Audizione Commissione Ambiente sulle misure da adottare per il protocollo di Kyoto
18 April, 2005
Sulla base delle valutazioni emerse durante il dibattito svoltosi in questa Commissione lo scorso 16 febbraio, desidero fornire alcuni elementi di aggiornamento in merito all’attuazione del Protocollo di Kyoto e della direttiva 2003/87/CE (cosiddetta direttiva “Emissions trading”).
Secondo quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto e dalla nona Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, entro dicembre 2005, le Parti dovranno trasmettere al Segretariato della Convenzione la quarta Comunicazione Nazionale sui cambiamenti climatici e un rapporto volto a dimostrare i progressi effettuati in vista del rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal Protocollo stesso.
Alla luce di tali impegni il Governo sta procedendo all’aggiornamento della strategia nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra e in particolare all’individuazione delle misure nazionali addizionali rispetto a quelle già adottate che consentiranno di raggiungere l’obiettivo di Kyoto in maniera efficiente dal punto di vista dei costi.
A tale riguardo nell’ambito delle possibili “ulteriori opzioni” di riduzione delle emissioni da attuare a livello nazionale, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha individuato quelle che comportano benefici secondari (economici o ambientali) e costi marginali di riduzione delle emissioni inferiori a 8 euro per tonnellata equivalente di CO2 (8 Euro/tCO2eq).
La valutazione effettuata dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio è anche condivisa dal Ministro dell’Economia, come si può rilevare dal resoconto dell’audizione del Ministro Siniscalco alla Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati del 10 febbraio u.s.
Le misure così individuate riguardano:
a) i trasporti, responsabili di oltre il 30% delle emissioni: in particolare gli interventi consisterebbero:
- nell’eliminare progressivamente nel periodo 2005-2009, le auto circolanti immatricolate prima del 1996 che hanno emissioni superiori a 160 grammi di CO2 per Km percorso. Tale misura consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 fino a un massimo di 9 milioni di tonnellate;
- nella miscelazione del gasolio commerciale con il biodiesel, fino al 5,75% (tasso compatibile con le attuali motorizzazioni ed in linea con la recente normativa comunitaria). Tale misura consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 fino a un massimo di 3,7 milioni di tonnellate;
- nella riorganizzazione del traffico urbano attraverso la completa attuazione dei piani urbani della mobilità, l’estensione dei parcheggi scambiatori traffico privato- trasporto pubblico, l’ottimizzazione dei sistemi treno-bus per il trasporto urbano e interurbano. Tale misura consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 fino a un massimo di 2,7 milioni di tonnellate;
b) la piccola cogenerazione distribuita e ad alto rendimento di elettricità e calore: la misura è finalizzata ad assicurare entro il 2009 almeno 12.000 MWe (megawatt elettrici) di potenza, con una produzione di 42 TWh (terawattora) l’anno. Tale misura consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 fino a un massimo di 8 milioni di tonnellate;
c) l’aumento dell’impiego delle fonti rinnovabili: la misura è finalizzata alla produzione di ulteriori 1200 megawatt con energia rinnovabile con una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 3,5 milioni di tonnellate;
d) l’aumento dell’efficienza del parco motori industriali nazionale di potenza superiore a 45 kilowattora entro il 2009 con una riduzione di CO2 fino a 3,6 TWh (terawattora);
e) il settore residenziale, con particolare riferimento alle caldaie, agli elettrodomestici, alla illuminazione ed ai dispositivi elettrici, con riduzione di CO2 fino a 6,2 milioni di tonnellate;
f) i rifiuti, sia per la generazione di energia che per l’eliminazione delle emissioni di metano dalle discariche: la misura è finalizzata alla produzione di energia da rifiuti solidi urbani, da scarti delle lavorazioni agricole ed agroalimentari, da biogas, ed inoltre al recupero dei rifiuti nei cementifici. Tale misura può portare a riduzioni di CO2 fino a 2,7 milioni di tonnellate;
g) la riduzione del gas serra N2O (ossido di azoto) emesso nelle varie fasi produttive dell’acido adipico, con riduzioni di emissioni di CO2 equivalenti fino a 6,2 milioni di tonnellate.
Infine, in merito agli aggiornamenti riguardo lo stato di attuazione della direttiva “Emissions Trading”, segnalo che lo scorso 24 febbraio è stata inoltrata alla Commissione Europea l’integrazione del Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di CO2 trasmesso a Bruxelles nel luglio 2004. Il documento di integrazione al Piano riporta l’elenco degli impianti regolati dalla direttiva con le quote che il Governo intende assegnare a ciascuno di essi.
Il documento di integrazione al momento è all’esame della Commissione Europea. Il Governo sta lavorando intensamente con i funzionari della Commissione per fornire tutti i chiarimenti necessari ed agevolare la conclusione del processo in tempi rapidi.
A valle della decisione della Commissione Europea, il Governo potrà procedere al rilascio delle quote di emissioni di CO2 e consentire così alle imprese italiane di partecipare attivamente al mercato comunitario degli scambi di emissione.
Ringrazio tutti per l’attenzione.