Molto pacifista e ambientalista
Il messaggio di Salt lake City per le Olimpiadi Invernali, portato dal suo sindaco in bicicletta. Testo integrale
29 July, 2005
Messaggio di pace, salute e giustizia
alla cittadinanza di Torino, Italia
Da Rocky Anderson
Sindaco di Salt Lake City, Utah, Stati Uniti
in occasione dei
Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2006
Desideriamo inviare un saluto caloroso e gli auguri più sinceri a voi cittadini di Torino, che vi preparate ad accogliere il mondo per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2006. Che questo evento offra alle persone di tutto il mondo un'occasione di incontro in un clima di pace, festa e amicizia.
Nella tradizione ispiratrice istituita da Lillehammer, in Norvegia, città ospitante dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 1994, e fieramente perpetuata dai cittadini di Nagano, in Giappone, dove si sono svolti i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 1998, rivolgiamo a voi e ai nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo un messaggio di speranza e un invito ad agire con convinzione per diffondere ovunque la pace, la salute e la giustizia.
Pace, salute e giustizia sono ancora oggi sconosciuti a molti milioni di uomini, donne e bambini del pianeta. Parliamo di pace, democrazia e libertà, ma troppo spesso scegliamo la guerra, la tirannia e la palese iniquità. Oggi più che mai nella storia del genere umano, abbiamo gli strumenti per migliorare la vita degli individui di tutto il mondo: possiamo mettere da parte la paura e lottare per il bene di tutti.
Il secolo scorso ha visto più morti, conflitti armati e violenze perpetrate o avallate dagli stati di qualsiasi altro secolo in tutta la storia dell'uomo. Oltre cento milioni di uomini, donne e bambini hanno perso la vita in conflitti armati durante il ventesimo secolo. Queste tragedie si sarebbero potute evitare con l'intervento della comunità internazionale.
La decisione di non agire a tutela dei più deboli equivale a schierarsi dalla parte di coloro che fanno strazio dei nostri fratelli e sorelle.
La condiscendenza è complicità con chi perpetra il male. Abbiamo la capacità di aiutare gli altri agendo con amore e compassione.
Solo negli ultimi quarant'anni, vari milioni di individui hanno subito violenze orribili e altrettanti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case.
Dal 1975 al 1979, circa due milioni di cambogiani sono stati assassinati o lasciati morire di fame dai Khmer rossi. Negli anni '80, il regime di Saddam Hussein in Iraq ha usato armi chimiche contro gli iraniani e i curdi iracheni e ha sterminato, fatto sparire o costretto alla fuga centinaia di migliaia di curdi. In Bosnia, tra il 1992 e il 1995, sono state uccise circa 200.000 persone, varie migliaia sono state internate in campi di concentramento e di stupro e gran parte della nazione è stata sottoposta a "pulizia etnica". Nel 2004, in Ruanda sono state massacrate 800.000 persone in cento giorni.
Le nazioni e le organizzazioni internazionali cui abbiamo affidato il compito di proteggerci e garantire la pace sono state incapaci di intervenire per fermare queste atrocità.
Attualmente, nella regione sudanese del Darfur, si sta compiendo un genocidio, con circa 400.000 persone già morte a causa di malnutrizione, malattie e violenze negli ultimi due anni di brutalità. La comunità internazionale potrebbe porre fine a questa tragedia, se solo ne avesse la volontà.
Dopo la colpevole passività ai tempi dell'Olocausto, fu fatta una promessa: "mai più". Quella promessa, però, è stata ripetutamente disattesa.
Da queste tragiche situazioni sono emersi degli eroi: eroi che si sono adoperati con ogni mezzo a favore dei più bisognosi, diventando col loro esempio una fonte di ispirazione per tutti noi. Nancy Wake, impavida, coraggiosa e ottimista di fronte alle peggiori avversità, è stata una valorosa combattente della Resistenza: la sua dedizione alla lotta contro l'oppressione, durante la quale favorì la fuga di molti dalle atrocità naziste, fece di lei la persona più ricercata dalla Gestapo e la donna soldato più decorata sul fronte degli Alleati. Romeo Dallaire, capo della Forza di Pace delle Nazioni Unite in Ruanda nel 1994, ha lavorato coraggiosamente per fermare il massacro in cui hanno perso la vita 800.000 persone, mentre la popolazione del Ruanda veniva abbandonata dalla comunità internazionale. Uomini e donne qualsiasi hanno compiuto azioni straordinarie, spesso a rischio della propria vita, per aiutare il prossimo in situazioni di violenza e oppressione.
Abbiamo grande bisogno di questi eroi ed eroine: il loro esempio fa emergere il meglio di noi stessi, spingendoci a dire la verità senza timore e a perseguire in modo deciso il miglioramento delle condizioni di vita dei tanti individui bisognosi di carità umana, compassione e azioni coraggiose.
Un eroismo analogo è necessario per salvare la nostra Terra, afflitta dalle tragiche conseguenze di un inspiegabile fraintendimento dei principi ecologici di sostenibilità. Milioni di persone hanno già sofferto terribili devastazioni a causa della miope dipendenza dai combustibili fossili per soddisfare gran parte delle esigenze energetiche e, in mancanza di interventi decisi volti a fermare subito la distruzione, in futuro ci attendono conseguenze anche peggiori.
Nel 1994, Lillehammer ha istituito la tradizione per cui ogni città che ospita i Giochi Olimpici manda un messaggio alla città ospitante successiva usando mezzi che non implicano la combustione di carburanti fossili. Da allora, si sono verificati gravi disastri legati al clima e gli scienziati hanno scoperto che le variazioni climatiche e le relative conseguenze sono molto più gravi di quanto si credesse in precedenza. L'esigenza di una riduzione drastica delle emissioni di gas a effetto serra, così come la necessità di azioni efficaci a tal fine, non è mai stata così impellente.
Il nostro pianeta si sta riscaldando rapidamente. Nel corso dell'ultimo secolo, la temperatura media è salita di circa un grado Fahrenheit e l'aumento di temperatura sta accelerando. Dagli anni '70 a oggi, le temperature medie in Alaska sono aumentate di cinque gradi in estate e dieci in inverno. Diciassette dei diciotto anni più caldi mai registrati si sono verificati dopo il 1980. Secondo le proiezioni del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, la temperatura media della Terra salirà ancora, in misura compresa tra 2,2 e 10 gradi Fahrenheit, entro la fine di questo secolo e fenomeni come siccità, inondazioni e tempeste violente aumenteranno di intensità in tutto il mondo, a causa delle emissioni generate dalla combustione di carbone e petrolio, da cui deriva un aumento delle temperature molto più rapido di quello previsto in precedenza.
Le stagioni stanno cambiando. Ovunque nel mondo, gli oceani si stanno acidificando a causa dell'assorbimento di anidride carbonica, che minaccia interi ecosistemi. In Europa, nel 2003 un'ondata di caldo ha ucciso 35.000 persone. Le proiezioni dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale indicano un raddoppio dei decessi dovuti al caldo nelle città del mondo entro vent'anni. Lo spessore della piattaforma di ghiaccio Ward Hunt, nell'Artico, pari a quasi 46 metri nel 1980, si è ridotto a meno della metà nel 2003. Lo scioglimento dei ghiacciai espone a gravi rischi di inondazione le regioni costiere, dove vive circa la metà della popolazione mondiale. Si prevede anche un aumento delle malattie trasmesse dagli insetti, dovuto alla riproduzione più rapida e alla proliferazione delle specie in un clima globale più caldo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pronosticato milioni di decessi per malattie legate al clima e altre conseguenze disastrose del riscaldamento globale nei prossimi decenni.
Molte persone e molti Paesi stanno lavorando alacremente per contrastare il rischio di stravolgimenti climatici devastanti. Insigni rappresentanti della comunità economica, insieme ad alcuni governi nazionali e locali, si sono impegnati a prendere le misure necessarie per ridurre le emissioni dei gas a effetto serra. Questa sfida si può vincere solo se tutti i governi, tutte le aziende e tutti gli individui faranno ciascuno la propria parte nel perseguimento di un obiettivo comune: contenere il consumo di energia e usare fonti energetiche pulite e rinnovabili.
Le nazioni del mondo sono chiamate ad affrontare sfide di portata analoga per quanto riguarda l'accessibilità dell'assistenza sanitaria. Malgrado la disponibilità di terapie a basso costo per la tubercolosi già da 50 anni, questa malattia ucciderà più persone quest'anno di quanto non abbia mai fatto in passato. La tubercolosi continua a decimare la popolazione mondiale al ritmo di 2 milioni di persone ogni anno, sebbene il costo delle medicine per curare un caso standard di tubercolosi non farmacoresistente si aggiri intorno ai 10 dollari a persona. La pandemia di AIDS in Africa ha infettato circa 25 milioni di persone. In Sud Africa, su una popolazione di 45 milioni, i sieropositivi sono 5,3 milioni e ogni giorno da 600 a 1000 persone muoiono di malattie collegate all'AIDS. Senza un aumento delle risorse dedicate dai Paesi ricchi alla lotta contro l'AIDS, le Nazioni Unite stimano che la malattia ucciderà 70 milioni di persone nei prossimi vent'anni.
Sono molti anche gli eroi che si sono distinti nell'opera di portare assistenza sanitaria alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Un esempio per tutti è quello del dottor Paul Farmer, fondatore di varie organizzazioni, che ha dedicato la propria vita alla cura dei popoli tra i più poveri del pianeta.
Queste sfide, che si giocano sul fronte dei diritti umani, dell'ambiente e della salute, esigono interventi urgenti, ispirati da una compassione più profonda e condotti con maggiore saggezza.
C'è solo una scelta possibile, se vogliamo vivere in un mondo realmente civilizzato: fare tutto ciò che è in nostro potere, come individui, come nazioni e come comunità internazionale, per raggiungere e sostenere la pace, tutelare il nostro pianeta dal disastro climatico in modo da garantire un futuro, e soddisfare il bisogno di assistenza sanitaria e di protezione dei nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo.
Quando promettiamo "mai più" dobbiamo farlo con convinzione. Abbiamo verso chi è minacciato dalla violenza o costretto ad abbandonare la propria casa gli stessi obblighi che sentiamo nei confronti dei nostri genitori, fratelli e figli. Siamo tutti fratelli e sorelle, parte della famiglia umana, indipendentemente dalle differenze di colore della pelle e di tradizioni, o dai chilometri di distanza che ci separano.
Facciamo in modo di avere la saggezza e la sensibilità morale per prendere subito misure adeguate a proteggere noi stessi, la nostra Terra e il futuro da cambiamenti climatici catastrofici. Come comunità internazionale, possiamo lavorare insieme per opporci in modo efficace a questi sviluppi disastrosi, mentre non possiamo, volendo mantenere una parvenza di buona coscienza, aspettare oltre.
Come ci prenderemmo cura di chi, all'interno della nostra famiglia, fosse malato o comunque vulnerabile, così dobbiamo, noi individui e Paesi fortunati, devolvere le risorse di cui disponiamo in aiuto dei più bisognosi.
Per avere la pace non basta la semplice assenza di conflitto, ma serve una manifestazione d'amore verso i nostri fratelli e sorelle, un amore che esige compassione e determinazione ad alleviare le sofferenze altrui, ma soprattutto richiede interventi concreti.
Impegniamoci affinché tutte le nazioni perseguano insieme l'obiettivo di un mondo pacifico, sicuro e libero dalle malattie.
I Giochi Olimpici offrono un'occasione per riaffermare il nostro impegno di pace e giustizia per tutti e per insegnare alle giovani generazioni come tradurre questo impegno in azione.
Il padre del movimento Olimpico moderno, Pierre de Coubertin, aveva intuito il potenziale contributo dei Giochi Olimpici alla pace nel mondo. In quello spirito, desideriamo far pervenire ai torinesi e ai popoli di tutto il mondo i nostri migliori auguri per il successo dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Torino e per un mondo più pacifico, giusto e salubre.
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Ross C. “Rocky” Anderson
Sindaco di Salt Lake City, Utah