella percentuale di RD gli inerti del settore edile. A denunciarlo è Pietro Santamaria, ricercatore dell’Università di Bari e autore del libro “L’ultimo chiuda la discarica”
08 September, 2012
Molti comuni pugliesi hanno aumentato le proprie percentuali di raccolta differenziata inserendo nel formulario elettronico gli inerti, ossia i rifiuti speciali che provengono dal settore edile. A notarlo è Pietro Santamaria, ricercatore dell’Università di Bari e autore del libro “L’ultimo chiuda la discarica”, consultando il sito della Regione Puglia www.rifiutiebonifica.puglia.it. La percentuale della raccolta differenziata si calcola in base al peso dei rifiuti, dunque, per molti comuni è molto più comodo realizzare alte percentuali di raccolta differenziata, aggirando la legge del Testo Unico Ambientale e i criteri descritti dall’Ispra nel Rapporto Rifiuti.
Il caso più eclatante lo descrive Santamaria in un suo scritto inviato a Eco dalle Città: “Nel comune di Massafra, in provincia di Taranto, da anni non viene recuperato neanche un chilo di plastica. È sufficiente consultare il portale ambientale della regione in cui i Comuni pugliesi inseriscono le quantità delle diverse frazioni di rifiuti solidi urbani che sono raccolte mensilmente nel loro territorio”.
“A Massafra, - spiega Santamaria - sono due le spiegazioni possibili: o non ci sono imballaggi in plastica, oppure, poiché in quel territorio è in funzione un inceneritore, si preferisce lasciare questo materiale alla raccolta indifferenziata, e garantendo così a quell’impianto una maggiore produzione di energia: la plastica infatti ha un alto potere calorifico ed è essenziale per produrre energia dai rifiuti”.
Eppure, nel comune tarantino, la percentuale mensile di raccolta differenziata nel 2012 ha subito un’oscillazione quanto meno sospetta, tra il 7,2% (aprile) e il 20% (marzo). Come è possibile raggiungere queste percentuali in assenza di una raccolta pianificata? “Analizzando in dettaglio i dati, e considerando le quantità delle diverse frazioni dei rifiuti dichiarate dal Comune - scrive Santamaria - scopriamo che a Massafra la percentuale di raccolta differenziata cresce con l’aumentare della raccolta dei cosiddetti inerti, i rifiuti che provengono dai lavori edili, che hanno rappresentato il 2,1% ad aprile, quando sono state raccolte 28,4 tonnellate di inerti (su 1.331 tonnellate di rifiuti solidi urbani), ed ha toccato il picco più alto, il 15,5%, a marzo, quando gli inerti hanno raggiunto ben 250 tonnellate (su 1.614 tonnellate complessive di rifiuti urbani). Se invece si escludono i rifiuti inerti il calcolo della percentuale di raccolta differenziata a Massafra raggiunge un misero 4-5%, compresi carta e cartone, che pure hanno un buon potere calorifico e che, guarda caso, rappresentano soltanto l’1% del totale dei rifiuti raccolti”.
Ma come si calcola la percentuale della raccolta differenziata? Perché nel calcolo non possono essere inclusi gli inerti? “Riguardo al calcolo della RD, si misura il peso delle diverse frazioni recuperate in modo differenziato (al netto degli scarti) – spiega Santamaria – e le somme individuate si dividono per il totale dei rifiuti solidi urbani, rifiuti da spazzamento stradale, ingombranti a smaltimento e gli stessi scarti della raccolta differenziata. Questo è il metodo adottato e dichiarato nel rapporto annuale sui rifiuti urbani che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) pubblica da oltre dieci anni”. E la posizione dell’Ente è chiara riguardo ai rifiuti inerti, sia che provengano da ambito domestico, commerciale o industriale. Secondo l’ISPRA, ricorda Santamaria, “tra i rifiuti urbani non sono computati né al numeratore né al denominatore dell’equazione di calcolo della percentuale di raccolta differenziata i rifiuti inerti, anche se derivanti da demolizioni in ambito domestico, in quanto rifiuti speciali ai sensi della normativa vigente».
La situazione in Puglia. L’inclusione degli inerti nella percentuale di raccolta differenziata. “In Puglia – scrive Santamaria - gli inerti (che contribuiscono ad aumentare la percentuale della raccolta differenziata) sono inseriti nel formulario elettronico che tutti i Comuni compilano per riportare i dati di produzione e raccolta dei rifiuti solidi urbani, tanto che diversi Comuni aumentano la loro raccolta differenziata inserendo ogni mese tonnellate di questo materiale. Alcune Regioni hanno emanato una legge specifica per definire il metodo per il calcolo della percentuale di raccolta differenziata, attraverso il quale valutare i risultati raggiunti da ciascun comune.
La nuova legge regionale che definisce la comunicazione annuale della produzione rifiuti e delle raccolte differenziate.
“Finalmente la Regione Puglia, ha infine comunicato Pietro Santamaria, non dovrebbe più considerare gli inerti (neanche quelli provenienti da demolizioni in ambito domestico) tra il materiale utile per calcolare la percentuale di raccolta differenziata dei singoli comuni. Lo si apprende leggendo l'allegato 2 alla legge regionale 20 agosto 2012, n. 24 “Rafforzamento delle pubbliche funzioni nell’organizzazione e nel governo dei Servizi pubblici locali”.
In effetti l’allegato 2 “Comunicazione annuale produzione rifiuti e raccolte differenziate”, invita il responsabile comunale a inserire nella tabella approvata il totale (in kg) dei rifiuti complessivamente prodotti (al netto dei rifiuti da costruzione e demolizioni). Inoltre una nota a margine aggiunge che "non devono essere computati nè al numeratore, nè al denominatore i rifiuti inerti anche se derivanti da demolizioni in ambito domestico”.