Progetti Pedibus, un’attuazione della legge 285/1997 per i diritti dell’infanzia
Le nostre domande all’Assessorato Educazione e Istruzione di Milano che sta per scegliere le associazioni partner di un progetto da 185.000 euro, per favorire la mobilità a piedi, presso alcune scuole di Milano
28 September, 2012
“L’importo del bando milanese Pedibus è di 185.250 euro e sarà finanziato all’80% dai fondi statali previsti dalla legge 285 del 1997, "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza”, al 10% dal Comune e al 10% dai partner selezionati”.
"Pedibus non è solo un progetto di mobilità sostenibile – ha dichiarato l’Assessorato milanese diretto dalla ViceSindaco Maria Grazia Guida – ma una via per educare i bambini a vivere la città in un altro modo. Camminare per andare a scuola è anche un progetto educativo e pedagogico. Aumenterà l'autonomia dei bambini, permettendo loro di conoscere il quartiere in cui abitano e riconoscere come famigliari i luoghi in cui vivono (imparare dove si trova il panettiere, piuttosto che il cartolaio, che possono diventare punti di riferimento per i bambini). Muoversi all'aria aperta, poi, permetterà ai più piccoli di osservare e sperimentare l'alternarsi delle stagioni".
1) Come si è riusciti ad ottenere questi fondi dallo Stato, attraverso la legge 285 del 1997?
La legge 285 è quella nazionale sull'infanzia e l'adolescenza. E' in vigore dal 1997 e, da allora, i finanziamenti sono stati stabili. Si tratta di fondi triennali che poi i Comuni decidono come utilizzare. Il Comune di Milano in parte utilizza questi fondi finanziando progetti di associazioni del terzo settore, in parte finanziando progetti istituzionali direttamente scelti dall'Amministrazione, come nel caso di Pedibus, dove, attraverso un bando, stiamo cercando una o più associazioni partner con cui co-progettare e gestire l'intervento. In questo modo la regia rimane comunque pubblica e, contestualmente, si lavora in sinergia col privato sociale. Il Comune di Milano è una delle città "riservatarie", insieme ad altre, di finanziamenti specifici. Il comma 2 dell’art. 1 infatti dichiara: “Una quota pari al 30 per cento delle risorse del Fondo é riservata al finanziamento di interventi da realizzare nei comuni di Venezia, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari. La ripartizione del Fondo e della quota riservata avviene, per il 50 per cento, sulla base dell'ultima rilevazione della popolazione minorile effettuata dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e per il 50 per cento secondo altri criteri” (vedi legge allegata).
2) C'è una strada da battere per incentivare altri comuni italiani a seguire l’esempio milanese?
La strada da battere è quella di fare cultura su questi temi. Gran parte del successo dipende dalla capacità di coinvolgere famiglie e insegnanti. Bisogna parlare di questi progetti e diffonderne la cultura di base.
3) Il progetto Pedibus del Comune di Milano non è il primo esperimento di questo genere che avviene in città ma è il più ambizioso come finanziamento. Prima d'ora era mancata la volontà politica di realizzare un progetto in grande scala o sono cambiate altre condizioni esterne che ora hanno reso possibile l'iniziativa?
A Milano un progetto sperimentale era già partito qualche anno fa. Ora ci muoviamo nella direzione di investire in modo più capillare le risorse economiche e umane selezionate, in un generale di intervento sulla sostenibilità ambientale e sulla sicurezza delle “strade scolastiche”, come il Car Free, che chiude le strade alle auto quando i bambini si recano a scuola. Ma la cosa più importante è l'avviata collaborazione con i Consigli di Zona che, conoscendo bene il territorio, possono facilitare alcuni passaggi nei quartieri.
4) Come valutate gli esperimenti realizzati in passato a Milano?
Sono stati utili perché ora ci consentono di dare più organicità al nostro impegno e mettere a punto una metodologia, sperimentata su campioni più piccoli, ma che ora prevede di interessare 4.000 bambini, circa il 7% della popolazione totale tra i 6 e 10 anni (ultimo Censimento). Sarà però determinante il contributo di genitori, volontari e insegnanti. Fondamentale è la fiducia nei confronti degli accompagnatori.