La sostenibilità in Italia: scarsa
Presentato il rapporto sugli indicatori di sostenibilità realizzato dall'Issi per il Cnel
23 May, 2005
E' stato presentato il 18 maggio a Roma il Rapporto del CNEL sugli indicatori per lo sviluppo sostenibile, realizzato dall’Istituto Sviluppo Sostenibile Italia.
Il rapporto ha identificato 54 indicatori prioritari per la sostenibilità, raggruppati in tre “pilastri” economia, società e ambiente, in base a un sistema orientato su obiettivi e target fissati al 2012 (a 10 anni dalla Conferenza Mondiale di Johannesburg). Si tratta dunque di un approccio operativo pensato per misurare l’andamento delle politiche e misure su obiettivi specifici verso una maggiore sostenibilità. Lo stato della sostenibilità della società italiana risulta basso. In particolare è l’Economia a presentare un andamento piatto rispetto agli obiettivi di sostenibilità, l’ambiente ha un andamento intermedio e il dominio sociale presenta un andamento relativamente migliore.
<b>Economia</b>
I temi più critici sono i sistemi di produzione e consumo (trasporti e energia) e competitività (brevetti, costi dell’energia, investimenti privati in ricerca e sviluppo)
- Una crescita eccessiva del trasporto su gomma di merci e passeggeri
La quota di trasporto merci e passeggeri su ferro è del 6,7% rispetto a un obiettivo del 13,7% e la quota di mobilità su gomma è fuori controllo: +30% tra il 1990 e il 2002
- Un andamento negativo negli investimenti privati in ricerca e sviluppo
Il valore è inferiore allo 0,6% del PIL contro un target del 2%
- Un aumento dei prezzi medi dell’energia (elettricità e gas) per gli usi industriali
Il differenziale di costo dell’energia (elettricità e gas) per l’industria, se non si inverte la dinamica sarà del +50% al 2012
- Scarsa produzione di brevetti rispetto alla media europea
In Itali erano 4341 brevetti registrati al 2003 rispetto a un obiettivo di 17.500 per portare l’Italia sulla media europea</ul>
Tra gli indicatori relativamente positivi abbiamo la produzione agroalimentare di qualità - con 143 prodotti registrati al 2004 in linea col target valutato a in 220 al 2012 - e le certificazioni ambientali (Emas, ISO e Ecolabel) che crescono anche se con un ritmo lievemente al di sotto del target definito al 2012.
<b>Società</b>
Tra gli indicatori più critici troviamo:
- Ineguaglianza distributiva del reddito
L’Italia risulta il peggior paese in Europa seguito dal Regno Unito
- Occupazione irregolare
Il tasso è il doppio dell’obiettivo: il 14,2% al 2002 rispetto a un target al 2012 del 7,1%
- Sicurezza sul lavoro
1394 morti sul lavoro nel 2003 rispetto a un target intermedio di un dimezzamento in 10 anni
- Sicurezza nei trasporti
Oltre 6000 morti all’anno rispetto all’obiettivo di un dimezzamento in 10 anni
- Investimenti pubblici in R&S
Al 2003 era lo 0,54% del Pil rispetto a un target dell’1% entro il 2010 (e 3% sul lungo periodo)
Alcuni indicatori mostrano uno stato positivo: Aspettativa di vita, Investimenti nella sanità e nella sicurezza sociale e Abbandoni scolastici prematuri
<b>Ambiente </b>
Gli indicatori più critici risultano
- Emissioni di gas a effetto serra
569 Milioni di tonnellate di CO2 nel 2003 contro un obiettivo del Protocollo di Kyoto di 475 Mt: quasi il 20% in più
- Uso di prodotti chimici in agricoltura
Al 2002 la media di consumo era di 160.8 kg per ettaro di fertilizzanti e 10,3 kg per ettaro di fitofarmaci, con un obiettivo di dimezzamento entro il 2025
- Prelievo specie ittiche
Lo stock ittico risulta estremamente sovrasfruttato (il nasello pescato al di sotto dei 50 g quando la maturità sessuale arriva ai 200 g)
Per la qualità dell’aria urbana, in quest’ultimo periodo si è fermato il trend di relativo miglioramento registrato fino al 2003. Tra gli indicatori ambientali positivi: produzione di sostanze ozonodistruttive, emissioni di composti acidificanti e superficie aree protette. Ancora insufficienti le informazioni sullo stato della risorsa idrica e del suolo.