Siti inquinati, 1200 morti in sette anni: lo studio dell'ISS
Uno progetto di studio dell'Istituto Superiore di Sanità durato quattro anni ha analizzato le connessioni fra causa di morte e fonte di esposizione ambientale presente in 44 SIN - siti di interesse nazionale - italiani: 1200 morti in eccesso rispetto all’atteso nel periodo 1995 - 2002
19 September, 2012
I risultati dello studio Sentieri- Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento - sono stati presentati al XXXV Congresso Annuale dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (7-9 novembre 2011, Torino) e pubblicati dalla rivista Epidemiologia e Prevenzione (Epidemiol Prev. 2011 Sep-Dec;35(5-6 Suppl 3).
Ci sono voluti quattro anni e 32 studiosi di diverse istituzioni scientifiche per portare a termine il lavoro: il progetto, che mira ad individuare le priorità del risanamento ambientale, ha analizzato la mortalità per 63 gruppi di cause nel periodo 1995-2002 nelle popolazioni residenti in 44 Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN) distribuiti su tutto il territorio nazionale, per un totale di circa 6.000.000 cittadini in 298 Comuni.
La presentazione e la discussione dei dati di mortalità per ogni SIN è stata effettuata mostrando i dati relativi a grandi gruppi di cause, e i dati su cause di morte selezionate a priori a seconda delle esposizioni ambientali specifiche del SIN. I grandi gruppi di cause sono gli stessi per ogni SIN, e descrivono il profilo di mortalità generale (ad es. tutte le cause, tumorale, mortalità respiratoria, cardiovascolare).
"L’originalità del Progetto Sentieri - scrive il gruppo di ricerca - consiste nel commentare i risultati dell’analisi di mortalità alla luce della valutazione a priori dell’evidenza epidemiologica. Il gruppo di lavoro ha esaminato attraverso un lavoro complesso l’evidenza epidemiologica dell’associazione per ogni combinazione di causa di morte e fonte di esposizione ambientale presente nei SIN, valutando la forza della loro relazione causa-effetto, classificata come Sufficiente, Limitata e Inadeguata. Per le tipologie di esposizioni ambientali presenti in ogni SIN, elencate nei Decreti istitutivi, sono state selezionate a priori le cause di morte di interesse con livello di evidenza Sufficiente o Limitata. Rispetto alle sorgenti di contaminazione e alla possibile associazione con specifiche cause di morte, nei poli petrolchimici sono state osservate 643 morti in eccesso per tumore polmonare, 135 per malattie non tumorali dell’apparato respiratorio; nelle aree con presenza di impianti chimici, 184 casi in eccesso per il tumore del fegato. L’amianto resta un importante fattore di rischio, in particolare per il mesotelioma pleurico per il quale la relazione causale con le esposizioni ambientali nei siti contaminati è univoco ed accertato: nell’insieme dei dodici siti contaminati da amianto è stato osservato un totale di 416 casi di tumore maligno della pleura in eccesso rispetto all’atteso.
In vari contesti è stato possibile associare incrementi osservati della mortalità alle esposizioni ambientali dovute alle emissioni di impianti specifici. Ad esempio, per gli incrementi di mortalità per tumore polmonare e malattie respiratorie non tumorali, a Gela e Porto Torres è stato suggerito un ruolo delle emissioni di raffinerie e poli petrolchimici, a Taranto e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese un ruolo delle emissioni degli stabilimenti metallurgici. Negli eccessi di mortalità per malformazioni congenite e condizioni morbose perinatali è stato valutato possibile un ruolo eziologico dell’inquinamento ambientale a Massa Carrara, Falconara, Milazzo e Porto Torres.
Per le patologie del sistema urinario, in particolare per le insufficienze renali, un ruolo causale di metalli pesanti, IPA e composti alogenati è stato ipotizzato a Massa Carrara, Piombino, Orbetello, nel Basso Bacino del fiume Chienti e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Incrementi di malattie neurologiche per i quali è stato sospettato un ruolo eziologico di piombo, mercurio e solventi organoalogenati sono stati osservati rispettivamente a Trento Nord, Grado e Marano e nel Basso Bacino del fiume Chienti. L’incremento dei linfomi non Hodgkin a Brescia è stato messo in relazione con la contaminazione diffusa da PCB. Deve essere tuttavia messo in evidenza che le cause di morte studiate, con rare eccezioni, riconoscono una molteplicità di fattori causali, peraltro non tutti noti. Sarebbe fuorviante e scientificamente poco valido pertanto affermare che ogni incremento della mortalità osservato possa essere attribuito all’inquinamento in uno specifico SIN. Ciò è particolarmente vero in quei SIN con siti industriali fonte di emissioni complesse ed eterogenee, talvolta anche adiacenti ad aree urbane a forte antropizzazione. Per questa ragione, in molti casi gli elementi emersi nello studio hanno condotto i ricercatori a formulare raccomandazioni per ulteriori studi di approfondimento.
Accanto alla valutazione della mortalità per cause selezionate a priori per ciascun SIN, il progetto Sentieri ha analizzato anche la mortalità nell’insieme dei 44 SIN fornendo delle stime globali del carico di mortalità, estendendo l’analisi a tutte le cause, non solo quelle con evidenza a priori Sufficiente o Limitata. In particolare, è emerso che la mortalità in tutti i SIN, per le cause di morte con evidenza a priori Sufficiente o Limitata per le esposizioni ambientali presenti supera di circa il 15% il valore atteso, con un Rapporto Standardizzato di Mortalità di 115,8 per gli uomini (IC 90% 114,4-117,2, 2.439 decessi in eccesso) e di 114,4 per le donne (IC 90% 112,4-116,5, 1.069 decessi in eccesso). Tale sovramortalità si riscontra anche estendendo l’analisi a tutte le cause di morte: il totale dei decessi, per uomini e donne, è di 403.692, in eccesso rispetto all’atteso di 9.969 casi (SMR 102,5%, IC 90% 102,3-102,8), con una media di oltre 1.200 casi annui nel periodo 1995-2002.
Il progetto conferma i risultati di alcune precedenti indagini relative alla mortalità nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale, mostrando che lo stato di salute delle popolazioni residenti nei siti esaminati appare risentire di effetti avversi più marcati rispetto alle Regioni di appartenenza. I risultati di Sentieri saranno condivisi con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente, le Regioni, le ASL, le ARPA ed i Comuni interessati. Questo consentirà l’attivazione di sinergie fra le strutture pubbliche con competenze in materia di protezione dell’ambiente e di tutela della salute, sulla base delle quali sarà possibile una comunicazione con la popolazione scientificamente fondata e trasparente.
Il team di ricerca del progetto ha già programmato degli sviluppi che riguarderanno lo studio dell’incidenza delle malattie utilizzando i ricoveri ospedalieri, per considerare anche le malattie caratterizzate da bassa letalità; sarà inoltre indagata l’incidenza delle malattie oncologiche e delle malformazioni congenite.
Maggiori informazioni a questo link.