Nocività dello smog estivo, nel convegno dell'Accademia dei lincei
dalla gazzetta del sud 7 giugno
07 June, 2005
L'allarme viene dal seminario organizzato dall'Accademia dei Lincei su “Qualità dell'aria nelle città italiane”
Polveri killer: più afa, più rischi per la salute
ROMA – Dopo aver messo in ginocchio l'inverno delle città, le polveri sottili allungano i loro tentacoli anche nella bella stagione. E l'allarme questa volta riguarda direttamente la salute. Da aprile a settembre, infatti, secondo gli ultimi risultati epidemiologici, si concentrano gli effetti di questo micidiale cocktail. Il risultato è un numero di decessi legati al Pm10 superiore rispetto al periodo invernale. I dati raccolti dalle centraline questa volta non c'entrano, il pericolo si chiama mutazione chimica, polveri cioè più dannose per la salute. L'allarme viene dal seminario organizzato dall'Accademia dei Lincei su “Qualità dell'aria nelle città italiane” in occasione della 23. Giornata dell'Ambiente. E dai Lincei è partita una proposta operativa: «Creare un coordinamento nazionale scientifico – ha detto Giorgio Fiocco del Comitato dei Lincei e docente di Fisica terrestre dell'Università di Roma “La Sapienza” – utile a un fine previsionale dell'inquinamento e in grado di dare un'unica voce ai diversi fattori in gioco». «Gli effetti maggiori dell'inquinamento sulla salute – ha spiegato Francesco Forastiere del dipartimento di epidemiologia dell'Asl di Roma Rme – si hanno in primavera e in estate. La prima e più logica spiegazione è che l'esposizione è maggiore perché si sta con le finestre aperte e si passa più tempo all'aria aperta. C'è però un secondo motivo, più presumibile, che è quello di una mutazione chimica del Pm10, una trasformazione cioè di queste polveri sospese che le rende più dannose per la salute». Colpite le persone oltre i 65 anni, strati sociali più deboli della popolazione, alcune categorie di diabetici e chi soffre di scompensi cardiaci. Le conseguenze maggiori causate dal Pm10 sono problemi respiratori e cardiovascolari. Forastiere ha ricordato quindi i risultati dello studio Misa2 su 11 città italiane secondo il quale i decessi attribuibili presumibilmente al Pm10 sono tra i 1-500 e i 2000. Per le polveri a poco servono gli appelli, necessari e utili invece per l'ozono estivo, di rimanere in casa. La soluzione – secondo Forastiere – è quella di intervenire, e presto, con misure di contenimento dell'inquinamento da traffico visto che, ha sottolineato «il numero di casi stimati di malattie e decessi dovuti allo smog è interamente prevenibile». Un buon risultato potrebbe venire dai filtri anti-polveri che sui diesel, per esempio, producono un abbattimento delle polveri del 95%, ha riferito l'epidemiologo romano. Ma sul tavolo anche altre soluzioni, come è emerso dal seminario: petrolio bianco, una miscela di acqua e benzina, idrogeno, veicoli ibridi (elettrici e benzina), macchine in grado di prevedere, come il meteo, l'andamento dello smog e decidere, inquinamento per inquinamento le misure di riduzione del traffico. «Per quanto riguarda l'economia dell'idrogeno – ha detto Sergio Carrà del Politecnico di Milano – il tallone di Achille è l'immagazzinamento per renderlo alternativo al petrolio. Per ridurre l'inquinamento a livello locale, senza quindi guardare all'effetto serra, la scommessa parte dalle auto ibride ma esiste anche una miscela acqua-benzina che elimina in modo drastico il Pm10». Si chiama “Atmosfera”, invece, la stazione intelligente creata dall'Enea in grado di prevedere con tre giorni di anticipo le situazioni di emergenza.
(martedì 7 giugno 2005)