Napoli. Fine dell'emergenza? “La Puglia consente alla Campania di non essere in emergenza”
In occasione del Congresso ISWA 2012 di Firenze si è svolta la tavola rotonda dal titolo: “Napoli. Fine dell'emergenza”. Tra i partecipanti anche il presidente di Federambiente, Daniele Fortini: “E' la Regione Puglia che consente alla Campania di non essere in emergenza”. In Puglia vanno infatti 400 mila tonnellate di frazione umida a fronte di 70 mila tonnellate di secco che prendono la via dell'Olanda
17 September, 2012
Si svolge dal 17 al 19 settembre 2012 a Firenze il Congresso Mondiale sui Rifiuti Solidi ISWA 2012, promosso da ATIA-ISWA Italia, l'Associazione che rappresenta imprese, istituti di ricerca, associazioni di categoria e professionisti del settore della gestione dei rifiuti e bonifiche. Nell'ambito del Congresso si è svolta la tavola rotonda "Napoli. Fine dell'emergenza?".
“I rifiuti di Napoli continuano ad andare all'estero, mi sembra che questo rappresenti una situazione di stallo poco comprensibile. Può provare a spiegare questa situazione?” E' la domanda che il moderatore Antonio Cianciullo, giornalista de La Repubblica, ha rivolto in apertura a Francesco Iacotucci, tecnico dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli.
“Il trasferimento di rifiuti all'estero è visto come un elemento negativo. Ma proverò a fare un ragionamento” ha spiegato Iacotucci. “Quest'amministrazione si è insediata con 3 mila tonnellate di rifiuti per strada. Oltre alle difficolta di raccolta e trasporto dovevamo affrontare costi di smaltimento che potevano superare i 200 euro a tonnellate. Sono stati fatti grandi passi e uno di questi è stata la scelta di portare i rifiuti all'estero riuscendo ad abbassare i costi di smaltimento che oggi si avvicinano a 100 euro a tonnellate. Questo ha aiutato a rompere un meccanismo che negli ultimi anni aveva portato a fare affari sui rifiuti di Napoli. Oggi la situazione che un turista vede arrivando a Napoli è ben diversa rispetto a quella degli anni passati. E' iniziato il nuovo corso della normalità. Questa è la sfida che Napoli ha davanti grazie anche all'estensione del porta a porta. Fa sorridere – sottolinea Iacotucci – che si citi sempre Salerno quando si parla di esempi virtuosi della Campania. Oggi sono quasi 300 mila i napoletani coperti da questa modalità di raccolta con percentuali di raccolta differenziata in quelle zone che arriva al 70%. E nel resto nella città siamo intorno al 26-27% rispetto al 18% di un anno fa”.
Per capire meglio la situazione bisogna però allargare il punto di vista sull'intera regione. “Ogni anno in Campania – ha spiegato Daniele Fortini, presidente di Federambiente - 800 mila tonnellate di rifiuto vengono avviate a riciclo. Ne restano però 1 milione e 700 mila che per la maggior parte vengono affidati ad impianti di tritovagliatura (un totale di 7 in regione). Si tratta di impianti di trattamento meccanici dove i rifiuti vengono frantumati e vagliati. Ne escono due flussi: frazione più secca e frazione umida (50% per ciascun flusso). Di questa frazione umida (circa 700 mila tonnellate) 300 mila tonnellate rimangono in regione e altre 400 mila tonnellate vanno in Puglia. E' la Regione Puglia che consente alla Campania di non essere in emergenza” ha sottolineato Fortini.
“Per quanto riguarda invece la frazione secca la maggior parte va nell'impianto di Acerra (630 mila tonnellate). Le rimanenti 70 mila tonnellate – ha spiegato il presidente di Federambiente - sono quelle che vanno in Olanda. Si tratta quindi solo del 10% della frazione secca combustibile, il 90% si tratta in regione. Quelle 70 mila tonnellate vanno in Olanda per una sola ragione: rispetto agli impianti italiani che potrebbero ricevere quei rifiuti, andando all'estero si ha un risparmio del 30%. Ma dentro un quadro di solidarietà nazionale sarebbe sensato trovare un accordo in casa: quei rifiuti sarebbero una risorsa. Ma le regioni del Nord hanno detto “i rifiuti della Campania nei nostri impianti non li vogliamo”. E' questo il problema. Se l'Italia che ha una capacità di 200 mila tonnellate di rifiuto combustile e la Campania ha un fabbisogno di 70 mila tonnellate decrescente perché non ce li teniamo in casa? I rifiuti sono così oggetto di negoziazione politica”.
“Le cose stanno reggendo – ha continuato Fortini – grazie al soccorso della Regione Puglia, grazie al ricorso al mercato estero e grazie allo sforzo eccezionale che sta facendo la Regione Campania nel tenere aperto e valorizzare il termovalorizzatore e nell'opera di sviluppo delle raccolte differenziate e speriamo di dotarci presto degli impianti di compostaggio necessari senza portare l'organico a spasso per l'Italia.
“Siamo fuori dall'emergenza?” si chiede in chiusura Fortini. “No. Se domani la Regione Puglia dovesse dire basta non avremmo dove mettere le 400 mila tonnellate. Lo stesso se si bloccasse Acerra. La dotazione di impianti non è ancora ampiamente sufficiente”.