Green Economy ad Ecomondo: 70 proposte per uno sviluppo e un futuro sostenibili
Ecoinnovazione, risparmio energetico, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, ecosistemi e filiere agricole… Presentato a Rimini il lavoro dei gruppi tematici sulla Green Economy. Aperta la discussione degli Stati Generali sulle 70 proposte con l’intervento del ministro Clini e del fondatore Edo Ronchi. L’augurio del Presidente Napolitano. Il monito di Cogliati Dezza (Legambiente)
08 November, 2012
Adottare misure di fiscalità ecologica (5), accrescere il contributo delle assicurazioni per la gestione del rischio ambientale (10), sviluppare il riciclo dei rifiuti e abbattere lo smaltimento in discarica (24), rendere obbligatoria la massima efficienza elettrica nell'illuminazione pubblica (34), predisporre una strategia nazionale per il rilancio della filiera delle biomasse (47), favorire l'occupazione giovanile nelle filiere agricole (57) e tante altre ...
Sono ben 70 le idee, proposte, misure “verdi” partorite in questi mesi dai gruppi di lavoro degli Stati Generali della Green Economy e che vengono presentate il 7 e l’8 novembre a Rimini nel corso di Ecomondo, la fiera dello sviluppo e dell'economia sostenibile. La speranza degli addetti ai lavori è che queste proposte possano aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi economica e ad affrontare anche quella ambientale-climatica.
Gli Stati Generali hanno avuto un telegramma di augurio del Presidente della Repubblica Napolitano indirizzato ad Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile promotrice degli Stati Generali, e al Ministro dell’Ambiente Clini: “L’Italia può e deve senza ulteriori esitazioni colmare i ritardi rispetto agli standard europei e darsi più validi presidi nella difesa dell’ambiente e delle biodiversità, nella gestione sostenibile delle risorse naturali, nella valorizzazione del paesaggio e del territorio, nella generale adesione a comportamenti più sobri e rispettosi dell’ecosistema”.
I sei settori di intervento degli Stati Generali - ecoinnovazione; efficienza energetica ed eco-riqualificazione edilizia; sviluppo delle fonti rinnovabili; ecoefficienza dei materiali e gestione e riciclo dei rifiuti; ecosistemi e risorse naturali; filiale agricole e territorio; mobilità sostenibile – che hanno portato alle 70 proposte, sono stati presentati da Edo Ronchi: “La green economy non è più un convegno di sognatori, ma una rivoluzione ormai in corso, che però deve fare i conti con i nostri vecchi e consolidati modelli di produzione e consumo e con la mentalità di gran parte dei decisori politici, che stentano a capirne la potenzialità per l’Italia”.
Il Ministro Clini ha sottolineato come tra le priorità in Italia vi sia quella della semplificazione delle regole: «Negli anni è avvenuta una sedimentazione di troppe norme nate per difendere l'ambiente che invece ha ottenuto il risultato opposto. Abbiamo opere per l'ambiente che non vengono fatte - o rallentate di anni - per motivi ambientali; blocchi e ritardi causati da localismi e mancanza di una visione complessiva”. Tuttavia per Clini si deve scegliere la nuova direzione dell'economia italiana e la green economy può essere un modello decisivo. C’è sempre più domanda di tecnologie orientate a ridurre i consumi di risorse, energia, territorio e gli investimenti in tecnologie e sistemi sostenibili sono strategici per dare alla nostra economia un ruolo competitivo nel quadro mondiale. Per Clini il Governo, pur nei limiti delle politiche di bilancio, “ha aperto “finestre” per avviare un processo virtuoso e sostenibile“.
Anche per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la green economy è ormai un processo internazionale in corso. L’Italia dispone di buoni potenziali di sviluppo e molte imprese usano l’ecoinnovazione come arma di rilancio e di sviluppo sui mercati esteri. Per contro le imprese italiane pagano bollette energetiche molto salate per i costi delle fonti energetiche fossili che importiamo, ecco perché l’Italia ha un interesse strategico al risparmio energetico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. L’industria manifatturiera ha grande bisogno di materiali ricavati dal riciclo dei rifiuti. Le nostre filiere agricole possono migliorare valorizzando la tutela del territorio e le agro energie. Nuovi mezzi a bassissime emissioni e misure per una mobilità più sostenibile possono farci uscire dalla crisi dell’auto”.
Tra gli altri interventi, quello di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente che ha auspicato possa davvero nascere dagli Stati Generali una “Confindustria Verde” per l'Italia. Legambiente si è detta d’accordo al 90% con le buone proposte emerse per una green economy italiana, ma aspetta di vedere come si realizzeranno. Non si attua una green economy senza una green society – ha sostenuto Cogliati Dezza, rivolto anche al Governo – e bisogna seguire l’onda del cambiamento del milione e mezzo di cittadini che hanno scelto il fotovoltaico, di movimenti come Salvaiciclisti, di gruppi come quelli che si battono per gli orti urbani... Per potere attuare le 70 proposte di questi Stati Generali, gli interlocutori cruciali saranno i cittadini e i sindaci, entrambi da coinvolgere nel cambiamento culturale che la green economy esige.