CONAI agli Stati Generali della Green Economy
La filiera del riciclo e del recupero degli imballaggi si presenta ad Ecomondo come settore industriale solido e strategico ed in controtendenza rispetto all’andamento dell’economia (+7,1% di crescita del giro d’affari nell’ultimo anno), vero volano della Green Economy
07 November, 2012
Nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy, Walter Facciotto, Direttore Generale Conai - il Consorzio Nazionale Imballaggi che ricopre un ruolo cruciale nella filiera del riciclo dei materiali di imballaggio - ha coordinato in questi mesi le attività del Gruppo di Lavoro “Sviluppo dell’ecoefficienza, della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti”. Tale Gruppo, il più numeroso ed eterogeneo degli 8 che hanno partecipato, ha visto il coinvolgimento di stakeholder appartenenti al mondo delle imprese impegnate in attività di valorizzazione dei materiali, associazioni di impresa, Università ed Istituti di Ricerca, associazioni ambientaliste ed ONG.
Tappe centrali del percorso verso un’economia verde, infatti, sono proprio lo sviluppo di processi di ecoinnovazione ed ecoefficienza che guidino il Paese verso un utilizzo sostenibile delle risorse e dei materiali, verso interventi di prevenzione della produzione dei rifiuti, riduzione degli sprechi, e soprattutto verso l’impiego di materie prime seconde.
In un contesto globale caratterizzato dall'aumento della domanda di materie prime, con rilevanti impatti ambientali ed economici, cresce la necessità del loro utilizzo in modo più efficiente, di ridurne i consumi e di promuovere l’impiego delle materie prime rinnovabili migliorando le performance e gli impatti ambientali.
L’utilizzo di materie prime seconde da rifiuti, grazie alla maggiore offerta quantitativa e qualitativa di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata e allo sviluppo dell’industria del trattamento, al quale contribuisce in misura sempre maggiore anche la filiera degli imballaggi, saranno, quindi, fondamentali per la competitività, la sostenibilità e la sicurezza dell'approvvigionamento di materiali a medio e lungo termine.
Il Sistema Consortile ha svolto un ruolo fondamentale in tale contesto: in 15 anni il recupero complessivo di rifiuti di imballaggio è aumentato del 140%. Nel 2011 sono stati recuperati 3 imballaggi su 4, erano 1 su 3 nel 1998. Nel 1998 andavano in discarica il 66,8% degli imballaggi immessi al consumo nazionale e ne veniva valorizzato solo il 33,2%. Oggi la situazione è completamente cambiata: grazie al Sistema Consortile che ha sostenuto e dato impulso alla valorizzazione dei materiali di imballaggio provenienti dalla raccolta urbana, oggi il 73,7% degli imballaggi immessi al consumo viene recuperato e solo il 26% viene avviato ad altre forme di smaltimento tra cui la discarica.
Il mercato delle materie da riciclo, che ormai risponde alle stesse logiche del mercato delle commodities, è in grado di creare ricchezza anche in termini di benefici ambientali collettivi. Grazie all’utilizzo di MPS si riducono infatti le emissioni di CO2, il ricorso alle materie prime, i consumi energetici e il ricorso alla discarica. Dal 1999 al 2011 la raccolta, il riciclo e il riuso dei materiali di imballaggio ha portato 11,1 miliardi di euro di benefici netti all’Italia. Un tesoro pari a una manovra finanziaria, risultato del bilancio costi-benefici dell’attività del Sistema CONAI, che comprende gli effetti prodotti dal sistema sia in termini economici che ambientali e sociali, diretti e indiretti. (Fonte: Althesys «MP2 Annual Report»).
Il volume d'affari del riciclo degli imballaggi è più del doppio del settore eolico italiano e oltre il 60% di quello fotovoltaico. L'industria del riciclo è stata seconda nel 2011 solo al settore delle energie rinnovabili e in testa nel 2012. La dimensione è superiore a settori industriali ben più radicati e storici nell’ambito del sistema Paese, ad esempio il tessile (8,4 miliardi di fatturato– fonte Centro Studi Moda Italia) e pari al settore della cosmetica. Rispetto all’anno precedente, il giro d’affari dell’indotto e dell’industria del riciclo nel 2011 (9,5 miliardi di euro) ha avuto un incremento del 7,1%, notevolmente superiore all’aumento registrato dal PIL italiano, che è stato solo dello 0,4%, e all’incremento della produzione industriale che si è attestato allo 0,1%.
Promossi dal Ministero dell´Ambiente e da un Comitato organizzatore di imprese, gli Stati Generali presentano a Rimini una proposta programmatica per lo sviluppo della green economy in Italia articolata in 8 tematiche strategiche: l’eco-innovazione, l’efficienza e il risparmio energetico, le fonti energetiche rinnovabili, il riciclo dei rifiuti, la mobilità sostenibile, le filiere agricole di qualità ecologica, i servizi ambientali, gli strumenti economici. Il 7 novembre alle ore 15.00, Walter Facciotto, Direttore Generale CONAI, ha aperto la sessione pomeridiana degli Stati Generali in qualità di portavoce di 4 degli 8 gruppi di Lavoro.
“Grazie all’attività che il Sistema Consortile ha svolto e continua a svolgere sul territorio con i Comuni sulla base dell’Accordo ANCI-CONAI, è stato possibile sfruttare le cosiddette “miniere metropolitane” – afferma Walter Facciotto, Direttore Generale CONAI - i rifiuti urbani da problema si sono trasformati in una risorsa da valorizzare per produrre nuova ricchezza. In questo contesto, l’industria italiana della valorizzazione e della preparazione al riciclo è forte e qualificata e pronta a guardare avanti investendo sempre maggiori risorse sia economiche sia umane.”
L’obiettivo è quello di creare le condizioni per una reale “Società del riciclo”: entro il 2020 dovranno infatti essere riciclati il 50% dei rifiuti di carta, legno, plastica e vetro prodotti nel nostro Paese. Obiettivi che potrebbero essere raggiunti attivando in futuro i sistemi di raccolta differenziata dove non ancora presenti, sviluppando tecnologie e soluzioni sempre nuove per ridurre gli scarti derivanti dalle attività di trattamento, aumentando la resa nella valorizzazione dei materiali raccolti a livello urbano e sviluppando il mercato dei prodotti a base di materiale da riciclo, ad esempio tramite il Green Public Procurement.