Il calo dei rifiuti nel 2012 secondo La Stampa
Articolo de La Stampa sul calo della produzione rifiuti a Torino e provincia nel 2012 (-3,8% rispetto al 2011). Leggendo bene i dati in tabella si comprende però che le cifre usate per il confronto fanno riferimento solamente all'indifferenziato prodotto nei primi dieci mesi del 2011 e del 2012. On line il testo dell'articolo del 08.01.2013 e il il 4° aggiornamento del Piano d'Ambito ATO-R da cui sono stati tratti i dati
08 January, 2013
Alessandro Mondo
Ci sono particolari che rendono la dimensione di un problema, diciamo pure di un’emergenza, meglio di tante statistiche.
Così apprendiamo che anche nell’anno appena congedato la crisi ha colpito duro, durissimo. Per il numero delle fabbriche chiuse o in procinto di chiudere, certo. E per l’aumento della cassa integrazione. Ma anche per il crollo che ha interessato la produzione di rifiuti urbani, la cartina di tornasole dei consumi domestici. «Dalle prime previsioni di chiusura dell’anno risulta per il 2012 una riduzione della produzione dei rifiuti a Torino quantificabile, almeno per quel che riguarda la frazione indifferenziata, di circa il 4% rispetto al 2011», spiega Maurizio Magnabosco, amministratore delegato di Amiat Tendenza confermata dall’Ato-rifiuti.
La differenziata frena
Inutile consolarsi con la performance della raccolta differenziata a Torino e provincia, che oltretutto ristagna rispetto alle accelerate del passato e nel caso di Torino decelera - , con il ricorso al pretrattamento dei rifiuti o con l’ottimizzazione degli spazi nelle discariche operative. Questi fattori, semmai, incidono nella filiera a valle della produzione della pattume.
Per spiegare il calo del 2012 rispetto al 2011 (- 3,8%), peraltro condiviso da tutti i consorzi, non c’è che la recessione: compriamo meno, ricicliamo di più, produciamo meno scarti. Qualche numero tra i consorzi che hanno registrato i picchi maggiori, in negativo: Acsel (Val di Susa), - 13,7%; Bacino 16 (zona Nord di Torino), - 4,1%; Cidiu (zona Ovest), -6,1%; Ccs (Chierese), - 6%; Scs (Canavese), - 4,1%.
Le novità del 2013
Numeri forniti dall’Ato-R (l’associazione torinese per i rifiuti) , che giovedì riunirà per l’ultima volta l’attuale cda prima delle dimissioni in blocco: lascia Paolo Foietta, il presidente, lasciano i membri del consiglio. Perché? In prospettiva la nuova legge regionale sui rifiuti pensionerà l’Ato-R, rimpiazzandola con la Conferenza d’ambito, e in polemica con lo snaturamento del profilo pubblico di Trm a seguito della vendita dell’80% ai privati. A proposito: il bando per le nuove nomine, dell’Ato, nella fase di transizione, è andato deserto. Due decisioni, una tecnica e l’altra di carattere politico, nel contesto di un panorama che sta cambiando molto velocemente. Tra gli elementi di novità va certamente annoverato l’inceneritore del Gerbido, pronto a debuttare nel mese di aprile. Allo stesso modo, andranno valutati gli effetti della legge regionale, con la riorganizzazione della «governance del sistema di gestione dei rifiuti urbani, l’entrata in scena della Tares, che promette di far rimpiangere la vecchia e detestata Tarsu, la chiusura di alcune delle discariche oggi attive e l’utilizzo delle volumetrie di quelle superstiti. Insomma: sarà un 2013 ricco di novità, non necessariamente per il meglio. Molte variabili, persino troppe. Non è un caso se per il 2013 l’Ato si limita a una serie di previsioni: produzione di rifiuto indifferenziato invariata rispetto a quella del 2012 e quantitativo di terre di spazzamento avviate a recupero pari a 11.400 tonnellate.
Le discariche
Restando al presente, il calo delle percentuali interessa anche gli snodi della filiera a valle della produzione di rifiuti. È il caso della riduzione del ricorso alle discariche, effetto di due fattori: la quota di rifiuti inviata al pretrattamento, cioè a impianti fuori provincia che abbattono l’«umido», e il recupero delle «terre di spazzamento» (ad esempio, quelle provocate dai cantieri). Obiettivo, quest’ultimo, perseguito dall’Ato e seguito nei primi dieci mesi del 2012 da una diminuzione del 10,65% rispetto al 2011. Anche in questo caso la dinamica è trasversale ai consorzi, con impennate nel Pinerolese (Acea, -35,2%), in Val di Susa (Acsel, -26,4%), Chierese (Ccs, - 12,2%), e Torino città (Bacino 16, - 10,3%).
NdR: nell'illustrazione dell'articolo è riportata la tabella pubblicata su La Stampa. I dati sembrano riferirsi a tutti i rifiuti urbani e confrontare i dati di un intero anno (2011) con quelli dei primi 10 mesi del 2012. Invece si tratta dei dati riferiti ai soli rifiuti urbani residui al netto della RD, e per i soli primi 10 mesi degli anni 2011 e 2012. In base ai dati pubblicati dall'Osservatorio rifiuti della Provincia di Torino il totale dei rifiuti urbani residui nel 2011 è stato di 531.250 tonnellate (nella tabella pubblicata da La Stampa sono riportate 445.478 tonnellate
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