Il 2012 delle rinnovabili italiane: tra i nuovi incentivi e il traguardo della “grid-parity”
Da AGI Energia del 08.01.2013
09 January, 2013
di Lorenzo Colasanti, Davide Chiaroni, Federico Frattini (Energy & Strategy Group - Politecnico di Milano)
L’anno appena trascorso, se non di svolta, può essere sicuramente considerato di profondo cambiamento per il mondo delle rinnovabili in Italia. Le modifiche al contesto normativo hanno posto gli operatori della filiera dinanzi ad un repentino cambiamento di scenario, per il quale si rendono necessari profondi adeguamenti strutturali alle nuove prospettive di mercato.
Procedendo in ordine temporale, la prima, e forse più radicale, innovazione è rappresentata dall’entrata in vigore del Quinto Conto Energia (DM 5 Luglio 2012), che dal 27 Agosto regola l’incentivazione al fotovoltaico e che si propone dichiaratamente come l’ultimo sistema a supporto di questa fonte. Oltre alla riduzione nelle tariffe, compresa tra il 50 e il 75%,che colpisce ancora una volta le taglie più grandi, la novità più critica risulta l’estensione dei Registri a tutti gli impianti superiori ai 12 kW, responsabile, a detta degli operatori, dell’aggiunta di una ulteriore alea di incertezza per lo sviluppo dei progetti di medio-piccola taglia. La definizione del tetto massimo di spesa, pari a 6,7 miliardi di € ha reso la fine dell’incentivazione uno scenario ormai prossimo. Se è infatti vero che al Conto Energia restano pochi mesi di vita ( il contatore GSE segna 6,5 miliardi di € alla fine di Dicembre), è altrettanto vero chel’intera filiera ha già iniziato a valutare le alternative che renderebbero convenienti gli investimenti in “grid-parity”, individuando nell’autoconsumo e nelle detrazioni fiscali, per gli impianti di media e piccola dimensione, e nella necessità di una chiara regolamentazione di riferimento per applicazioni come i SEU (Sistemi Efficienti di Utenza) e i RIU (Reti Interne di Utenza), per le taglie più grandi, le strade obbligate nel breve e medio termine.
L’aggiornamento normativo ha coinvolto anche le altre FER elettriche che con il con il “DM 6 Luglio 2012” vedono di fatto estinguersi il meccanismo dei Certificati Verdi, sostituiti da una tariffa onnicomprensiva riconosciuta per 20 anni. Il cambiamento più importante in questo caso è rappresentato dalla radicale modifica nelle modalità di accesso all’incentivazione, che oltre ai Registri prevedono, per le grandi taglie, l’introduzione dello strumento delle Aste al ribasso. In aggiunta all’incertezza derivante dall’effettiva entità delle tariffe, fissate in maniera “competitiva”, l’elemento di maggiore criticità è costituito dal contingentamento della potenza ammessa ad incentivazione, che a conti fatti potrà imprimere una significativa contrazione al mercato delle installazioni di grande taglia (500MW annui previsti per l’eolico contro una potenza installata di quasi 1 GW nel solo 2011 e 990MW ammessi per le biomasse tra il 2013 e il 2015 contro 1,5GW di potenza installata tra 2009 e 2011). Tuttavia rimangono interessanti le potenzialità per le piccole applicazioni, quali il mini eolico e il biogas di piccola taglia (1MW), che sfruttando tariffe ancora “generose” e premi per la cogenerazione ad alto rendimento, per l’utilizzo di sottoprodotti e per il trattamento dei nitrati, potranno rappresentare un mercato interessante anche nei prossimi anni.
Appare evidente come la priorità d’intervento del legislatore sia stata quella del contenimento dei costi per l’incentivazione delle FER elettriche, che trova conferma nella bozza della “Strategia Energetica Nazionale”, in cui tra le misure prospettiche figura anche l’intenzione di limitare la crescita della spesa statale per l’incentivazione a 12,5 miliardi di € annui al 2020 rispetto ai circa 10 del 2012. Oltre ad una serie di punti criticati a gran voce dal mondo delle rinnovabili (come l’incremento della produzione nazionale di idrocarburi, con un +46% prospettico per il gas e un +148% per il petrolio), la SEN riconosce la priorità strategica all’efficienza energetica, con l’innalzamento dell’obiettivo di risparmio sui consumi di energia primaria per il Paese al 24% rispetto ai consumi inerziali previsti al 2020, superando gli obiettivi comunitari fissati con il “Pacchetto 20-20-20”.
Su questa linea si colloca l’approvazione del tanto atteso “Conto Termico”, concepito come strumento di supporto agli interventi di efficientamento energetico per la Pubblica Amministrazione oltre che all’installazione di impianti per la produzione di energia termica per tutte le tipologie di investitore. Le ultime revisioni alla bozza di Decreto, accolte dalla Conferenza delle Regioni il 6 Dicembre scorso, hanno esteso l’applicabilità degli incentivi, che consistono in un rimborso dei costi di investimento fino al 40% delle spese complessivamente sostenute su un orizzonte che varia tra i 2 e i 5 anni, anche agli impianti a biomassa fino ai 1.000kWt ed alle nuove installazioni per i fabbricati rurali. Se il nuovo quadro normativo di riferimento non può che essere salutato positivamente dal mondo delle rinnovabili termiche, appare ancora limitativo il totale delle risorse messe a disposizione ( 900 milioni di € annui, 200 dei quali riservati alla Pubblica Amministrazione).
Ultima in ordine temporale, ma sicuramente non per importanza, è la “Deliberazione 20 Dicembre 2012 570/2012/R/EFR”, con la quale l’AEEG ha definito le nuove modalità attraverso le quali sarà regolato il meccanismo dello “Scambio sul Posto”. In sostanza la novità introdotta, non del tutto inattesa, riguarda la definizione di un limite massimo di rimborso degli oneri generali di sistema che vengono attualmente restituiti in maniera integrale al produttore con il “Contributo in Conto Scambio”.
Il quadro prospettico che emerge mostra quindi una profonda revisione legata al perseguimento del risparmio energetico come strumento necessario per la competitività del Sistema Paese, che oltre a mettere a dura prova gli operatori, i quali dovranno necessariamente adeguarsi al taglio degli incentivi, spinge all’adozione di un nuovo modello di business concepito sulla fornitura di “Servizi Energetici” per il cliente più che alla semplice offerta di tecnologie che ha caratterizzato il processo di sviluppo delle FER in Italia negli ultimi anni.