«Milano ha 170 mila piante ma hanno poco spazio»
L' ESPERTO
02 March, 2004
Il più antico? «La quercia ultracentenaria dentro i giardini Montanelli. Che rivaleggia però con il vecchio platano della Villa Comunale». Il più raro? «Forse la Zelkova, un olmo siberiano, che si trova in una delle aiuole in piazza della Repubblica». Quanti sono gli alberi di Milano? «Circa 170 mila». E come vivono? «Considerando che molti sono immersi nel cemento, non stanno poi così male». Anche se di patimenti ne subiscono parecchi. Una sofferenza lenta e continua. L\' aggressione quotidiana di smog, traffico, parcheggi, cantieri. Carlo Maria Marinoni, agronomo, è un funzionario del Settore parchi e giardini del Comune. Perché soffrono gli alberi in città? «Primo: quelli grandi sono troppo vicini. Una quercia, ad esempio, avrebbe bisogno di almeno 50-60 metri quadrati di terreno. Nella maggioranza dei viali di Milano c\' è invece una pianta ogni 5-6 metri». Poco spazio, ma in che condizioni? «Pessime: spesso nel sottosuolo della città si trova terra di riporto, mista a calcinacci e residui vari. Senza contare il reticolo di tubature, fogne, cavi dell\' elettricità e del telefono, fibre ottiche, la metropolitana. È in questo variegato caos che sono immerse le radici». E all\' esterno? «Le auto parcheggiate accanto agli alberi, sui parterre, sono una tortura continua». Perché? «Le radici sono la parte più importante dell\' albero. Il peso delle auto le schiaccia. E questo può compromettere la stabilità della pianta». Come prevenite le cadute? «Con un monitoraggio continuo degli alberi in sofferenza. Durante i nubifragi estivi può staccarsi qualche ramo, ma negli ultimi 5-6 anni si sono ridotte moltissimo le cadute» Che effetto ha lo smog sulle piante? «A fine stagione, sulle foglie, si raccoglie una coltre di polveri. Si accumulano piombo e zinco. Tutti veleni che le piante risparmiano ai nostri polmoni». Altri elementi di sofferenza? «I fili che attraversano le chiome e le condizioni di luce alterate. I lampioni e le superfici specchianti dei palazzi, sempre più numerose, agiscono negativamente sul metabolismo naturale». Che genere di alberi si trovano a Milano? «Soprattutto latifoglie e spoglianti. Flora tipica della zona: platani, aceri, querce, frassini, tigli». E specie «importate»? «Nel \' 700, ad esempio, Maria Teresa d\' Austria introdusse a Milano l\' albero che adorava e con cui aveva riempito Vienna: l\' ippocastano». Come si è adattato? «Benissimo, per molto tempo. Poi però non ha sopportato il peggioramento della qualità dell\' aria. Cento anni fa, in via XX Settembre, in Lazzaro Papi, lungo i bastioni di Porta Venezia, gli ippocastani fiorivano magnificamente, ora soffrono». Che età hanno le piante milanesi? «Lungo la maggioranza dei viali, gli alberi sono stati piantati negli anni 1946 e 1953-\' 54, dato che durante la guerra la maggior parte erano stati tagliati». Sono dunque «anziani»? «Purtroppo iniziano ad avere un\' età ragguardevole. Tra 15-20 anni molti potrebbero andare in crisi». Gianni Santucci