Rinnovabili, aumentano gli investimenti nei sistemi di accumulo?
Secondo un recente studio, entro il 2020 potrebbero aumentare gli investimenti nei sistemi di accumulo per le rinnovabili, che permettono di immagazzinare l'energia che non viene immediatamente consumata. Tuttavia, non mancano le resistenze da parte dei produttori “tradizionali”
22 October, 2012
Nel decennio 2010-2020 ammonteranno a circa 3 miliardi di euro gli investimenti in Italia per migliorare i sistemi di stoccaggio delle rinnovabili, ovvero le tecnologie che permettono di conservare l'energia prodotta quando non può essere utilizzata nell'immediato. La stima è contenuta in uno studio realizzato dalla società di consulenze Business Integration Partners, secondo il quale i sistemi di accumulo rappresentano il futuro dell'industria fotovoltaica italiana e non solo.
Non mancano, tuttavia, problemi che ostacolano gli investimenti nel settori di accumulo, dalle lungaggini della macchina burocratica alle resistenze da parte dei produttori di energia tradizionale. Secondo Ugo Erich Govigli, amministratore delegato di Nec Italia, che ha dichiarato all'Adnkronos che «le centrali tradizionali vengono utilizzate anche per bilanciare la non prevedibilità delle fonti rinnovabili», in particolare di fotovoltaico ed eolico. Un compito ben pagato, il che spiegherebbe le resistenze della lobby energetica nell'investire sui sistemi di accumulo dell'energia.
Secondo Simone Togni, presidente dell'Anev, Associazione nazionale energia del vento, c'è stato, negli ultimi anni, qualche investimento sulla rete elettrica da parte di Terna. Ma per riuscire davvero a non sprecare l'energia delle rinnovabili, occorrerebbe «potenziare la rete, per consentire il deflusso, oppure introdurre i sistemi di accumulo ma solo dopo aver individuato la soluzione più efficace». Non a caso, l'Anev chiede da tempo «uno studio indipendente che analizzi la situazione individuando la soluzione migliore per il sistema, ossia se potenziare la rete elettrica, introdurre le batterie oppure entrambe le soluzioni».