Alberi & parcheggi, parlano alcuni docenti del Politecnico
17 March, 2004
di Paolo Carli Eco dalle Città, alla luce della polemica che imperversava dalle pagine del Corriere di Milano a proposito dell’espianto di numerosi alberi d’intralcio alla costruzione di parcheggi interrati, ha deciso di chiedere l’opinione di alcuni esperti del settore. La professoressa Maria Bottero, direttrice del Master di Progettazione Ambientale del Politecnico, s’è detta scandalizzata da una pratica progettistica che non si interessa dei problemi contingenti di un’area di progetto. Citando le sue esperienze pregresse nei Laboratori di progettazione del Politecnico, sottolinea come un approccio di questo tipo sia quanto di più lontano dai precetti impartiti didatticamente agli studenti dei suoi corsi. Afferma inoltre che il progetto è uno strumento di gestione dello spazio “in divenire” a seconda delle situazioni che si devono risolvere. La rimozione tout court dell’ostacolo, in questo caso gli alberi, è indice del livello qualitativo della progettazione stessa. In altre parole un progetto che nella fase di studio non ha tenuto conto della salvaguardia della vegetazione, così come di qualsiasi problema tecnico, non è un buon progetto. Anche il professor Luca Maria Francesco Fabris, incaricato del corso di Tecnologia dell’Architettura si è espresso negativamente circa l’espianto d’alberi. Inquadrando il tema dal punto di vista tecnologico però, ha posto l’accento sulla questione strutturale. Infatti il problema della piantumazione delle coperture esiste nella misura in cui la terra ha un peso specifico tra i più gravosi per una struttura statica, soprattutto molto variabile a seconda dell’umidità interna. Quindi il problema del sovradimensionamento di strutture “semplici” che comporta un evidente aumento delle spese di costruzione e cantiere è decisamente gravoso. Anche la quantità di terra necessaria per la piantumazione di alberi a lungo fusto è variabile e dipendente massimamente dal tipo di essenza che si vuole utilizzare. Si può passare da un minimo di 20 cm di profondità di sezione per pini ed affini, le loro radici infatti tendono a svilupparsi orizzontalmente, fino ai 250 centimetricubici per alberi ad alto fusto. Naturalmente molto dipende dal tipo di sviluppo delle radici della pianta. La professoressa Anna Delera invece, anche lei di area tecnico-ambientale presso il Politecnico, pone invece l’attenzione sulla destinazione delle piante espiantate. Infatti per alberi in prossimità di cantieri, che inficiano la realizzazione del progetto, è previsto l’espianto e la subitanea ripiantumazione in qualsiasi parco cittadino. Sottolinea inoltre la difficoltà, sia tecnica che economica, di rimuovere una pianta, mantenerla in vita, per ripiantumarla successivamente alla chiusura del cantiere. Al professor Scudo, titolare di un corso di Progettazione Ambientale sempre presso il Politecnico, abbiamo chiesto invece cosa ne pensa, a livello di effetto della vegetazione sul controllo del microclima. Milano ha una grande necessità di ricostituire cinture verdi e strutture verdi nella città in modo da poter moderare il micro-clima in estate, in particolare nella prospettiva di una recrudescenza di un ulteriore surriscaldamento del clima a livello generale. Per questo motivo la depiantumazione ed il taglio di alberi dovrebbero essere valutati anche da questo punto di vista, e comunque risarciti con la piantumazione di almeno 10 nuovi alberi per ogni albero spiantato."