AreaC, il bilancio di Repubblica e le interviste ai cittadini
Il 16 gennaio è il primo compleanno del ticket antitraffico e Repubblica Milano dedica due pagine alla ricorrenza. Molti gli applausi al progetto guida della mobilità della giunta Pisapia e altrettante le contestazioni. Le interviste ai milanesi. Tra due mesi la fine della sperimentazione e il varo del modello definitivo con conferme e novità - da Repubblica del 15.01.2013
15 January, 2013
di Ilaria Carra
b]AreaC al giro di boa: il 16 gennaio è il primo compleanno del ticket antitraffico, il marchio di fabbrica della politica sulla mobilità della giunta Pisapia che prevede il pagamento di 5 euro per (quasi) tutte le auto dirette nella Cerchia dei Bastioni e l’espulsione dal centro di quelle più inquinanti, diesel Euro 3 compresi. Introdotta il 16 gennaio del 2012, in dodici mesi la congestion charge è passata attraverso plausi ed elogi ma anche contestazioni e ricorsi al Tar, compreso quello che a luglio venne accolto (in appello) e portò alla provvisoria sospensione.
La promessa mantenuta dal sistema di pedaggio è la più naturale, quella di aver scoraggiato il traffico: le auto in ingresso in centro sono scese di oltre il 30 per cento, e sono stati 41.400 gli ingressi quotidiani risparmiati fino alla fine di novembre. Obiettivo centrato, rispetto alle aspettative, anche l’abbattimento delle emissioni di polveri sottili in centro del 20 per cento; mentre inferiori rispetto alle ipotesi iniziali sono stati gli incassi, nel 2012 più bassi di 10 milioni di euro rispetto al previsto.
Area C terminerà a marzo la sua fase sperimentale: toccherà al Consiglio comunale darle una forma che sia quella definitiva. Sembra quasi certo che le regole di base resteranno le stesse seguite finora, deroghe ai mezzi 'puliti' comprese, e che verrà introdotto un sistema di mini-sanzioni, intorno ai 30 euro, per mettersi in regola entro una settimana dal passaggio sotto un varco senza dover sborsarne 82 di multa.
La veste definitiva del pedaggio sarà nota tra due mesi. Di certo il ticket ha cambiato la vita, nel bene o nel male, a molti milanesi e non. Dal tassista al ristoratore, dal residente fuori dalla Cerchia al medico con studio in centro, ecco le testimonianze di chi, ogni giorno, da un anno fa i conti con Area C.
LE INTERVISTE DI ILARIA CARRA E FRANCO VANNI
1) “Centro finalmente libero si lavora meglio e di più”, l'intervista al tassista
Sergio Ventimiglia, tassista in città dal 1996, come giudica Area C dopo un anno?
«Novità positiva. Meno traffico e meno caos, quindi corse più rapide e clienti soddisfatti».
Corse più rapide significa anche tassametro più leggero?
«Abbiamo perso qualche euro, ma guardiamo al futuro: il fatto che la corsa media sia scesa da 13 euro a 11 probabilmente invoglierà più persone a spostarsi in taxi».
Dopo l’introduzione di Area C ha visto un aumento del traffico fuori dalla cerchia dei Bastioni?
«Forse nelle prime settimane, poi basta. Senz’altro il traffico non è diminuito, ed è un peccato. Capita di attraversare il centro in maniera molto rapida e poi bloccarci nei soliti imbuti, come piazza XXIV Maggio o Cinque Giornate».
Fra i vostri clienti nessuno si lamenta di Area C?
«Molti residenti del centro brontolano. Dicono che è assurdo pagare per tornare a casa. E li capisco. Per loro entrare e uscire dal centro in molti casi è una necessità, come lo è per noi tassisti. Noi siamo esentati dal pedaggio, loro dopo 40 ingressi devono pagare».
Lei cosa cambierebbe?
«Bisogna dare un nuovo impulso. Io sarei favorevole all’allargamento dell’Area C alla cerchia della 90/91. Per noi sarebbe una svolta, anche dal punto di vista degli affari».
Sareste disposti ad abbassare le vostre tariffe?
«Non ce ne sarebbe bisogno. Sotto i 13.90 euro il tassametro sale lentamente, oltre quella soglia va più in fretta: corrisponde a 15 minuti di corsa. Con un’Area C più ampia sarebbe possibile compiere in un quarto d’ora anche spostamenti molto lunghi».
2) La ristoratrice: “A pranzo qui è il deserto dovrò licenziare il cuoco”
Iride Benvenuti, cuoca e amministratrice del ristorante “Il Gargantua”, che giudizio dà ad Area C dopo dodici mesi?
«Il mio ristorante è in corso di Porta Vigentina, all’interno della zona a pedaggio. Il danno è stato fortissimo: non sono ideologicamente contraria, per carità, ma il ticket ci ha davvero messo in ginocchio».
Cosa vi danneggia?
«A pranzo non viene più nessuno. Il calo è stato repentino, dall’oggi al domani. Se prima di Area C a mezzogiorno facevamo fra 20 e 30 coperti, ora tengo aperto per tre o quattro clienti affezionati».
La sera va meglio?
«Tutt’altra cosa. Non siamo sempre pieni ma lavoriamo».
La crisi l’avete sentita?
«Certo, come tutti. Ma contro la crisi puoi lottare. Con sconti alle famiglie e ad alcune aziende in qualche modo ci siamo risollevati. Di fronte ad Area C, invece, siamo disarmati. Capisco i clienti che vanno altrove: per venire qui, oltre ai 5 euro, devono grattare tagliandini, mandare sms e simili».
Molti suoi vicini di serranda hanno in vetrina volantini contro Area C, lei no. Come mai?
«Non è nel mio carattere protestare. Il cartello sarebbe poco piacevole per alcuni clienti: molte mogli di ricchi signori sono contente di Area C. Dicono che camminano meglio, respirano meglio. Esistono anche loro. Anche se fanno una vita molto diversa dalla mia non voglio offenderle».
In quanti siete a lavorare al ristorante?
«Quattro persone in tutto: io, un cameriere, un cuoco che mi aiuta, un pastaio. Ma se a pranzo continueremo a essere così deserti dovrò lasciare a casa il cuoco. Con lui ne ho già parlato. E la cosa mi addolora tantissimo, per me il ristorante è una famiglia».
3) Il residente fuori dalla Cerchia: “La mia auto resta nel box mi sono dato al car sharing”
Marco Gonella, architetto, lei vive in zona Porta Romana ma fuori dalla Cerchia dei Bastioni: Area C ha cambiato le sue abitudini?
«Fino a un anno fa usavo quasi sempre l’auto. Ma con il ticket mi sono detto che non ne valeva più la pena, anche perché avrei dovuto sborsare 5 euro ogni giorno. Allora mi sono convertito al car sharing».
E come si trova?
«Benissimo. Sono un libero professionista, posso gestirmi l’agenda come voglio. Così quando ho un appuntamento in centro prenoto l’auto ed elimino tutti i problemi. Di solito questo accade due o tre volte la settimana. Non vivo il dramma del parcheggio, e dell’annesso rischio multe, perché con il car sharing si può posteggiare su tutte le strisce. E soprattutto non ho l’angoscia del ticket».
Quanto spende mediamente?
«Sono 180 euro di abbonamento all’anno. E poi circa 150 euro al mese, di media. Uso la mia auto solo se devo andare fuori città. È una soluzione ottimale, per me. Io, che sono contrario di principio ad Area C perché mi pare solo un palliativo, ho risolto così i miei problemi. Anche se qualche intoppo il car sharing ce l’ha».
Cioè?
«Innanzitutto manca un call center con una persona fisica che risponda se uno ha qualche problema. C’è poi una questione di inciviltà: capita spesso di trovare la propria piazzola occupata da auto che non c’entrano col car sharing. In quel caso la scocciatura c’è e si perde del tempo. Infine, mi è capitato di chiedere informazioni all’Atm point in centro (il servizio è gestito da Atm, ndr) e di ricevere risposte, come dire, poco professionali».
4) Il medico con studio in centro: “Nessun calo tra i pazienti però vorrei ingressi gratis”
Roberto Elli, medico di base con studio in via Olmetto, in pieno centro: in questo primo anno di vita di Area C ha notato una diminuzione di pazienti?
«Direi di no: e il calo, se c’è stato, è risultato trascurabile. Come tanti colleghi avevo un po’ anch’io il timore che il ticket potesse scoraggiare l’affluenza in centro. E invece devo ammettere che è cambiato poco o niente».
I suoi pazienti, insomma, non l’hanno lasciata.
«Molti di loro vivono in centro, dentro la Cerchia, e quindi non hanno alcun problema: non usavano l’auto prima e continuano a non farlo. Gli altri, che arrivano da fuori, hanno cominciato a servirsi dei mezzi pubblici o del taxi. Senza troppe lamentele, peraltro».
E lei ha avuto problemi?
«Io vivo fuori dal centro e uso soprattutto la bici anche per le visite a domicilio. Lo facevo già prima dell’introduzione di Area C, quindi le mie abitudini in questo caso non sono cambiate. Certo, quando sono costretto a usare l’auto devo pagare il ticket. E forse questo non è proprio giustissimo, dato che svolgo un servizio di pubblica utilità».
Sarebbe giusta qualche agevolazione?
«Per la nostra categoria, forse sì, sarebbe auspicabile. Non dico di riservare a medici e pazienti i parcheggi come fanno in Svizzera, ma il Comune avrebbe almeno potuto concedere ai medici di base che vivono fuori, ma hanno lo studio in centro, un pacchetto di 40 ingressi come hanno fatto con i residenti. Per noi, invece, dovrebbe essere previsto uno sconto a 3 euro anziché 5. Ma per averlo bisogna sottoporsi a una trafila davvero farraginosa: praticamente non ne vale la pena».