La salvezza è un computer \"Così ridisegniamo la città\"
Sandra Bonfiglioli del Politecnico ha brevettato il software Cronogis per le mappe del tempo - da La Repubblica del 16.01.2005
20 January, 2005
Uno studio rielabora i movimenti di auto e persone ALESSIA GALLIONE All\' inizio è un enigma. Un enorme mosaico da ricostruire, pezzo dopo pezzo. Una sfida per cercare di abbinare orari e luoghi, ma anche per scoprire come si muove la città durante la giornata. Migliaia di dati e migliaia di nomi da incrociare e sovrapporre. Alla fine, però, è tutto lì, da leggere sulla carta del tempo. Linee colorate e quartieri, tabelle e strade. Per disegnare i ritmi di una metropoli. A realizzarle e leggerle, queste map pe, è Sandra Bonfiglioli, responsabile dell\' area di ricerca Urbanistica dei tempi e della mobilità del Politecnico. Un gruppo di lavoro, che da anni, cronometra Parigi e Brema, Bergamo e Bolzano. Professoressa Bonfiglioli, oggi a Milano le auto si fermano per sei ore. Colpa del traffico che fa volare il Pm10. Se la città cambiasse i suoi orari, potrebbe vincere la lotta contro i veleni? «Inquinamento e orari sono strettamente correlati, soprattutto in una città come Milano, assediata dal traffico durante tutta la giornata. Certo, ci sono punte in cui le code sono più concentrate, all\' inizio e alla fine della giornata, al momento dell\' ingresso e dell\' uscita dagli uffici, ma non sono rilevanti. è questo il grosso problema, anche perché si stanno allungando i tempi in cui Milano è viva». Cosa vuol dire, che presto avremo strade intasate anche di notte? «I tempi di una città sono quelli della gente che ci vive o che la utilizza. Milano, durante il giorno, raddoppia i suoi abitanti ma, come tutte le metropoli, sta diventando un polo di attrazione per tanta gente diversa: c\' è chi entra per gli affari, chi per i negozi, migliaia di studenti per frequentare l\' università. E poi c\' è chi viene per lo svago. Ecco perché la domanda si sta allungando alla notte». Ma come si calcolano i tempi di una città? «Al Politecnico abbiamo brevettato \"Cronogis\": è un software per poter costruire carte che disegnino come e dove si muovono le persone. Incrociando dati, nomi, numeri, è possibile conoscere quali sono le zone che attirano flussi di gente, a quali orari e perché. Abbiamo fatto cronomappe per Parigi, ma anche per Brema, Bolzano, Lucca, Lodi, Como, Rozzano e San Donato Milanese». E Milano? Non ha studiato i suoi flussi? «Da anni esistono delle leggi: la prima, a livello nazionale, è del ‘90 seguita da una del 2000, che obbliga i sindaci di città con più di 30mila abitanti a predisporre un piano territoriale degli orari, fa vorendo anche progetti di mobilità sostenibile. A queste si aggiunge la legge regionale approvata lo scorso ottobre. Milano è stata la prima, in Europa, a creare un ufficio tempi, ma è stata superata». I risultati ottenuti da questo ufficio quali sono? «Ha lavorato soprattutto sugli orari del commercio, tralasciando la mobilità: da dieci anni, ad esempio, esce una guida dei negozi aperti durante l\' estate, ma c\' è anche uno studio sulle code agli sportelli». Cosa potrebbe essere fatto per liberare la città dal traffico? «Per programmare anche solo la linea di un tram, dobbiamo conoscere dove e quando c\' è più concentrazione di persone, come si muovono, dove vanno. Con le carte del tempo, imprese, scuole, aziende e negozi potrebbero regolare i loro orari. Perché i pendolari devono rimanere bloccati in tangenziale dato che tutti gli uffici, in quella zona, aprono alle 8.30? Perché i datori di lavoro non differenziano il momento in cui timbrare il cartellino? Ma il vero problema è quello dei trasporti». Come potrebbe essere risolto? «Dobbiamo costringere le persone ad abbandonare la macchina. Per questo il trasporto pubblico deve funzionare, altrimenti sceglierò sempre l\' auto. Le linee urbane devono essere migliorate: programmando la frequenza, ma anche facendo sì che le persone utilizzino mezzi comodi e moderni. è necessario connettere i diversi tipi di trasporto: devo essere in grado di attraversare la città prendendo prima un tram, poi il metrò, infine un bus. Lo stesso vale per i treni e le linee extraurbane. Avendo la certezza degli orari, però». E per chi, proprio, non può rinunciare all\' auto? «Oggi la mobilità è considerata un fattore di benessere. Chi non ne ha accesso, si considera emarginato. Le aziende potrebbero promuovere il car pooling, ma anche il car sharing, la possibilità di poter prendere un\' auto a costi moderati sol o quando serve davvero». Ci sono dei modelli da seguire? «In Europa, Parigi o Brema. In Italia, Roma, Cremona, Firenze, ma soprattutto Bolzano. Qui hanno dilatato gli orari di entrata e di uscita dei bambini a scuola a seconda di quelli del lavoro dei genitori. Come a Modena, è stato firmato il patto della mobilità: le imprese e gli uffici hanno siglato un accordo per migliorare il traffico. è stato promosso dalle aziende il car pooling: chi arriva insieme ha parcheggi riservati e macchine in dotazione, ad esempio durante la pausa pranzo, per fare la spesa. E c\' è una grande impresa che ha deciso di ridisegnare tutti i percorsi e gli orari dei camion in funzione delle ditte vicine».