Blocco Euro 3 Diesel, come fanno in Germania? “Servono scelte stabili e chiarezza sugli obiettivi”, parola di BUND
Secondo il responsabile Traffico della più grande associazione ambientalista tedesca “il blocco agli euro 3 Diesel nelle aree urbane è utile, anche se non sufficiente” e le polemiche sul rinnovo del parco auto “non fondate sui fatti”. L'opinione sull'Italia: “I politici si assumano la responsabilità delle scelte”
01 February, 2013
Un passo avanti e uno indietro, così nasce l’Europa a due velocità. Il caso delle misure adottate per ridurre il traffico nelle grandi città è esemplare: a scelte incerte e approssimative in Italia, corrispondono Oltr’Alpe tappe progressive e soluzioni stabili. Ma saranno giuste?
Siamo andati a chiederlo ad alcuni esperti del settore in Germania, la “patria dell’automobile” ma anche della riconversione ecologica. Cominciamo da una delle più grandi associazioni ambientaliste tedesche: la BUND: Arne Fellermann è il responsabile per il settore Trasporti.
Signor Fellermann, un numero crescente di città tedesche ha introdotto il blocco totale alla circolazione delle auto Euro3 Diesel nelle zone a traffico limitato, le cosiddette “Umweltzone”. Cosa pensate di questo provvedimento?
Bisogna partire dalla situazione a monte: la qualità dell’aria in Europa e i suoi riflessi sulla salute e sul clima. C’è la necessità di ridurre le emissioni inquinanti e la CO2, anche per tutelare la salute delle persone! Ebbene, le Zone a Basse Emissioni (L.E.Z. in inglese) possono giocare un ruolo importante. Se non ci fosse il problema del traffico e dell’inquinamento nelle aree urbane queste soluzioni non sarebbero necessarie, ma il problema c’è.
Quali sono i risultati?
Lo scopo, ribadisco, è ridurre la quantità di macchine più inquinanti e di favorire mezzi più ecologici, con effetti positivi per l’ambiente e per la salute. A Berlino, dove la limitazione è stata introdotta dal 2008, i risultati sono incoraggianti per quanto riguarda le PM10 [-10% secodo l'Agenzia Federale per l'Ambiente] e sorprendenti per quanto riguarda l'NO2 [- 20%] e soprattutto la fuliggine derivante dalle marmitte esauste: secondo il Dip. Qualità dell'Aria della città di Berlino, la riduzione è del 58%!
Siete quindi favorevoli al blocco della circolazione per le auto più inquinanti...
Per noi, le L.E.Z. sono strumenti utili, anche se non sufficienti. Innanzitutto queste aree con limitazione del traffico devono essere ampie, controllate e severe: quelle parziali (per tipo di veicolo o fascia oraria) hanno effetti, appunto, molto parziali. Inoltre vanno affiancate da altre soluzioni: trasporti pubblici convenienti e incentivi ad altri mezzi di trasporto. In primis le biciclette.
Cosa pensate dell’accusa che limitare la circolazione alle auto più vecchie sia una concessione alle industrie dell’auto per vendere nuove vetture?
Un incoraggiamento a rinnovare il parco auto c’è, ma non è rilevante: non risulta una crescita significativa nella vendita di auto nuove, mentre è cresciuta molto la qualità dell’aria. C’è stato qualche effetto sulla green economy, questo sì, come lo sviluppo di piccole aziende che fanno filtri antiparticolato.
Passando all’Italia, solo Milano ha imposto il blocco alle auto Euro 3 Diesel nell’area C. A Torino, invece, un provvedimento analogo ha sollevato dure proteste ed è stato ritirato, tanto che tra una settimana le auto in questione torneranno a circolare nella zona a traffico limitato. Cosa pensa di questa situazione?
Introdurre L.E.Z. non è certo un modo per vincere le elezioni. Anche in Germania c’è chi è contrario, perché vuole mantenere le vecchie abitudini. Ma chi le sceglie deve essere convinto e assumersi la responsabilità politica di queste scelte, che vanno spiegate alla popolazione. E accompagnate da soluzioni positive, come l’aumento dei mezzi pubblici. Non si può fare marcia indietro alla prima protesta.
In generale, analisi comparative tra Milano, Roma e alcune città europee dimostrano che in Italia il problema non è preso abbastanza seriamente e la qualità dell’aria resta pessima. Con effetti negativi per la salute.
Il sito della Campagna per il Clima