La "città infinita": costruita dai bambini con 400 kg di materiali di scarto
Architettura fantastica e edilizia eco-efficiente: case, parchi di divertimento e piste ciclabili, partendo da 400 chili di esuberi aziendali (pezzi di legno e di metallo). “Città infinita” una proposta di gioco sul tema della città e dell’ambiente. Protagonisti (non solo) i bambini
03 February, 2013
I materiali in questione sono pezzi di legno e altri semilavorati di cui le imprese del settore dovevano disfarsi ma che vengono recuperati come elementi da costruzione a disposizione per la città. Da qui nasce l’idea di Mao Fusina e di Roberta Genova: far sorgere una città (infinita) dai materiali di scarto, riscattando finalmente Leonia, la città che Italo Calvino descrive ne “Le città invisibili” (1972) come circondata da altissime montagne di rifiuti.
Qui infatti i “rifiuti”, gli esuberi aziendali (pezzi di legno o sfere metalliche) assumono un nuovo significato. Lungo una scia luminosa si sviluppa la città eco-sostenibile. I bambini, in compagnia degli adulti, sono all’opera nella città dei loro sogni. Architetture fantastiche ma anche edilizia eco-efficiente: case e condomini, parchi di divertimento e piste ciclabili. E poi ponti, campanili, grattacieli, teatri, biblioteche, planetari, e lo stadio. In poche parole una città eco-sostenibile.
Come si gioca? Ogni partecipante, bambino, adulto o gruppo che sia, inizia a costruire la propria casa con un numero finito di pezzi. Poi “i vicini di casa” uniranno le loro abitazioni attraverso una strada o un percorso ciclabile, e insieme dovranno decidere quale opera pubblica costruire per migliorare l’ambiente e la qualità della vita, uno spazio a servizio di tutti, un parco naturale o una scuola alimentata da pannelli solari, un teatro o un centro comunale di raccolta. Da una parte l’interazione con i genitori consente di creare strutture innovative, progetti più complessi, la dimensione diventa quella di una progettazione urbanistica; dall’altra luci, colori, suoni e profumi immergono i visitatori in un mondo di fantasia.
La proposta di gioco educativa ha dunque due elementi fondamentali: la creatività e il materiale di scarto aziendale (più di 400 chili recuperati da varie imprese del settore artigianale e industriale) Gli esuberi industriali sono e pezzi di legno e di metallo di varie dimensioni, rifiniti e piacevoli al tatto. La varietà di forme e dimensioni, inoltre, rende questi elementi dei mattoncini perfettamente incastrabili.
Il risultato? Una cultura dello spazio di vita sostenibile, partecipata e dunque serena, e ha il merito di rilanciare così il dialogo sul tema della città e dell’ambiente, intesi anche come progetto di un percorso comune.
Roberta Genova
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