Illuminazione pubblica, il retroscena dell'annuncio del governo sulla riduzione. Ispirato da CieloBuio, ecco come
Articolo di Paolo Hutter per Il Fatto Quotidiano ed Eco dalle Città sulla decisione dell'esecutivo di mettere a punto un decreto per ridurre l'illuminazione pubblica. Dietro la decisione dell'esecutivo c'è CieloBuio, un piccolo gruppo di esperti e appassionati che ha tenuto viva l'attenzione sul tema
11 October, 2012
Paolo Hutter
L'iter di elaborazione e approvazione di un decreto che effettivamente costringa - o almeno spinga - i comuni a ridurre in modo significativo i consumi di corrente elettrica per la illuminazione pubblica è appena cominciato. Ma la decisione in termini di principio e di linea programmatica è stata presa dal Consiglio dei ministri e per la prima volta in Europa un governo dice esplicitamente ai comuni che occorre ridurre l'illuminazione, che non basta il passaggio a lampade via via più efficienti per consumare di meno. A ispirare la decisione governativa è stato il superconsulente della "spending review", il "commissario" esploratore ai tagli Enrico Bondi. E a ispirare Bondi è stata l'associazione CieloBuio, un piccolo gruppo di esperti e appassionati che ha tenuto viva l'attenzione sul tema degli sprechi di corrente e di luce in Italia.
C'è ovviamente un retroscena, ma le cose sono andate molto semplicemente. Quando Bondi ha aperto le consultazioni on line “segnalateci gli sprechi”, ha ricevuto tra i primi proprio un documento di CieloBuio, rimanendo particolarmente colpito dal dato che il consumo medio (pubblico) per abitante è in Italia è di 110 kilowattora e in Gran Bretagna di 42. Nella sua conferenza stampa serale di bilancio della consultazione, Bondi aveva citato piuttosto per esteso proprio questo documento. A questo punto, Fabio Falchi, presidente di CieloBuio, ha telefonato alla segreteria di Bondi per ringraziare della citazione. In quel frangente, gli hanno passato al telefono il Commissario in persona, che gli ha chiesto un più ampio documento propositivo per il Governo, raccomandando discrezione.
Falchi e i suoi collaboratori hanno lavorato, ovviamente gratis, a luglio e agosto. E poco dopo Ferragosto hanno spedito la relazione. Dovevano in particolare cercare di rassicurare sul tema della sicurezza sia del traffico che contro la microcriminalità, che a parere di CieloBuio non diminuisce se le luci si spengono o si abbassano (vedi documento allegato). Hanno poi cercato di dare un'articolazione “da governo nazionale” dei loro obiettivi, individuando come principale parametro il calo dei consumi rispetto a quelli del 2011. I comuni devono comunicare i loro consumi del 2011 e documentare che scendono gradualmente ogni anno fino ad arrivare a una media “all'inglese” in 5 o 6 anni. Alla domanda se si può ottenere questa riduzione con nuove lampade senza spegnere luci e/o ridurre gli orari di illuminazione, Falchi risponde di no: «In linea di massima no, e in particolare oggi no, se non si vogliono e possono aumentare i costi delle tecnologie, degli impianti e delle manutenzioni».
Dopo l'invio del testo, CieloBuio ha incontrato il commissario Bondi una sola volta, agli inizi di settembre, per discutere del documento. Poi Falchi e i suoi collaboratori, che avevano gelosamente conservato una sorta di segreto istruttorio, hanno atteso con emozione cosa sarebbe venuto fuori dal governo. Ci poteva essere un veto dagli Interni o dai Trasporti - le due "sicurezze" - che invece non c'è stato. Probabilmente è ancora da determinare come il governo possa intervenire sui Comuni senza scavalcarli, sarà questione controversa. Ma l'affermazione di principio che l'Italia ha esagerato ad illuminare e che va innescata la retromarcia è di portata storica.
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