Smog, rapporto Ispra: nulla di nuovo sul fronte nord-occidentale, Piemonte e Lombardia le più inquinate d’Italia
Pm10 e Biossido d’azoto, i risultati peggiori nel Nord Ovest. Il Rapporto Ispra 2012 (Qualità dell’Ambiente Urbano) conferma la tendenza negativa di cui abbiamo parlato più volte. Una tendenza che per i curatori dello studio non può essere letta come prova di un reale peggioramento della qualità dell’aria, che necessiterebbe di osservazioni costanti sul lungo periodo
02 October, 2012
I dati analizzati dal Rapporto Ispra 2012 (Qualità dell’Ambiente Urbano) fanno riferimento al 2010 e in parte anche al 2011, e confermano la tendenza negativa di cui abbiamo parlato più volte.
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Una tendenza che per i curatori dello studio non può essere letta come prova di un reale peggioramento della qualità dell’aria, che necessiterebbe di osservazioni costanti sul lungo periodo per poter essere certificato.
“Per una lettura e un uso corretto dei dati riportati in questo Rapporto - si legge nel capitolo dedicato allo smog - e importante ribadire, che le differenze che si registrano tra anni successivi non sono direttamente interpretabili come miglioramento o peggioramento della qualità dell’aria. Per accurate valutazioni di reali tendenze occorrono osservazioni pluriennali e coerenti, che mettano in evidenza l’esistenza di trend significativi al di la delle oscillazioni interannuali dovute alle condizioni meteorologiche che hanno un ruolo fondamentale nel determinare le concentrazioni in aria degli inquinanti”.
Pm10
I dati di PM10 disponibili per il 2010 mostrano che in quasi tutte le città del Nord è stato superato il limite dei 35 sforamenti l’anno, e in diverse città è stata superata anche la media annuale dei 40 mcg/m3. (Torino, Milano, Brescia, Pescara, Napoli, Palermo e Siracusa. La peggiore è Torino, con 131 giorni di sforamento e una media annuale di 50 mcg/m3. Al Nord le uniche città in cui non sono stati registrati superamenti dei 35 giorni sono Aosta, Bolzano, Trento, Udine, Trieste, Genova. Come anticipato i dati di PM10 disponibili per il 2011 mostrano invece generalmente superamenti di intensità maggiore rispetto al 2010.
NO2
Contrariamente a quanto osservato per il PM10, il biossido di azoto nelle singole aree urbane presenta quella che i ricercatori chiamano "una spiccata variabilita spaziale": e cioè, i livelli registrati nelle stazioni orientate al traffico sono molto superiori a quelli registrati nelle stazioni di fondo (anche alcune stazioni di fondo urbano registrano superamenti del valore limite annuale ): la differenza è in media di 20-30 μg/m3 (a parte Firenze dove i valori medi annui massimi sono 102 e 38 μg/m3 rispettivamente nelle stazioni di traffico e di fondo). Questo andamento è particolarmente importante in termini di esposizione della popolazione, generalmente valutata attraverso le stazioni di misurazione di fondo.
E' stato osservato infatti che la percentuale di popolazione urbana residente in prossimità di una strada caratterizzata da alti volumi di traffico (oltre 10.000 veicoli transitanti al giorno) è tutt’altro che trascurabile; ad esempio a Roma e stato stimato che il 23% dei residenti risiede a meno di 75 metri da una strada con queste caratteristiche, e la percentuale sale al 43% se si considera una distanza di 150 metri.
E’ stato inoltre dimostrato che gran parte del gradiente spaziale delle concentrazioni di inquinanti gassosi e reattivi fortemente legati alla sorgente traffico come l’NO2 si esaurisce entro 150 – 300 metri. Una percentuale non trascurabile di effetti cardio-respiratori su individui suscettibili (anziani, bambini asmatici, persone affette da bronco pneumopatie croniche ostruttive) sono stati attributi all’effetto di hotspot locali.