Meno traffico, più mobilità: le proposte di Legambiente e Provincia di Milano
Nel convegno a Palazzo Isimbardi emerge la necessità di creare un’area a basse emissioni, ma anche di utilizzare i proventi dei pedaggi autostradali per avere più mezzi pubblici. Un'idea della Svizzera: facciamo la Borsa del Transiti
24 April, 2009
Cosa dovrà fare chi governerà nei prossimi anni la Provincia di Milano? Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente, non ha dubbi: sciogliere i nodi della congestione, dell’inquinamento e delle emissioni climalteranti. In altre parole è il grande problema di Milano riassumibile con il termine mobilità. Passare dagli spostamenti di persone e merci su gomma a quelli su ferro. Si ripete da anni, ma nessuno interviene, solo qualcuno ci prova.
Intanto l’Europa chiama e mette fretta. Entro il 2011 occorre dimezzare l’inquinamento da Pm10, mentre nel 2020 dobbiamo aver ridotto le nostre emissioni di Co2, anche dei mezzi di trasporto, almeno del 20%. Probabilmente siamo già in ritardo, ma qualche proposta nel convegno organizzato dalla Provincia di Milano e da Legambiente c’è stata.
Per l’associazione ambientalista va creata una vasta area “a basse emissioni”, o meglio una Low Emission Zone come viene chiamata in Europa. Si tratta di vere e proprie zone verdi, già presenti in altre città del vecchio continente, che prevedono divieti di circolazione dei veicoli inquinanti. Chi entra deve pagare un pedaggio elevato. L’obiettivo è spesso di limitare la circolazione dei veicoli più vecchi, soprattutto mezzi pesanti. La loro estensione è vasta, molto più grande di quella milanese, perché l’effetto da ottenere è di agire sulla concentrazione delle polveri sottili. Al momento in Europa sono un centinaio queste zone. Quella più estesa è in Svizzera, dove tutto lo Stato è una low emission zone. Altre esperienze sono quelle di Londra e della Germania: i tedeschi possono vantare addirittura 70 zone a basse emissioni.
Una proposta interessante che ha suscitato curiosità è stata quella di un deputato svizzero che ha illustrato un idea del suo governo. Si chiama la borsa dei transiti, e metterà all'asta quote limitate di transito di merci nei valichi alpini: e chi inquina di più pagherà di più. Grazie a questa misura le imprese di trasporto che si organizzeranno meglio per trasportare su rotaia le loro merci acquisiranno dei vantaggi in forma di 'titoli' vendibili all'interno di un sistema di quote predefinite. Altri Paesi confinanti con l'Italia, come Austria e Francia, stanno discutendo l'introduzione della Borsa dei Transiti.
Davanti a queste prospettive sembra quasi un passo indietro l’Ecopass milanese soprattutto perché sono esenti dal pagarlo i mezzi più inquinanti come i Suv, euro 4 o 5 diesel senza articolato.
Legambiente e Provincia di Milano hanno fatto quattro proposte:
1. Vietare davvero o tassare con energia (come a Londra) la circolazione dei camion più inquinanti nell'intera area metropolitana, sia sulle autostrade che, a maggior ragione, sulle strade ordinarie.
2. Usare, come propone il Presidente Filippo Penati, l'aumento generalizzato dei pedaggi autostradali per avere più mezzi pubblici e destinare risorse alla mobilità sostenibile per lo spostamento delle persone e delle merci. Deve esserci la certezza che i soldi ricavati dai pedaggi e dalle tasse di ingresso nell'area metropolitana e nei centri urbani vengano davvero investiti secondo i criteri stabiliti.
3. I sistemi di divieti, pedaggi e tasse debbono essere proporzionati al risultato che ci si propone: almeno un euro per rendere più conveniente andare in tram, centinaia di euro per convincere un camion ad investire 5 o 7 mila euro in un filtro antiparticolato efficace. E le risorse generate debbono essere in grado di finanziare davvero infrastrutture alternative.
4. Si deve avere la certezza del rispetto del divieto (non come oggi con le delibere della Regione Lombardia), della provvisorietà delle esenzioni (tutto il contrario delle proroghe del Comune di Milano sull'Ecopass) e della disponibilità crescente di una alternativa (mezzi pubblici e ferrovie sempre più efficienti).
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