Rivolta silenziosa contro i cassonetti nei cortili
IN TRE QUARTIERI DI TORINO E IN ALTRI COMUNI DELLA CINTURA CRESCE IL DISAGIO NEI CONFRONTI DEL NUOVO SISTEMA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA . Molti rifiutano di adeguarsi all’ordinanza del sindaco. Il Comune pensa ad incentivare i cittadini più «virtuosi»
10 December, 2004
Alessandro Mondo C’è chi ha fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza del sindaco e chi scrive al giornale. Alcuni continuano a gettare il pattume nei cassonetti rimasti lungo le vie, a costo di spostarsi di qualche isolato; altri hanno rimesso sulla strada quelli che Amiat aveva sistemato nei cortili, nascondendosi dietro l’anonimato del condominio e sfidando i controlli. E’ polemica sulla raccolta differenziata. A pochi mesi dall’introduzione del «porta a porta» nei primi tre quartieri della città - Falchera, Borgo Campidoglio, Mirafiori - la strada si presenta impervia. Senza arrivare ai gesti isolati di disobbedienza civile basta una rapida inchiesta fra i residenti per cozzare contro un muro di proteste. Anche quelli che cercano di adattarsi alle nuove regole colgono al volo l’occasione per esprimere la loro contrarietà verso un meccanismo giudicato vessatorio. Persino controproducente per il successo della «differenziata». Luigi Bottari, via Cibrario 79: «Siamo favorevoli, ma i cassonetti dovevano restare fuori. Ora oltre al disagio ci tocca pure pagare per farli svuotare». Claudio Airola, portinaio, via Cibrario 87: «La gente è arrabbiata, abbiamo dovuto incaricare una cooperativa». Roberto Marchisio, via Balme 19: «Capisco il fine, non il sistema». Michele Raccuja, barista, via Corio 28: «E’ pazzesco. Troppo facile fare le leggi seduti dietro la scrivania». Adelmo Burelio, via Rubino 75: «Così si danneggiano anche i sostenitori della differenziata». Il dato significativo è proprio questo. La raccolta differenziata non è in discussione: la maggior parte degli interpellati ne condivide gli obiettivi. Quel che esaspera gli animi è l’introduzione dei cassonetti nei cortili, per i rifiuti indistinti e per la differenziata, con il seguito di costi, disagi e confusione. Mercoledì mattina, in via Netro 2, hanno esposto il contenitore per il vetro. Peccato che fosse il giorno dedicato alla raccolta-plastica. L’operatore Amiat ha preso nota e se ne è andato, il bidone stracolmo è rimasto sul marciapiede. Il Comune e l’Amiat, che poi è la stessa cosa, guardano all’Europa e invitano a ragionare in prospettiva: zero cassonetti in strada uguale più decoro per la città, più parcheggi per le auto, riduzione della Tarsu quando entrerà in vigore il sistema che premierà ogni condominio in rapporto alla differenziata prodotta. Senza considerare i benefici ambientali. Residenti e commercianti badano al presente: ad oggi la tassa rifiuti è salata. In compenso diminuisce lo spazio nei cortili; bisogna pagare perché qualcuno si incarichi di esporre i cassonetti per lo svuotamento (ogni giorno uno diverso); i rifiuti riciclati non si capisce bene che fine facciano. Manca un qualsiasi ritorno sulla breve distanza, ti dicono: vada per i contenitori in cortile, se proprio si deve, ma allora che se li svuoti l’Amiat. Con tutto, i dati forniti dall’azienda a quasi sei mesi dall’avvio del «porta a porta» sono positivi. La differenziata è cresciuta a Mirafiori (ora è al 40-45%), a Falchera (52%) e a Borgo Campidoglio (35-40%). Però sarebbe un errore sottovalutare il malumore in vista della progressiva estensione del sistema a tutta la città: non è un caso se Comune ed Amiat stanno valutando un qualche incentivo che aiuti a metabolizzare il nuovo corso. «E’ una strada dalla quale non si torna indietro - spiega Claudio Sola, direttore generale dell’azienda -. Però è vero: stiamo pensando di incentivare i cittadini più virtuosi». «E’ solo un’ipotesi - commenta Marco Calgaro, il vicesindaco - anche se per il Comune rappresenterebbe un aggravio notevole. Vedremo». Nessuno lo dice apertamente ma l’idea è quella di farsi carico dei costi legati all’esposizione dei cassonetti. Per intenderci, quelli che oggi ciascun condominio affronta in ordine sparso: si paga il portinaio, un inquilino o una cooperativa. Cifre con la minuscola, che sommate al costo della Tarsu e ai disagi moltiplicano i malumori. Oltretutto, i dati vanno interpretati. Alla Falchera vecchia, per dirne una, le resistenze sono minori perchè nel quartiere i cortili non ci sono mai stati. Fatta salva qualche correzione, i cassonetti restano fuori. Mirafiori è un’altra storia: i bidoncini per la differenziata sono finiti nei cortili già da un paio di anni come previsto dal progetto «Urban». A breve li raggiungeranno quelli per i rifiuti indistinti. Eppure nemmeno qui mancano le proteste. La strada del «porta a porta» si preannuncia in salita.