«Smog, non ci resta che chiudere le città»
Proposta di Chiamparino: un giorno la settimana. Matteoli: non ci sono alternative - da La Stampa del 10.02.2005
10 February, 2005
Anche Formigoni ci sta pensando: in molti comuni del nord sfondati i limiti UE degli inquinanti Alessandro Mondo Emergenza smog, verso il blocco totale del traffico. Milano e Torino ci stanno già pensando. A pesare sulla riflessione di Roberto Formigoni e Sergio Chiamparino i dati sulla qualità dell’aria e le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Altero Matteoli. Su entrambi i fronti c’è poco da stare allegri. Se i valori degli inquinanti, in particolare quelli delle polveri sottili, non accennano a diminuire, il ministro ha ribadito ieri che nell’immediato non esistono alternative a misure sempre più radicali. La novità è che questa volta gli amministratori, preoccupati dal rischio di inciampare in qualche denuncia, potrebbero prenderlo in parola. «Stiamo ragionando - ha spiegato Formigoni -. Purtroppo permangono condizioni meteo molto difficili». Ma anche Torino non scherza. Mercoledì prossimo a Roma, in occasione del coordinamento Anci delle Città metropolitane seguito dall’incontro con Matteoli, Chiamparino intende proporre un giorno di blocco infrasettimanale del traffico in contemporanea in tutte le città: stop ad auto e moto, tutte, costi quel che costi. Questo perché, spiega il sindaco, in molti Comuni, soprattutto del Nord, si è già arrivati al superamento dei limiti previsti dalla legge. A Torino - dove la soglia fissata per i Pm10 dalla direttiva Ue del ‘99 è stata oltrepassata - da gennaio il limite di 50 microgrammi per metro cubo è stato sforato quasi tutti i giorni; in poco più di un mese il capoluogo si è giocato il «bonus» di 35 sforamenti giornalieri fissato da Bruxelles per il 2005. Da qui il propendere verso una scelta dal valore dichiaratamente provocatorio. «Siamo seri, non chiediamo certo che sia rivista la legge alzando i limiti - aggiunge Chiamparino -. In compenso, il Governo deve metterci in condizione di varare provvedimenti strutturali capaci di incidere sul problema: penso agli investimenti sul trasporto pubblico e agli incentivi per la sostituzione dei veicoli più inquinanti. Come? Attraverso una legge-obiettivo, valida per tutte le aree metropolitane, che permetta di accedere a finanziamenti rapidi». L’alternativa è la serrata del traffico. Iniziativa che, avverte Chiamparino, «provocherà seri danni economici e problemi rilevanti anche alla popolazione». Insomma: gli enti locali non accettano di restare con il cerino in mano a fronte di un problema che va al di là delle loro possibilità di azione. Vale per i Comuni, ma anche per le Province. «Non possiamo essere lasciati soli - ribadisce Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino -. Bisogna pensare a una prospettiva nazionale, è un compito che chiama in causa il Governo». Il ministro ne è consapevole ma resta il fatto che i conti non tornano. «C’è necessità di trovare altre risorse e vedremo con l’Anci dove trovarle - ha detto ieri Matteoli in vista dell’incontro di mercoledì -. Disponiamo di cento milioni di euro. Con queste risorse non si può fare molto». Nel frattempo, a Roma si lavora ad una strategia in due tempi: la formulazione di un provvedimento per favorire la sostituzione del parco auto più datato ed una mediazione con Bruxelles in merito al piano nazionale sulle emissioni previsto dal protocollo di Kyoto. E nel presente? «In attesa di soluzioni strutturali, gli amministratori non hanno alternative - ha aggiunto Matteoli -: devono fermare le auto e tutti i mezzi che inquinano». Questione di giorni, considerato che la gran parte delle più grandi città italiane è in rotta di collisione con i limiti fissati dalla direttiva europea. Ad oggi, continuano a piovere le polemiche. Secondo Angelo Bonelli, Coordinatore nazionale dell’esecutivo dei Verdi, «il ministro si rivela inadeguato»: «Le sue dichiarazioni sui blocchi totali del traffico denotano una resa totale e una incapacità nell’individuare le risorse per potenziare il trasporto pubblico cittadino». «Niente deroghe ma interventi forti e coordinati tra i Comuni, le Regioni, il Governo e l’Unione europea - interviene Andrea Poggio, presidente regionale di Legambiente -. I limiti imposti da Bruxelles sono richiesti con forza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità». Pollice verso, sempre da parte di Legambiente, in vista del rinnovo degli eco-incentivi per la sostituzione del parco auto. Secondo gli ambientalisti questi provvedimenti non hanno effetti tangibili sul livello di inquinamento urbano: la risposta, ammoniscono, va cercata negli interventi tesi al miglioramento del trasporto pubblico e a disincentivare l’uso delle auto private, seguiti da agevolazioni per metano, Gpl ed elettrico.