Garattini: è sbagliato creare delle illusioni la pericolosità dell’aria si vedrà tra 10 anni
«Ci sono ancora troppi interrogativi sugli effetti di quello che respiriamo, servono studi più approfonditi»
15 March, 2005
ROMA - «E’ vero, oggi la situazione è esattamente quella tracciata da Veronesi con le percentuali. L’inquinamento atmosferico rispetto ad altri fattori è meno importante come causa di tumori. Ma chi sa prevedere se tra dieci anni potremo arrivare alle stesse conclusioni? Chissà che l’immissione nell’aria di nuove sostanze tossiche non ci costringa a invertire i numeri?». Silvio Garattini, con febbre e voce rauca («ma non è lo smog») analizza il problema a lungo termine. Cerca di immaginare come potrebbe modificarsi in futuro l’aria che respiriamo. Il farmacologo dell’istituto Mario Negri si pone una serie di domande. Abbiamo informazioni allarmanti sulle prospettive future? Lo smog potrebbe minacciare in modo più preoccupante la nostra salute? «In realtà il problema non è studiato a sufficienza. Credo che sia necessario dedicare maggiore investimenti nella ricerca in questo campo anche per conoscere e valutare i danni reali prodotti dalle sostanze nocive che respiriamo. In attesa di risposte certe è quindi necessario non sottovalutare la questione». E’ dunque favorevole ai provvedimenti anti-smog attuati in Italia? «Sì, ma credo che non si dovrebbe lasciare ai Comuni l’iniziativa. Una task force dovrebbe decidere le politiche sulla qualità dell’aria da applicare a livello nazionale. Basta con queste iniziative tampone, se i valori di certe sostanze nell’atmosfera vengono superati è urgente studiare contromisure non legate all’emergenza». Cosa ne pensa delle affermazioni di Umberto Veronesi? «Sono ovviamente corrette, ma le sue parole non devono farci illudere che lo smog sia meno pericoloso del fumo o dell’alimentazione o delle infezioni. Non esistono solo i tumori, ma molte altre malattie dell’apparato respiratorio e poi allergie, asma, bronchiti. Inoltre l’inquinamento, abbinato al fumo di sigaretta, aumenta la possibilità di sviluppare il cancro e questo bisogna dirlo». Smog più sigaretta, un’alleanza deleteria? «Basta guardare i numeri. In Italia ci sono 14 milioni di fumatori e , fra loro, cinque milioni accendono più di venti sigarette al giorno». Un problema poco studiato? «Ancora oggi è difficile mettere in relazione un tumore con un determinato fattore di tipo ambientale o altro. In genere si tratta di un’intersecazione di cause. Lo smog in fondo è un fenomeno nuovo e il cancro è la fase conclusiva di un processo che può durare anche dieci anni. Ci sono ancora diversi interrogativi in sospeso». M.D.B.