«Quest'aria accorcia la vita Il blocco non è una soluzione»
Roberto Bertollini, Organizzazione mondiale della Sanità - da La Nazione del 13.02.2005
14 February, 2005
Alessandro Farruggia ROMA - Lo smog ci toglie nove mesi di vita. E per migliorare la situazione non bastano singoli blocchi del traffico. E' indispensabile impostare un rigorosa politica nazionale dei trasporti e delle emissioni industriali che sia compatibile con la lotta all'inquinamento. E' questa l'opinione di Roberto Bertollini, direttore tecnico del Centro europeo ambiente e salute dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità. Dottor Bertollini, quanto incide l'inquinamento atmosferico sulla nostra vita? «La situazione dell'inquinamento atmosferico nelle città è grave. E' evidente che migliaia di cittadini di ogni età si ammalano e muoiono a causa dell'inquinamento urbano. Che decine di migliaia di attacchi d'asma e di bronchite acuta nei bambini sono evitabili. Stime da noi effettuate recentemente utilizzando dati europei integrati con modelli matematici hanno dimostrato che in Italia, a causa dell'inquinamento atmosferico, c'è una una diminuzione dell'attesa di vita di nove mesi. E questo è un dato medio che può essere più o meno grande a seconda delle condizioni delle singole aree urbane». Qual è l'impatto della mortalità? «Occorre distinguere tra i fenomeni legati all'inquinamento acuto e quelli legati all'inquinamento di lungo periodo. Noi dell'Oms, in uno studio sugli effetti sanitari delle polveri sottili che ha coinvolto 8 grandi aree urbane, abbiamo calcolato che le polveri sottili determinano nella popolazione con più di 30 anni un aumento della mortalità del 4.7%. Uno studio Misa sulla mortalità giornaliera legata all'inquinamento acuto ha invece stimato un aumento tra l'1 e il 5% nei giorni successivi ai periodi di smog elevato. E i dati in parte si sommano». Le misure europee che effetto avrebbero? «Il nostro studio sull'attesa di vita indica che se le attuali direttive europee sulla qualità dell'aria fossero pienamente rispettate, in vent'anni i danni alla salute causati dall'inquinamento si dimezzerebbero. Lo smog, che oggi ci ruba nove mesi di vita, nel 2020 ce ne porterebbe via quattro e mezzo». Con quanti morti in meno? «Se si scendesse stabilmente sotto una media annuale di 30 microgrammi di Pm10 per metro cubo, in Italia avremo 3.500 morti in meno all'anno e decine di migliaia di malati in meno per patologie cardiorespiratorie. Per la sanità pubblica l'impatto sarebbe quindi rilevante». Bastano i blocchi del traffico per far scendere le concentrazioni delle polveri sottili? «Ovviamente da soli non bastano, ma sono utili in parte per far scendere di qualche punto le concentrazioni, in parte per convincere i cittadini a utilizzare mezzi di trasporto meno inquinanti. Il fatto è che che politiche locali non sono sufficienti a risolvere il problema. Basti pensare che le Pm 2.5, cioè le polveri superfini che hanno la capacità di entrare anche nelle zone più periferiche dei polmoni e da qui passare nel sangue raggiungendo altri organi, hanno una caratteristica importante: si possono spostare anche a centinaia di chilometri. Il che significa che una politica di controllo atmosferico che si limiti ad agire localmente non ha un effetto risolutivo se non si accompagna a una coerente politica integrata nazionale». Quali sono quindi le misure opportune? «Serve un mix di soluzioni tecnologiche come il rinnovamento del parco automobilistico e motociclistico, l'uso di carburanti meno inquinanti, di caldaie e centrali termiche più pulite che si accompagni a interventi strutturali legati alla mobilità. Finché non si riesce a ridurre in maniera significativa l'uso di auto, moto e motocicli a favore di altri mezzi di trasporto e dall'Olanda ad alcune città dell'Emilia- Romagna gli esempi virtuosi non mancano, non riusciremo a risolvere il problema. Meno traffico significa più salute».