Il clima aiuta il bilancio. Termosifoni spenti
Appello del Comune: “Gli amministratori non accendano il riscaldamento” . Il servizio doveva partire lunedì. Contro lo smog possibili interventi sulla Ztl - da La Stampa del 10.10.2012
10 October, 2012
Andrea Rossi
La legge non lascia spazio a interpretazioni: dal 15 ottobre al 15 aprile a Torino - e nelle zone classificate sotto la stessa categoria - gli impianti di riscaldamento devono entrare in funzione. È un periodo «statistico», stabilito in base alla media delle temperature. Da un paio d’anni, però, il freddo tarda ad arrivare: settembre è una coda dell’estate, ottobre somiglia più alla primavera che all’autunno. E accendere i termosifoni adesso suona quanto meno surreale, tanto è vero che il Comune ha deciso di fermare tutto e aspettare che faccia freddo per davvero.
Termosifoni spenti
Negli 830 immobili di proprietà di Palazzo Civico - che valgono un’estensione di 7,5 milioni di metri cubi - il 15 ottobre, lunedì prossimo, i termosifoni resteranno spenti, a meno che da qui a domenica il termometro non scenda improvvisamente e di molto. «Abbiamo parlato con Iren e deciso di avviare un monitoraggio quotidiano della situazione», annuncia l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta. «Se le condizioni climatiche resteranno invariate aspetteremo prima di accendere i termosifoni». È una questione economica - così facendo le esangui casse della città potranno risparmiare qualche migliaio di euro - ma non solo. «È anche una questione di risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento», dice Lavolta.
Appello ai privati
La decisione del Comune vale soltanto per gli edifici di sua proprietà, anche se utilizzati da altri enti. Non per i privati. La legge, infatti, non assegna al sindaco il potere di ritardare l’accensione degli impianti, solo quello di anticiparla (quando fa molto freddo) o posticiparla in primavera. Da Palazzo Civico però partirà un appello rivolto agli amministratori di condominio: aspettare che il termometro scenda ai livelli normali per questa stagione. «Chiederemo ai cittadini di adeguarsi alle nostre decisioni, sapendo che non sono obbligati, ma facendo leva sulla loro sensibilità». Già, ma di quanti giorni verrà ritardata l’accensione degli impianti? Difficile dirlo, per due motivi: innanzitutto bisogna vedere se da qui a domenica le temperature resteranno invariate; poi, da lunedì, valutare la situazione giorno per giorno o quasi, per evitare che un’improvvisa ondata di freddo colga tutti impreparati.
Il piano antismog
L’intervento sugli impianti di riscaldamento è solo uno dei punti del più ampio piano contro lo smog che la città vuole adottare. Piano che Lavolta avrebbe dovuto presentare in giunta la settimana scorsa, poi slittato a ieri e ancora una volta rinviato. Non c’è accordo sulle misure da adottare né sul metodo. L’assessore all’Ambiente ha studiato una serie di soluzioni, che prevederebbero - tra le altre cose - il blocco dei mezzi euro 3 diesel (a Torino il 9 per cento della auto e il 26 dei veicoli commerciali) e un meccanismo automatico o quasi per fermare la circolazione dopo alcuni giorni consecutivi di sforamento dei limiti di Pm10.
Altro capitolo è un intervento sulla Ztl, dove i divieti potrebbero essere inaspriti. Soluzioni ancora allo studio della giunta e da condividere con i sindaci della cintura, ed è questo uno dei motivi di discussione. L’assessore alla Viabilità Claudio Lubatti - che ha anche la delega all’area metropolitana - ieri in giunta non c’era ma non ha mancato di far arrivare il suo pensiero. Punto primo: un piano così articolato deve essere condiviso, nella sua stesura, con i gruppi della maggioranza. Secondo: stesso discorso vale per i comuni dell’hinterland, perché sarebbe meglio evitare le frizioni degli anni scorsi. Alla fine Lavolta ha concordato: «Sottoporremo le nostre proposte alla Provincia e ai sindaci, così da prendere le prime decisioni entro fine mese».
La situazione peggiora
Bisogna fare in fretta. Dal 2011, dopo anni di miglioramento, la qualità dell’aria è in costante peggioramento. L’anno scorso il livello di polveri sottili consentito è stato superato 125 giorni contro i 102 del 2010, i 116 del 2009 e i 117 del 2008. Anche la media delle concentrazioni di Pm10 è cresciuta del 21% tra 2011 e 2010. Nel 2012 non va meglio: nel primo trimestre la media è di 81 microgrammi al metro cubo, contro i 71 del 2011 e i 62 del 2010. I 35 giorni l’anno di sforamenti consentiti sono stati superati il 13 febbraio. Dopo tre mesi eravamo già a 56 giorni fuori dai limiti, come nel 2011 ma molto peggio degli anni precedenti.