Il traffico è in aumento? Ma chi può rispondere?
23 July, 2004
di Luca Rubino Rimane difficile determinare in modo sicuro se il traffico aumenta, diminuisce oppure è stabile. È’ quindi faticoso cercare di capire come cambia la mobilità delle principali città italiane, sapere in che rapporto sono il trasporto pubblico e quello privato. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è la fonte di alcune notizie, ma spesso riferite unicamente al “mercato dell’auto” e cioè al numero delle immatricolazioni: “Secondo mese consecutivo di crescita per il mercato delle quattro ruote italiano. Dopo il +13,28% di aprile, in maggio le immatricolazioni di auto nuove hanno segnato, rispetto all'anno precedente, un incremento del 12,12%, per un totale di 207.200 unità. Il volume di auto immatricolate lo scorso mese risulta però inferiore ad aprile 2004, che si era chiuso a quota 208.100 vetture. Lo rende noto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, precisando che in maggio i passaggi di proprietà sono aumentati del dell'8,48% a quota 395.248” (da www.repubblica.it) Ma questa informazione, significativa solo per chi si occupa delle economie di settore, induce a far temere un aumento del numero delle auto circolanti, quando in realtà si tratta di un dato che da solo non è significativo rispetto alla necessità di indagare il fenomeno mobilità nel suo complesso. Questo perché la mobilità in una città si compone di diversi vettori, quindi non solo auto private, che suscitano particolare attenzione, ma vanno considerati gli altri mezzi di trasporto circolanti: le due ruote, motorizzate o non e il trasporto pubblico nelle sue varie forme. Per esprimere un giudizio ragionato sul reale peso della mobilità, molti sono gli aspetti che devono essere conosciuti ed è necessario analizzare la domanda di mobilità ovvero le esigenze di spostamento delle persone. Alcune risposte sono presenti nell’indagine sui comportamenti e le aspettative di mobilità urbana in Italia, condotta dall’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti (ISFORT), intitolata: “Dai bisogni dei cittadini allo sviluppo del trasporto pubblico e la gestione ambientale della mobilità”, pubblicata ad aprile di quest’anno. “Questa indagine esprime un giudizio sulle variazioni del traffico considerando la domanda di mobilità; oltre a proporre un approfondimento sul trasporto pubblico urbano proprio a partire dal “lato della domanda”, con l’obiettivo cioè di misurare e interpretare comportamenti e propensioni, valutazioni e aspettative dei cittadini in tema di mobilità, in particolare con riferimento ai centri urbani di media e grande dimensione. E lo fa utilizzando l’ampia base dati dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort sulla mobilità degli italiani, Osservatorio alimentato da oltre 15.000 interviste telefoniche dirette realizzate ogni anno sull’intero territorio nazionale.” (da www.isfort.it) Indagine piuttosto articolata, che fornisce diversi dati su cui ragionare, prendendo in considerazione l’arco di tempo che va dall’anno 2000 al 2003. Alcuni di questi smentiscono convinzioni ormai consolidate: ad esempio il traffico non è in generale aumento e al contrario crescono gli utenti dei mezzi pubblici. “Contrariamente a quanto normalmente si crede, e nonostante la crisi prolungata degli ultimi decenni e le difficoltà attuali, il trasporto pubblico urbano mantiene bene le proprie quote di mercato ed anzi le consolida nello scorcio iniziale del 2000. Se la domanda complessiva di mobilità ristagna tra il 2000 e il 2003 nelle medie e grandi città (-3,7% in termini di spostamenti, +0,9% in termini di passeggeri/km), i mezzi di trasporto pubblico sperimentano, nello stesso periodo, una dinamica decisamente positiva (+3,6% e +10% rispettivamente). Allo stesso tempo, la quota di trasporto collettivo sugli spostamenti motorizzati passa dal 21,7% al 23,2% nella media delle città con oltre 100.000 abitanti, e dal 25,9% al 29,1% nello specifico segmento delle grandi città (con oltre 250.000 abitanti).” Per quanto riguarda il trasporto privato gli spostamenti in auto diminuiscono di circa il 4%, quelli con moto e motorini di circa l’8% e anche le percorrenze a piedi tendono a flettere -5,6%. Queste sono le informazioni emerse dal significativo campione intervistato. La buona notizia è l’aumento del numero di passeggeri per il trasporto pubblico; inoltre gli stessi utenti esprimono giudizi mediamente sufficienti sul servizio offerto. E’ facile immaginare come le difficoltà che giornalmente chiunque deve affrontare per muoversi in città, gradualmente portino ad un istintivo cambiamento delle abitudini e dei comportamenti delle persone. I problemi che le pubbliche amministrazioni incontrano nel risolvere in tempi brevi le emergenze della mobilità urbana inducono ad una “istintiva soluzione” che si manifesta in quel +10% del numero dei passeggeri per chilometro sui mezzi pubblici.