Ecodom presenta i dati su produzione RAEE: Italia ancora indietro nella raccolta
Ecodom ha presentato la ricerca "I RAEE domestici generati in Italia": un'analisi a cura di United Nations University in collaborazione con Ipsos e Politecnico di Milano. Secondo lo studio una significativa quantità di RAEE generati in Italia oggi sfugge ai Sistemi collettivi
21 November, 2012
Ecodom, il Consorzio italiano di Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici, ha presentato a Roma la prima ricerca sulle quantità di Rifiuti Elettrici ed Elettronici domestici (RAEE) che si generano ogni anno in Italia. L’indagine è stata realizzata da United Nations University, il Centro Accademico di Ricerca dell’ONU, in collaborazione con Ipsos e con il Politecnico di Milano.
L’obiettivo primario della ricerca è stato di definire e quantificare i RAEE domestici che ogni anno gli italiani producono: questo dato rappresenta un importante punto di partenza per i decisori Istituzionali, che nei prossimi mesi saranno chiamati – attraverso il recepimento della nuova Direttiva Europea sui RAEE* – a decidere quale modalità utilizzare per fissare gli obiettivi di raccolta di questa tipologia.
Gli Stati Membri dovranno infatti scegliere tra un obiettivo calcolato come 85% dei RAEE generati oppure come 65% della media di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) immesse sul mercato nei tre anni precedenti.
Lo studio ha permesso inoltre di evidenziare i principali flussi “complementari”, paralleli rispetto al Sistema RAEE gestito dai Produttori di AEE, che intercettano quote rilevanti di RAEE.
Attraverso una puntuale ricostruzione delle quantità immesse sul mercato negli anni scorsi, la quantificazione del numero di AEE presenti nelle case degli italiani e la definizione dei “life profiles” delle diverse tipologie di apparecchiature, sono state calcolate le quantità di RAEE domestici generate ogni anno.
Nel 2011 è stata immessa nel mercato una quantità di AEE pari a 18,3 kg per abitante. La ricerca ha poi evidenziato che ogni anno sono prodotti dagli italiani 16,3 kg/abitante di RAEE. E’ stato stimato che i Centri di Raccolta e i Distributori intercettino complessivamente 11,2 kg/abitante, ma solo il 38,3 % di questi (pari a 4,29 kg/abitante) è stato consegnato ai Sistemi Collettivi.
Esiste quindi una significativa quantità di RAEE generati che oggi sfugge al Sistema RAEE: per poter raggiungere i nuovi obiettivi fissati dalla Direttiva Europea e colmare il gap che separa l’Italia da molti altri Paesi europei sarà necessario però individuare modalità che consentano di intercettare tutti questi flussi “complementari”.
Infatti dalla ricerca emerge che:
- 6,91 kg/abitante sono stati conferiti dai Centri di Raccolta e dai Distributori direttamente agli impianti di trattamento;
- 2,3 kg/abitante sono stati smaltiti in modo non corretto dai cittadini;
- 2,1 kg/abitante sembrano essere stati riutilizzati dai consumatori; di questi però solo 1,4 kg/abitante è stato effettivamente riusato, mentre 0,7kg/abitante sono stati esportati come “AEE usate”;
- 0,6 kg/abitante restano abbandonati in abitazioni secondarie.
I flussi più difficili da intercettare sono quelli dei RAEE appartenenti ai Raggruppamenti R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, scalda-acqua) e R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica).
Questi RAEE infatti sono diventati sempre più appetibili dal punto di vista economico a causa dell’aumento del valore delle materie prime seconde (metalli e plastiche) in essi contenute.
La competizione tra gli impianti di trattamento – che nel nostro Paese sono in sovrannumero rispetto al fabbisogno teorico – rischia inoltre di provocare una “gara” ad intercettare quanti più RAEE possibile, riducendo il livello qualitativo del trattamento per contenerne i costi.
Per raggiungere gli obiettivi fissati dalla nuova Direttiva Europea (che si attestano tra i 12 e i 13,8 kg/abitante in base alla modalità di definizione del target di raccolta**) il Sistema RAEE deve poter contare su una completa tracciabilità di tutti i flussi in cui i RAEE sono raccolti, gestiti e trattati; inoltre è indispensabile che tutti questi flussi garantiscano i medesimi standard qualitativi dal punto di vista ambientale.
“Questo studio ha evidenziato come i nuovi obiettivi fissati dall’Unione Europea saranno difficilmente raggiungibili se i singoli Stati membri non si assumeranno la responsabilità e il compito di individuare e tracciare tutti i RAEE, che oggi si disperdono in molteplici flussi, alcuni spesso illegali, rappresentando una seria minaccia ambientale oltre che una significativa perdita economica – afferma Paolo Falcioni, vice presidente di Ecodom -. Ogni Paese dell’Unione Europea sarà chiamato, a partire dal 2019, a raccogliere l’85% dei RAEE che annualmente si generano nel proprio territorio o il 65% dei prodotti immessi sul mercato: il Sistema Raee italiano rischia di non trovarsi pronto per quella data.”
* pubblicata in Gazzetta Ufficiale dall’UE, il 4 luglio 2012. L’Italia è chiamata a recepire la Direttiva entro 18 mesi dalla pubblicazione
** 85% dei RAEE generati o il 65% della media di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti