Giugno segna un record. Mai così caldo in 125 anni
Aumento di 5 gradi sia sulla terraferma sia nei mari. Il fenomeno dall’Europa all’Alaska - da La Stampa del 25.07.2005
26 July, 2005
<b>La Francia, la Spagna e l’Italia settentrionale sono le nazioni più colpite dalla siccità</b>
Il bollettino medico del pianeta continua a peggiorare. Mentre in Thailandia, per un’ora, si è temuto il pericolo di un nuovo tsunami, uno studio effettuato dalla Noaa - l’agenzia dell’amministrazione Usa che studia il clima, l’atmosfera e gli oceani - rivela che il mese di giugno è stato il più caldo degli ultimi 125 anni.
Anno 2005: le temperature aumentano di quasi cinque gradi oltre la media e in alcuni casi li raggiungono. Non solo. Anche le temperature medie continuano a salire. A colpire l’attenzione dei ricercatori del Noaa è stata anche la diversificazione del fenomeno, che sembra colpire i Paesi dell’emisfero Nord, risparmiando invece quelli del Sud del mondo. In giugno - mese a cui i dati fanno riferimento - il caldo ha conosciuto l’aumento record nelle nazioni dove tradizionalmente molte terre sono ricoperte dai ghiacciai e le temperature non sono mai troppo alte. In Alaska, Canada e Siberia orientale la colonnina di mercurio ha raggiunto i +5 gradi. Stesso picco che si è registrato in Europa occidentale, in particolare nei Paesi dell’area mediterranea: Francia, Spagna e Italia, anche se da noi le temperature hanno raggiunto il livello massimo non nelle regioni del Sud, ma in quelle del Nord.
Questo fenomeno di riscaldamento generalizzato ha però risparmiato i Paesi dell’emisfero Sud, dove gli scienziati della Noaa hanno riscontrato, sempre in giugno, un abbassamento delle temperature. I picchi più consistenti sono stati registrati in Messico, Argentina del Nord e Australia, dove la temperatura è scesa di 4 gradi sotto la media. Lo stesso calo si è registrato nei territori del Nord-Ovest degli Stati Uniti, che sono l’unica «fetta» di nazione dell’emisfero Nord ad andare in controtendenza. Accade sia per le temperature della terraferma sia per quelle dei mari: il Pacifico è l’unica area oceanica che a Nord non si sta surriscaldando.
Per il resto, l’aumento di temperatura si verifica in tutti gli altri mari e oceani. Nell’Atlantico, in particolare nelle zone equatoriali delle barriere coralline, nel Mediterraneo, e nei mari del Nord le acque si sono riscaldate - nel solo mese di giugno - di ben 3 gradi. Un discorso a parte, poi, spetta all’Alaska e allo stretto di Bering, dove le temperature (sia di mare sia di terra) hanno toccato in giugno l’aumento massimo: più 5 gradi la terraferma, più 3 le acque.
Una situazione che rivela il deciso peggioramento dello stato di salute del pianeta. In alcune zone dell’Europa occidentale, del Sud dell’Africa, dell’India e del Nord America il fenomeno del surriscaldamento si è accompagnato a gravi siccità, molto più gravi che nel recente passato. In alcune zone l’assenza di pioggia si è prolungata per un mese intero, mentre in altre aree - come la Thailandia e l’India - è invece ritornata la paura dei cicloni.
Intanto, ieri, le brutte notizie si accavallavano. Alle isole Nicobare, nell’Oceano Indiano, si è verificato un violento terremoto, di grado 7 nella scala Richter, che ha fatto scattare immediatamente l’allarme delle autorità di Bangkok. «C’è un nuovo rischio tsunami», ha dichiarato il direttore del centro per le catastrofi naturali, Plodprasop Surasawadi, nel corso di un messaggio alla nazione trasmesso in televisione. L’emergenza è durata per oltre un’ora e ha riguardato le popolazioni che abitano sulla costa Sud-Ovest del Paese: si tratta della stessa area che era già stata devastata dal ciclone dello scorso 16 dicembre, e che si trova di fronte alle isole indiane scosse dal sisma.
Poi tutto è rientrato. I sistemi di controllo hanno rivelato che fortunatamente non si sono formate onde anomale.