Greenpeace: Atene fa rimpiangere Sydney
Il rapporto dell'associazione sui giochi 2004
20 August, 2004
L’eredità di Sydney e la lezione rinnegata Le Olimpiadi di Sydney 2000 hanno fatto registrare un insieme di vittorie e di sconfitte sul piano am-bientale. Le vittorie sono state senza dubbio fondamentali, ma le sconfitte dimostrano che Sydney avrebbe comunque potuto fare di più. Sono diversi gli insegnamenti che si possono ricavare dallo sforzo dei Giochi Verdi di Sydney e che non dovrebbero essere dimenticati. Questi insegnamenti non rappresentano soltanto una parte importante del processo di progressiva affermazione e diffusione delle politiche di sviluppo soste-nibile, ma dovrebbero essere usati dalle prossime città Olimpiche per evitare quei problemi e quegli errori che invece hanno caratterizzato l’esperienza di Sydney, così da migliorare a tutti i livelli la performance am-bientale delle future Olimpiadi. Purtroppo, Atene, la città che ospiterà i prossimi Giochi Olimpici, non ha fatto per niente tesoro degli insegnamenti e dell’esperienza di Sydney. La tabella seguente indica sinteticamente alcuni dei punti più importanti dell’eredità dei Giochi australiani e fornisce una prima valutazione della situa-zione greca. Non troverete neanche una valutazione positiva. La Grecia ha agito come se non ci fosse nessun passato da prendere ad esempio e lo ha fatto a dispetto delle buone intenzioni espresse dall’ATHOC, il Co-mitato Organizzatore di Atene 2004. A dire il vero, l’ATHOC ha preso in seria considerazione l’esperienza di Sydney, ma non è stata in grado di esercitare nessuna autorità concreta in merito alle decisioni prese sulla maggior parte dei progetti collegati. La responsabilità è stata, infatti, del Governo e/o di altre autorità. Il Co-mitato ha tenuto una linea di politica ambientale piuttosto chiara, ma in concreto ha potuto solo fare pressio-ne affinché fossero rispettati certi standard ambientali in determinati progetti, monitorando la situazione. A-vrebbe tuttavia potuto fare molto di più per stimolare il Governo e le autorità pubbliche a rispettare le pro-messe ambientali fatte. Sfortunatamente, in molti casi il Comitato ha preferito tenere un atteggiamento di complicità. LE LEZIONI DI SYDNEY NON RISPETTATA AD ATENE LEZIONE 1 Includere precisi impegni ambientali nei piani di sviluppo prima di arrivare alla relativa fase di finalizzazione e realizzazione. Rendere pubblici questi impegni. LEZIONE 2 Le linee guida ambientali devono essere chiare e devono prevedere parametri specifici non negoziabili, misurabili e supportati sul piano legislativo. Questi parametri devono essere inclusi in tutte le pro-poste presentate per lo sviluppo Olimpico e resi pubblici. LEZIONE 3 Gli organizzatori dei Giochi e tutti coloro che partecipano allo sviluppo devono impegnarsi a raccogliere e riportare tutti gli aspetti ambientali dei loro progetti rendendo allo stesso tempo tali informazioni pubbliche ed accessibili. LEZIONE 4 Un monitoraggio indipendente di tutte le informazioni am-bientali è essenziale per assicurare una certa credibilità. LEZIONE 5 A prescindere da come viene gestita la preparazione dei Giochi – con un project manager unico o attraverso progetti e contratti indipendenti – gli organizzatori devono assicurarsi che vengano siste-maticamente utilizzati i sistemi sostenibili e i materiali più efficienti. LEZIONE 6 Il grande entusiasmo e le competenze per la gestione degli eventi e per la costruzione sostenibile esistono a tutti i livelli sul piano internazionale. Ricerca ed ingaggia queste compagnie e questi esperti sensibili al successo ambientale del tuo evento. LEZIONE 7 Un confronto sistematico e di alto livello con la comunità, con i gruppi sociali e con le associazioni ambientaliste è un fattore es-senziale e deve far parte del progetto dall’inizio. Un processo chiaro di risoluzione dei conflitti dovrebbe essere individuato come parte delle li-nee guida ambientali della città. LEZIONE 8 L’educazione circa le iniziative prese e i vantaggi che attra-verso tali iniziative vengono raggiunti è determinante a tutti i livelli, dal pubblico agli atleti, dagli sponsor ai media e al settore commerciale. Olimpiadi Verdi: Dall’entusiasmo al fallimento? Quando Atene era ancora solo una delle città candidate, la posizione ufficiale delle autorità greche era chiara ed esplicita: “I Giochi Olimpici sono una sfida, ma anche un’opportunità per una larga implementazione di programmi e di azioni che siano rispettose dell’ambiente, in accordo con i principi dello sviluppo sostenibile”. “I progetti saranno realizzati con l’uso di tecnologie e materiali rispettosi dell’ambiente e questo sarà un pre-requisito fondamentale per tutte le proposte rilevanti”. Qualche anno fa gli organizzatori avevano promesso una città più pulita con meno automobili, un servizio di trasporto pubblico più efficiente e un edificio Olimpico che facesse uso di una architettura biocli-matica e di energia rinnovabile per dei Giochi Olimpici migliori e più verdi di quelli di Sydney nel 2000. A pochi giorni dall’apertura ufficiale dei Giochi Olimpici di Atene 2004, la situazione sembra essere decisamente diversa e senza dubbio meno esaltante e verde di come veniva prospettata pochi anni fa. Pro-veremo di seguito a indicare in modo sintetico alcuni fallimenti e alcuni successi. 1. TRASPORTO ED INQUINAMENTO ATMOSFERICO Atene è notoriamente una città inquinata e spesso soffocata dal traffico durante le ore di punta. Quando nel 1997 la Grecia si propose per ospitare i Giochi, il Governo Greco promise che nel 2004 l’inquinamento atmosferico ad Atene sarebbe stato ridotto in media del 35%. Questo obiettivo doveva esse-re raggiunto attraverso tutta una serie di misure, tra le quali un servizio di trasporto pubblico potenziato e più efficiente, l’introduzione di nuovi mezzi di trasporto (come metropolitana, tram e ferrovia urbana), il migliora-mento della qualità del carburante e la realizzazione di veicoli più efficienti. Anche se i livelli di alcuni agenti inquinanti (come il diossido di zolfo, il piombo e il monossido di car-bonio) hanno fatto segnalare un decremento nel corso degli anni ’90, Atene ha ancora problemi seri per quanto riguarda i livelli di ozono e i composti organici volatili - VOC come il benzene cancerogeno e i partico-lati (che sono principalmente generati dai veicoli con motore diesel). I livelli di ozono, benzene e di particola-to (PM10) sono ancora molto elevati, nonostante il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico. E questo a causa di un alto tasso di crescita del numero di autovetture in Atene, della mancanza di una poli-tica adeguata di controllo delle emissioni e dei ritardi nell’introduzione di carburanti alternativi di origine non fossile (come, ad esempio, il biodiesel). C’è anche qualche buona notizia per quanto riguarda il trasporto pubblico. E’ stata costruita una nuova linea della metropolitana; sono stati introdotti autobus con motore a gas (Atene ha al momento il par-co autobus a gas più numeroso d’Europa) e sono stati investiti quasi 3 miliardi di euro nel settore del traspor-to pubblico (estensione della metropolitana, introduzione di una linea tranviaria e di una linea di ferrovia ur-bana, l’ammodernamento del parco autobus e filobus e il potenziamento delle corsie riservate agli autobus). E’ stato stimato che il 50% delle persone utilizzerà il sistema del trasporto pubblico entro la fine del 2004. Questo è probabilmente il risultato più importante legato alla pietra miliare del 2004. Sul fronte degli aspetti negativi sono da segnalare i ritardi nella costruzione di un adeguato numero di parcheggi (in particolar modo nei pressi delle stazioni della metropolitana per facilitare un uso combinato dei mezzi) e l’incredibile aumento del numero di macchine che attualmente intasano la città. Un problema particolare è il numero assai elevato di taxi a motore diesel (14000), che rappresentano il 20% del traffico complessivo e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di particolato nell’atmosfera. Anche se il Governo ha recentemente annunciato una politica di incentivi per il rinnovamento del parco taxi, non sono state prese misure radicali e non c’è al momento disponibilità di biocarburanti in città. Il Biodiesel avrebbe dovuto essere utilizzato per il parco taxi ed autobus, rendendo l’atmosfera più pulita durante i Giochi Olimpi-ci. Paradossalmente tra pochi mesi, l’Unione Europea richiederà che i biocarburanti costituiscano il 2% di tutti i carburanti per trasporto. 2. PIANIFICAZIONE DELLA CITTA’ E POSIZIONE DELL’EDIFICIO OLIMPICO Questo è stato senza dubbio uno degli aspetti più controversi. In quasi tutti i progetti legati alle Olim-piadi ci sono state forti proteste da parte della popolazione locale e/o delle NGO ambientaliste in merito alla scelta dei siti. In molti casi si è fatto ricorso alle vie legali e questo ha determinato considerevoli ritardi. Nella maggior parte dei casi la Corte Suprema ha dato alla fine luce verde ai progetti legati all’Olimpiade. Il caso più controverso di tutti è stato quello di Schinias. Questa è un’area vicino al sito archeologico di Maratona, pochi chilometri fuori da Atene, che ospiterà le gare di canottaggio. Per anni la scelta di questa area specifica è stata criticata dalle organizzazioni ambientaliste, che hanno proposto aree alternative in al-tre zone del paese. L’argomento chiave era che la palude di Schinias è la più importante (oltre che una delle poche rimaste) della regione Attica e, in quanto tale, avrebbe dovuto essere tutelata. La Corte Suprema ha tuttavia avallato il progetto, seppure con un serie di restrizioni e di vincoli ambientali. Anche se le NGO coin-volte si sono sentite sconfitte, in questo caso la loro campagna ha contribuito a rivedere in modo radicale i piani originari rendendo alla fine il progetto meno lesivo per l’ambiente. 3. IL CASO DEL VILLAGGIO OLIMPICO Questo è di certo il più grande e più importante progetto per la Grecia e rappresenta la vetrina delle Olimpiadi. Sarebbe stato lecito attendersi che il Villaggio Olimpico fosse un modello di architettura sostenibi-le, in linea con le promesse ufficiali fatte alcuni anni fa. Molto prima che qualsiasi decisione fosse presa, il Comitato Organizzatore (ATHOC) richiese il parere di molti organismi interessati su come realizzare un Vil-laggio Olimpico verde. In termini generali, le risposte furono che il Villaggio avrebbe dovuto fare un uso mas-siccio di tecnologie all’avanguardia sul piano dell’efficienza energetica, di fonti di energia rinnovabile, di ma-teriali privi di composti chimici tossici e delle migliori tecniche di gestione dei rifiuti. Tuttavia, tali raccoman-dazioni, che riprendono le linee guida utilizzate a Sydney, non sono state prese in considerazione dalle ditte appaltatrici (‘Olympic Village S.A.’, una sussidiaria della Workers’ Housing Organization (OEK), ovvero un Ente Pubblico). Nel febbraio del 2001 l’Olympic Village S.A. richiese una proposta basata sui materiali e sulle tecno-logie più convenzionali e spesso più dannosi per l’ambiente. Non erano previste particolari misure di effi-cienza energetica; non era previsto nessun tipo di utilizzo di energia rinnovabile (neanche l’uso di energia solare per riscaldare l’acqua in un paese che vanta un settore industriale di produzione di pannelli solari tra i più avanzati al mondo!). Non c’erano standard specifici per evitare sostanze tossiche e c’era la richiesta di un uso estensivo di materiali plastici in PVC e di altre tecnologie e materiali dannosi per l’ambiente (compre-so l’uso di potenti gas serra come gli idrofluorocarburi (HFC) nei sistemi di condizionamento). Il fabbisogno di raffreddamento per gli edifici progettati in modo convenzionale era di 2,7 volte il valore suggerito dalla legi-slazione Greca in materia. Questo ha portato all’istallazione di sistemi di condizionamento dell’aria sovradi-mensionati con maggiori costi e allo stesso tempo con maggiore riscaldamento dell’ambiente. A seguito della pressione fatta da determinati gruppi di interesse presso il governo, nella metà del 2001, l’OEK ha ordinato nuovi e alternativi studi per apportare alcuni tardivi cambiamenti ai piani originali e incorporare tecnologie e materiali puliti. Questi studi furono consegnati nel dicembre del 2001 e in effetti proposero molti cambiamenti che avrebbero reso l’intero progetto decisamente più amico dell’ambiente. Tra le altre cose, questi studi suggerirono l’inclusione di tecniche bioclimatiche, l’utilizzo dell’energia solare, studi localizzati di climatizzazione, l’uso di materiali non tossici e senza PVC, un riciclaggio estensivo dei rifiuti e dell’acqua, l’abolizione di gas HFC per il condizionamento dell’aria e il ricorso a refrigeranti naturali. Soprat-tutto questo piano alternativo avrebbe fatto risparmiare 10 milioni di Kilowatt ora all’anno, sarebbe costato meno e avrebbe contribuito ad una riduzione sostanziale delle emissioni serra. Sfortunatamente tutte queste proposte sono state rifiutate senza troppi ripensamenti. La costruzione del Villaggio Olimpico è andata avanti secondo i piani iniziali e c’è stata una chiara riluttanza da parte del management dell’OEK ad apportare cambiamenti. Un Villaggio Olimpico davvero verde avrebbe potuto fun-gere da modello per lo sviluppo del mercato immobiliare in Grecia. Avrebbero potuto svilupparsi nuovi mer-cati per i materiali ecologici se solo le autorità competenti avessero deciso di procedere con i cambiamenti proposti. VILLAGGIO OLIMPICO Proposte ecologiche che non sono state realizzate 1. Riscaldamento dell’acqua tramite energia solare 2. Pannelli fotovoltaici per la produzione dell’energia elettrica 3. Impiego di vernici e rivestimenti ecologici 4. Finestre low-e ad altro isolamento per la conservazione dell’energia 5. Ventilatori da soffito e circolazione naturale dell’aria 6. Uso di legno e di prodotti derivati certificati 7. Conservazione e riciclaggio dell’acqua 8. Condizionamento con refrigeranti naturali al posto dei gas serra HFC 9. Studi localizzati di climatizzazione 10. Uso di materiali e prodotti sintetici senza PVC 11. Corretto orientamento delle costruzioni in funzione della configurazione bioclimatica (50 edifici del Villaggio Olimpico non sono correttamente orientati) 12. Stazione di rifornimento biodiesel per trasporti più puliti 13. Fornitura di energia rinnovabile da vicini impianti eolici 4. L’ENERGIA E LE OLIMPIADI Uno degli obiettivi dell’ATHOC era che tutta l’elettricità usata dagli edifici olimpici e dai relativi abitan-ti nelle Olimpiadi 2004 fosse generata da fonti rinnovabili. E’ stato stimato che il fabbisogno energetico dei Giochi Olimpici è di circa 60-80 GWh. Questo corrisponde ad una erogazione di energia eolica di 250-300 MW che dovrebbe fornire elettricità verde per une mese. Il potenziale degli impianti eolici attualmente istallati in Grecia è di 410 MW (alla fine de giugno 2004), il 75% dei quali è connesso alla rete elettrica principale. Fino a questo momento non è stato possibile costruire parchi eolici nell’area Attica a causa dell’opposizione di alcune autorità pubbliche. Gli investitori privati hanno proposto la realizzazione di impianti per 400 MW, 250 dei quali sono una opzione realistica considerando i vincoli potenziali. Tuttavia la burocrazia ha paraliz-zato tutti questi progetti e il sogno di avere energia pulita per le Olimpiadi è svanito. Il bisogno di una politica di produzione distribuita di energia pulita è diventato più che evidente in occasione del grande black-out che ha colpito metà nazione (Atene compresa) il 12 luglio 2004, a un mese preciso dall’apertura ufficiale dei Gio-chi. Per quanto riguarda l’energia solare, i pannelli fotovoltaici (PV) sono stati esclusi dalla realizzazione del Villaggio Olimpico e non solo. La stessa cosa è avvenuta per il solare termico, tanto per il riscaldamento dell’acqua quanto per il condizionamento. Il ruolo del CIO Questa lista di fallimenti nella performance ambientale di Atene 2004 non è per niente esaustiva e dimostra che quando manca una forte volontà politica le sconfitte sono sempre di più dei successi. Atene è molto dietro Sydney per quanto riguarda la performance ambientale dei Giochi Olimpici. Il Governo greco è stato molto in ansia per la consegna dei progetti entro i termini stabiliti, ma non ha prestato molta attenzione alla qualità ambientale di questi progetti. La pressione della cittadinanza greca e delle organizzazioni non governative ambientaliste non è stata abbastanza forte da cambiare la situazione. Inoltre, come organo supervisore, il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) aveva il dovere di assicurarsi che i propri stessi principi ambientali fossero applicati ad Atene. Il Comitato è chiamato ad accertarsi che I Giochi Olimpici abbiamo un impatto minimo sull’ambiente lasciando un’eredità positiva ai paesi che ospitano I Giochi. Ha la possibilità di fare ciò in modo da garantire il rispetto degli ideali ambientali, facendo dei Giochi una vetrina internazionale per soluzioni ecosostenibili. C’è un interrogativo fondamentale che il CIO non può eludere: le Olimpiadi, che ogni quattro anni si sposta-no da una nazione all’altra, sono sostenibili sul piano ambientale? Avere un numero limitato di luoghi di ritro-vo con infrastrutture e mezzi adeguati potrebbe essere una soluzione migliore per ridurre l’impatto ambienta-le nel futuro. Prendere in considerazione e dare a questo quesito una risposta sarà, secondo Greenpeace, una parte cruciale del futuro impegno ambientale del CIO. L’analisi di Greenpeace dei Giochi di Sydney e di quelli di Atene ha messo in evidenza l’assenza di un adeguato coinvolgimento del CIO nei dettagli dell’organizzazione delle Olimpiadi e la sua incapacità di in-tervenire a garanzia delle Linee Guida Ambientali dei Giochi. Il Comitato Internazionale Olimpico deve mi-gliorare la propria capacità di informare, dirigere e fare pressione sulle città candidate e su quella ospitante affinché siano in grado di onorare gli impegni presi a livello ambientale. Le Linee Guida di Greenpeace individuano i requisiti minimi per i futuri Giochi Olimpici. Le città ospi-tanti dovrebbero adoperarsi in una consultazione con la comunità per sviluppare linee guida dettagliate per ogni singola Olimpiade basate su specifiche ed importanti questioni ambientali. Queste linee guida dovreb-bero inoltre essere applicate agli sponsor, ai partner, ai fornitori e a tutti le varie agenzie di supporto per as-sicurare la coerenza dell’evento a tutti i livelli. Le promesse tradite La strada per le Olimpiadi del 2004 è stata lastricata di buone intenzioni e di promesse verdi. Molte di queste promesse non sono mai state mantenute. Eccone alcune. NUOVE TECNOLOGIE ENERGETICHE “Quelle di Atene 2004 saranno le prime Olimpiadi ad usare energia verde al 100% dalla rete, attraverso im-pianti eolici e sistemi fotovoltaici”. Dimitris Beis, General Manager for Technology, ATHOC, October 2001 “Tecniche di risparmio energetico saranno adottate su larga scala nei nuovi edifici e in generale in tutte le nuove strutture Olimpiche. Architettura solare passiva, isolamento termico adeguato, recupero del calore, ci-cli combinati (ad esempio con gas naturali, uso di fonti di energia rinnovabile e di strumenti elettronici per il controllo delle operazioni in ogni edificio; queste sono solo alcune delle soluzioni innovative tra le tante che il settore della nuova energia mette a disposizione. L’uso di sistemi di illuminazione a basso consumo e la massimizzazione dell’utilizzo della luce naturale può produrre risultati straordinari. E’ anche possibile usare sistemi ad energia solare ‘attivi’ per riscaldare l’acqua delle piscine; i pannelli fotovoltaici possono invece ge-nerare energia elettrica supplementare per un certo numero di infrastrutture progettate per coprire il fabbiso-gno di elettricità di strade, piazze e spazi coperti comuni. Oltre al risparmio dei combustibili convenzionali, le nuove tecnologie energetiche possono anche servire ad aumentare l’autonomia delle istallazioni, a ridurre l’inquinamento e ad ottimizzare i costi di gestione legati all’energia”. Principles of environmental policy of the Organizing Committee of the Olympic Games Athens 2004 S.A., February 2000 LA SCELTA DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE “Il cambiamento degli standard per i materiali da costruzione, come nel caso di tutti i prodotti infiammabili, può in effetti dare inizio ad una vera rivoluzione nel campo della ‘produzione pulita’. Il criterio principale nella selezione di soluzioni e prodotti amici dell’ambiente, nel settore dell’edilizia è la riduzione dei rifiuti (e degli impatti ambientali indesiderati che da tali rifiuti derivano) durante la fase di produzione, il loro basso contenu-to di energia, la riduzione del consumo di acqua durante la messa in posa, la buona performance in termini microclimatici, la non tossicità dopo l’integrazione nella struttura dell’edificio. La linea guida da seguire do-vrebbe essere quella di prevenire i possibili danni invece di ripetere i danni già verificati. Così dovremmo evi-tare (visto che ci sono delle soluzioni alternative) composti fatti da derivati del cloro (PVC, PCB e alcuni sol-venti), carta sbiancata con il cloro e legname che deriva da uno sfruttamento non sostenibile delle foreste. Altri prodotti come quelli che contengono amianto o vernici che contengono metalli pesanti non dovrebbero essere usati. Dovremmo inoltre incoraggiare l’uso di prodotti riciclati e detriti di demolizione. La Grecia e il mercato internazionale hanno fatto considerevoli passi in avanti su questo piano e i business attivi in questo segmento di mercato dovrebbero essere assistiti dalle agenzie governative competenti a trovare sbocchi commerciali per i loro prodotti”. Principles of environmental policy of the Organizing Committee of the Olympic Games Athens 2004 S.A., February 2000 PROTEGGERE LA BIODIVERSITA’ “Nella maggior parte delle città greche e ad Atene in modo particolare, la densità delle costruzioni, la defore-stazione delle aree periferiche e la scomparsa dei flussi d’acqua hanno modificato il microclima e scacciato la flora e la fauna locali dal proprio habitat naturale. Questo processo ha avuto come conseguenza l’estinzione di numerose specie indigene. Il ripensamento degli interventi sullo spazio al fine di assicurare il recupero o la protezione della biodiversità dovrebbe essere uno degli obiettivi paralleli dei lavori Olimpici. In-dichiamo di seguito una lista di principi e di priorità da prendere in considerazione durante la fase di proget-tazione. Per la relativa implementazione il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici dovrebbe cooperare con le agenzie responsabili dell’implementazione di ogni singolo lavoro: § creando rifugi e ripari per le specie espulse dall’espansione urbana. § ricostruendo l’habitat distrutto in prossimità dei lavori. § proteggendo ed espandendo la flora nativa attraverso l’uso di specie di piante e di alberi indigene. La riproduzione e l’espansione ridurrà inoltre il fabbisogno di annaffiamento. § evitando di tagliare gli alberi esistenti o, qualora questo non dovesse essere possibile, provvedendo al rispettivo riallocamento in un sito differente. § creando corridoi e sentieri tra le aree verdi urbane e quelle suburbane al fine di incoraggiare la nidifi-cazione e il movimento della fauna selvatica. § progettando edifici ed infrastrutture in modo da non ostacolare la nidificazione e il movimento di fau-na selvatica. § creando corridoi per la migrazione di microfauna”. Principles of environmental policy of the Organizing Committee of the Olympic Games Athens 2004 S.A., February 2000 IL VILLAGGIO OLIMPICO “Soddisfare i requisiti ambientali nel Villaggio Olimpico significa integrare tutti i lavori in un piano di Sviluppo Urbano Integrato Sostenibile. Questo piano dovrebbe prendere in considerazione: 1. L’esperienza acquisita in Grecia e all’estero nel settore dei sistemi di costruzione. 2. L’esperienza maturata in occasione della costruzione dei Villaggi Olimpici in altri paesi. 3. Gli sviluppi della scienza e della tecnica nel campo della costruzione di nuovi complessi abitativi sul-la base dei principi: dell’architettura bioclimatica, del risparmio di energia, della minimizzazione della quota di utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili, dell’uso di materiali da costruzione ecocompatibili, di una gestione efficiente delle acque di scarico (riduzione o abbattimento degli impatti delle acque di scarico, riciclaggio), della protezione della biodiversità, della riduzione delle emissioni atmosferiche e dell'inquinamento acustico, dell'integrazione del complesso residenziale nell'ambiente circostante (assicurando moderne infrastrutture), della progettazione di un sistema di traffico sostenibile (per i pedoni e per i veicoli). Gli elementi dai quali dipende in larga parte il successo dell'iniziativa sono: 1. La scrittura di specifiche adeguate e realistiche che dovranno essere approvate dalla Workers Hou-sing Organisation (OEK). 2. Controllare che le specifiche legate ad ambiente ed energia vengano osservate dall'agenzia di im-plementazione. 3. Assicurare una adeguata gestione (in particolar modo nel dopo-Olimpiade) di quelle funzioni del complesso residenziale che richiedono intervento umano (gestione dei rifiuti, dell'energia, del traffi-co, etc.) da parte dell'OEK, delle Agenzie della Pubblica Amministrazione coinvolte e delle Autorità Locali. Il secondo punto è di importanza critica per la sostenibilità delle misure proposte e degli accordi. Tuttavia le soluzioni relative alla gestione e ai manager di progetto devono essere integrate nel pacchetto di proposte già dalle prime fasi di pianificazione. L'ATHOC, in collaborazione con i proprio consulenti in tema di energia (Centro per le Fonti Energetiche Rin-novabili e Università di Atene) ha già preparato una serie di linee guida riguardo la pianificazione energetica, l'architettura bioclimatica, l'uso di materiali rispettosi dell'ambiente, la qualità dell'aria condizionata e la crea-zione di un microclima favorevole nella zona del Villaggio Olimpico. Principles of environmental policy of the Organizing Committee of the Olympic Games Athens 2004 S.A., February 2000 "La progettazione urbana bioclimatica applicata al Villaggio Olimpico enfatizza i principi dello sviluppo soste-nibile: la conservazione di energia, il risparmio di fonti energetiche convenzionali, l’uso massiccio di rinnova-bili e la riduzione degli impatti ambientali negativi. Potrà in questo modo fungere da volano per un cambia-mento della filosofia della costruzione edilizia nel nostro paese". George Kontoroupis, Energy Advisor to the Olympic Village S.A, July 25th2002 C'è del verde in fondo al nero? La nostra indagine mette in rilievo in modo particolare i fallimenti nella preparazione dei Giochi. Tut-tavia, questo non vuol dire che i Giochi di Atene non lascino ugualmente un'eredità positiva. Il sistema dei trasporti sarà sicuramente migliorato ad Atene dopo i Giochi e molte aree verranno sviluppate in maniera più sostenibile. L'aria e il mare nelle zone limitrofe saranno decisamente più puliti e questo rappresenta in effetti un aspetto positivo. Nel complesso però il sapore dei Giochi rimane amaro. Ci sono tantissime opportunità che non sono state sfruttate. Questo è probabilmente il più grande fallimento delle Olimpiadi di Atene 2004. Le responsabilità Chi è responsabile di questa performance di basso livello? Sfortunatamente molte soggetti chiave hanno giocato un ruolo negativo... IL GOVERNO GRECO Aveva tutta l'autorità, tutte le risorse e tutto il tempo necessario per sostenere una visione ‘verde’, per stendere un calendario condiviso e negoziato delle attività, per definire le regole e fare delle Olimpiadi Verdi una realtà. Ha invece dato prova di una certa miopia, facendo solo il minimo necessario ed evitando ogni innovazione. Durante gli ultimi due anni ha usato lo spauracchio della sicurezza (e il correlato aumento delle spese) come una scusa per non investire ulteriori risorse nella implementazione della performance ambientale delle Olimpiadi. LE AUTORITA' PUBBLICHE La burocrazia è l'arte di rendere anche le cose più facili impossibili. Questa affermazione non po-trebbe adattarsi meglio al caso di alcuni Enti Pubblici responsabili di determinati progetti olimpici. Alcuni di questi si sono distinte per passività, indifferenza, incompetenza e mancanza di visione strategica. A prescin-dere dalle cause di questi atteggiamenti, i risultati sono stati egualmente deludenti. E' stata colpa dell'OEK (Workers’ Housing Organization) se il Villaggio Olimpico ha perso l'opportunità di diventare un modello di edilizia sostenibile; ed è stato il Ministero dell'Ambiente a cancellare il programma di sviluppo dell'energia eo-lica nella regione Attica (le stesse persone hanno poi accettato l'istallazione di generatori diesel come solu-zione di back-up per i luoghi Olimpici). Sono state le Autorità Locali (la Regione Attica) ha impedire l'istalla-zione degli impianti fotovoltaici sul tetto del quartiere generale dell'ATHOC (unica istallazione di solare mai accordata in relazione alle Olimpiadi). IL COMITATO ORGANIZZATORE DI ATENE 2004 Ha avuto tante buone intenzioni. Ma cosa ha fatto in pratica? Non molto, in realtà. Ha evitato ogni polemica con il governo e con le autorità pubbliche su questioni ambientali. Avrebbe certamente potuto fare di più. COMITATO INTERNAZIONALE OLIMPICO (CIO) Quale Organo supervisore, il CIO aveva il dovere di assicurarsi che i propri principi ambientali fosse-ro applicati ad Atene. Invece è stata più che evidente la mancanza di interesse da parte del CIO sulla mag-gior parte delle tematiche ambientali e il suo fallimento nell'intervento per garantire che le Linee Guida Am-bientali dei Giochi non fossero trascurate. SPONSORS Alcuni sponsor hanno fatto la differenza dando ad Atene 2004 e a tutto il pianeta una buona oppor-tunità (vedi sotto). Altri non hanno fatto molto per valorizzare l'ambiente durante il loro supporto ai Giochi. Prendiamo come esempio il caso della Shell. Avrebbe potuto fornire biocarburanti per i Giochi. Nonostante tra pochi mesi i biocarburanti dovranno far parte del mix di carburanti della nazione, la Shell ha fallito nel conquistare la guida. Ha anche rifiutato la proposta di istallare pannelli fotovoltaici (prodotti da Shell Solar) nei vari luoghi Olimpici. I leader dovrebbero guidare e non seguire, non è questo il caso? Il lato positivo delle sponsorizzazioni Le Olimpiadi dovrebbero essere una festa. Sfortunatamente, non c'è molto da festeggiare nel caso di Atene 2004. Greenpeace crede che le Olimpiadi, così come tutti gli eventi sportivi di livello internazionale, possano potenzialmente determinare dei cambiamenti positivi se e quando c'è la volontà di un cambio radi-cale. Questo è il motivo per cui intendiamo chiudere questo rapporto di indagine con un messaggio positivo. E' un messaggio legato alle Olimpiadi di Atene 2004, ma non ha nulla a che spartire con i suoi organizzatori. C'è un cambiamento voluto da Greenpeace già a Sydney 2000 che è stato realizzato da alcuni sponsor delle Olimpiadi greche. Nel 2000, Greenpeace aveva criticato gli sponsor delle Olimpiadi di Sydney per il fatto di utilizzare idrofluorocarburi (HFC) come refrigeranti nei propri impianti di raffreddamento. Gli HFC sono potenti gas ser-ra e contribuiscono a surriscaldare il clima terrestre. Alcuni degli sponsor chiave di Sydney 2000 (Coca-Cola, Unilever e McDonalds) si sono impegnati per un futuro all'insegna dell'efficienza energetica e dell'abolizione degli HFC. Quattro anni dopo, questi colossi industriali hanno presentato tecnologie innovative che utilizzano refrigeranti naturali (come la CO2 e gli idrocarboni), così come differenti tecniche di raffreddamento (basate ad esempio su motori Stirling-cycle). Altre industrie (come la greca DELTA and FAGE che sono sponsor na-zionali delle Olimpiadi di Atene 2004) hanno a loto volta seguito questo esempio. Circa 1500 unità per il raf-freddamento verranno posizionate nei vari siti olimpici durante le Olimpiadi, mentre in un futuro assai pros-simo milioni di queste unità saranno utilizzate in tutto il mondo. Il futuro della refrigerazione sostenibile passa attraverso una serie di innovazioni tecnologiche (http://www.refrigerantsnaturally.com/). Greenpeace accoglie gli impegni presi da Unilever, Coca Cola e McDonald's. Noi invitiamo le altre industrie nei rispettivi settori a seguire l'esempio. Tuttavia l'azione delle industrie è solo una faccia della me-daglia. Per una soluzione completa devono agire anche i governi. I politici non posso soltanto sedersi ed a-spettare che il mercato di sviluppi.