Dalle rinnovabili il 95% del fabbisogno energetico mondiale nel 2050?
Secondo un team di ricercatori olandesi, la tecnologia attuale potrebbe già permettere alle fonti rinnovabili di coprire la quasi totalità della domanda energetica globale a metà secolo. Perché lo scenario si realizzi, però, occorre investire negli incentivi e aumentare l'efficienza energetica
03 October, 2012
Entro il 2050, le fonti rinnovabili potranno soddisfare il 95% del fabbisogno energetico mondiale, anche senza l'introduzione di particolari innovazioni tecnologiche. Lo sostiene uno studio olandese intitolato “Transition to a fully sustainable global energy system” apparso sulla rivista specializzata Energy Strategy Review. Secondo la ricerca, le tecnologie rinnovabili attualmente conosciute sono già sufficienti per ottenere questo risultato, ma perché la quasi totalità della domanda energetica globale sia coperta da fonti pulite sarà indispensabile l'adozione di politiche ad hoc.
Il cambiamento che dovrà avvenire, insistono i ricercatori, dovrà essere soprattutto culturale, mentre sul piano politico non si potrà prescindere dall'introduzione (o la conferma) di incentivi e di altre forme di sostegno alle rinnovabili. Accanto a questo, precisa lo studio, si dovrà migliorare l'efficienza energetica in tutti i settori, in modo da ridurre il fabbisogno mondiale a monte. Il risparmio energetico rappresenta un aspetto cruciale dello scenario tracciato dai ricercatori olandesi, dal momento che la domanda energetica globale risulta attualmente in continua crescita e solo invertendo questo trend sarà possibile aumentare in modo decisivo il peso delle rinnovabili.
Se effettivamente il cambio di marcia ci sarà, giurano gli esperti, il fabbisogno mondiale di energia potrebbe iniziare a calare dopo il 2020, anno in cui dovrebbe raggiungere il suo massimo. Alla fine, ma domanda globale potrebbe attestarsi su livelli simili a quelli che si registravano nel 2020 (circa 260 Exajoule all'anno, ndr), e solo a quel punto il contributo delle fonti rinnovabili potrebbe diventare davvero incisivo. Per raggiungere l'obiettivo, stimano i ricercatori, sarà necessario investire circa il 2% del Prodotto interno lordo mondiale, non esattamente spiccioli. Eppure il benefici economici potrebbero rivelarsi nettamente superiori ai costi, dal momento che gli effetti del cambiamento climatico potrebbero costare all'umanità l’equivalente del 5% del Pil mondiale annuo.
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