I problemi ambientali a Buenos Aires
02 December, 2004
di Giuseppe Iasparra La prossima conferenza internazionale sul cambio climatico (COP10), si terrà a Buenos Aires dal 6 al 17 dicembre. È la seconda volta che la capitale argentina ospita una conferenza sul cambio climatico: nel 1998, si tenne la COP4. Con i suoi 12.000.000 di abitanti, Buenos Aires e l’area metropolitana, arrivano a concentrare su di sé, un terzo dell’intera popolazione argentina. Nel mese di ottobre, ho avuto modo di conoscere personalmente questa realtà. Sono rimasto sbalordito dalle grandi dimensioni delle strade e dall’alto numero di veicoli che le percorrono. L’auto privata sembra essere uno dei mezzi privilegiati per gli spostamenti, questo è equilibrato solamente in piccola parte dal gran numero di taxi presenti in città ( con prezzi abbordabili, anche per gli stessi argentini). A Buenos Aires, il mezzo privilegiato per gli spostamenti è l’auto: a partire dagli anni settanta il governo della città, decise di puntare sul trasporto privato e vennero costruite le grandi “autostrade” urbane. Dai primi anni novanta fino al 2001, il parco auto argentino crebbe fino a toccare la percentuale di 0,55 veicoli per abitante. Con la crisi del dicembre 2001, vi fu un calo delle vendite di auto nuove. Il trasporto automobilistico causa il 90% delle emissioni inquinanti prodotte in città. Gli studi sull’aria di Buenos Aires non permettono di capire a fondo il problema, i dati raccolti sono molto frammentari e non sono ancora stati fissati rigidi limiti per le emissioni nocive. L’amministrazione sta realizzando uno studio, Programma del Aire Limpio, che ha come obiettivo il monitoraggio della qualità dell’aria ma l’unico punto di rilevazione, situato nel quartiere di Palermo, non permette rilevazioni costanti ed approfondite, alcuni inquinanti non sono neanche presi in considerazione, quali l’ozono e il piombo. Altro problema è quello dei rifiuti. Negli anni novanta, la produzione di rifiuti solidi urbani raddoppiò. La crescita si arresta nel 2001, con la caduta dei consumi. A fianco della normale raccolta di rifiuti, inizia a diffondersi il fenomeno dei cartoneros, persone che per via della crisi trovano nella raccolta e nella commercializzazione dei rifiuti, una forma di sussistenza. Si stima che in tutta l’area metropolitana, i cartoneros siano 100.000! Per far fronte ai problemi, l’amministrazione ha creato alcuni tavoli di studio, uno per ogni settore colpito dall’inquinamento ma la situazione economica non è rosea e di conseguenza sono pochi i soldi disponibili per gli investimenti. Si prospetta di combattere l’eccessiva emissione di gas inquinanti incentivando la conversione delle auto, da benzina a gas; in argentina è gia presente un terzo del totale dei veicoli a gas circolanti a livello mondiali. Le previsioni dei tecnici auspicano nei prossimi trent’anni una forte diminuzione dei veicoli alimentati a benzina, con una conseguente riduzione delle emissioni nocive. Cosa in realtà manca è un altro modo alternativo di mobilità urbana non si menziona la possibilità di utilizzare mezzi realmente ecologici come la bicicletta facile da usare in una città pianeggiante come Buenos Aires. Per la raccolta dei rifiuti i progetti vogliono promuovere la classificazione ed il riciclaggio dei rifiuti. Si stima che la percentuale della popolazione che ricicla, è pari al 20%; si spera che essa cresca gradualmente, arrivando nel giro di pochi anni al 30%. Bisogna vincere un certo tipo di resistenza culturale diffuso nella popolazione: i rifiuti non sono mai stati visti come un problema ed è per questo che è difficile trasformare il tema in una preoccupazione per il cittadino. Bisogna sviluppare campagne di sensibilizzazione e si pensa di farlo sensibilizzando le nuove generazioni,. partendo dalla raccolta differenziata nelle scuole. Se nel lungo periodo, non si arresterà la crescita del volume di rifiuti prodotti, ci sarà bisogno di nuove zone disposte ad accogliere l’immondizia. Una soluzione alternativa, è quella del recupero energetico di una parte dei rifiuti plastici che possono essere valorizzati, attraverso la costruzione di un impianto termovalorizzatore. Secondo la previsioni, questo aumenterebbe il risparmio energetico diminuendo il numero di terreni destinati a discarica. Ultima problema che val la pena citare, è il grave stato di inquinamento del Rio de la Plata, il fiume sul quale si affaccia Buenos Aires. Vicino alla costa il livello di inquinanti presenti nell’acqua è altissimo: la percentuale di ossigeno libero presenti in esse è pari a zero. La contaminazione delle acque è causata principalmente dai tanti scarichi industriali privi di depurazione. Questa situazione si sviluppata in una totale assenza di regolamentazione e legislazione specifica in materia di protezione, conservazione e recupero delle zone costiere. Il tutto è aggravato dalla presenza di due grandi porti commerciali, Buenos Aires e La Plata. Si vorrebbe modificare la situazione creando spazi verdi lungo la riva del fiume… peccato che solo il 18% della costa lungo il Rio de la Plata sia di proprietà pubblica!