Ecco lo studio JRC: Lombardia area più inquinata d’Europa. Genitoriantismog: scaduto ultimatum TAR Piano dell’Aria
Illustrato il progetto di ricerca europeo sull’inquinamento in Lombardia del 2010 dell’istituto per l’ambiente della Commissione Europea. Qui in allegato. L’appello della Presidente Genitoriantismog all’incontro in Comune con il Joint Research Centre (JRC). Gli interventi degli scienziati Maria Betti, Alois Krasenbrink, Bo Larsen, Giorgio Martini, Claudio Belis, Philippe Thunis del JRC. Presenti Basilio Rizzo, Pierfrancesco Maran e Carlo Monguzzi
05 November, 2012
Il 4 settembre scorso il TAR ha intimato alla Regione Lombardia la predisposizione entro 60 giorni del Piano dell’Aria che manca da tempo. Sono trascorsi i due mesi e Genitoriantismog ha sollecitato la Regione a provvedere.
"La ricerca di oggi non era ancora stata presentata ai milanesi e agli amministratori e ne approfittiamo per farlo” ha sottolineato la leader dell’associazione milanese, Anna Gerometta, riguardo lo studio europeo presentato a Palazzo Marino lunedì 5 novembre. "È da questi risultati che si evince che non basta cambiare il parco auto per uscire dall’emergenza, alla tecnologia che avanza bisogna affiancare decisioni sul campo, misure da prendere per diminuire i chilometri percorsi da mezzi privati e dal trasporto merci. E solo chi ci governa può introdurle”.
Il “Collaborative research project for air pollution reduction in Lombardia 2006-2010”- la ricerca sull’inquinamento atmosferico condotta dal Joint Research Centre della Commissione europea, sotto allegato, ha ancora una volta confermato le incidenze del trasporto su strada e dei riscaldamenti nell'inquinamento dell'aria nella regione Lombardia, ribadendo studi, numeri e dati già illustrati in altre occasioni (vedi Stati Generali dell’Aria di fine settembre).
Gli esperti del JRC hanno confermato la specificità della Pianura Padana, per posizione geografica e condizioni meteorologiche, che favoriscono l’accumulo dell’inquinamento. Solo strategie su larga scala e a lungo termine possono risolvere il problema. Non basta intervenire sulle polveri sottili del trasporto su strada – comunque confermato come maggiore responsabile diretto dell’inquinamento - ma lo si deve fare anche sulle emissioni gassose di NOx (ossidi di azoto) – in primis l’NO2 (biossido di azoto) - che provengono da industria, produzione di energia e combustione di gas naturale e che contribuiscono a creare la assai rilevante quota secondaria dell’inquinamento (effetto aerosol).
Il danese Bo Larsen, chimico del JRC, ha infatti ribadito come le sorgenti che hanno un impatto sulla qualita’ dell’aria in Lombardia vadano divise in due categorie, primarie e secondarie. In sostanza le polveri sottili sospese nell’aria si possono originare da una varieta’ di sorgenti stazionarie o mobili (particolato primario) o si possono formare nell’atmosfera a seguito di trasformazione di inquinanti dell’aria gassosi (aerosol secondario).
Nelle fonti del Pm10 in Lombardia sono in testa i trasporti su strada (23-26%) a cui vanno aggiunti i contributi secondari (l'usura di freni e pneumatici e la risospensione della polvere stradale dovuta al traffico) che incidono per il 20-25%. Seguono la legna bruciata in stufe e camini. Complessivamente quindi, si può affermare che i trasporti su gomma rappresentino circa la metà delle fonti totali, in una percentuale che varia fra il 43 e il 51%.
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