La fine del petrolio
Recensione dell'ultimo libro di Ugo Bardi, edito da Editori Riuniti
11 September, 2005
La fine del petrolio
Combustibili fossili e prospettive energetiche per il ventunesimo secolo.
U. Bardi, Editori Riuniti, Roma. 2003, Euro 12,50.
E’ probabile che in un angolo della mente di ciascuno di noi ci sia in fondo l’idea che il petrolio non durerà in eterno, ma prima o poi finirà. Semplicemente cerchiamo di non porci il problema, per la semplice ragione che è molto difficile immaginare come sarebbe la nostra vita quotidiana senza benzina, senza materie plastiche, senza riscaldamento per le nostre case. In effetti noi tutti ci comportiamo come se il problema non dovesse porsi che in un futuro molto lontano, non certo nel corso della nostra vita o di quella dei nostri figli e nipoti.
Questo libro aiuta in a uscire dalle nebbie dell’indeterminatezza su una questione tanto importante e lo fa rispondendo, in modo concreto e documentato, alle due questioni chiave:
1. sappiamo che il petrolio finirà, ma quando?
2. si può vivere senza petrolio?
Rispondere alla prima domanda è oggi relativamente semplice. Considerato che il petrolio è una fonte di energia primaria assolutamente strategica, gli studi sull’argomento sono numerosi.
Basandosi su modelli previsionali che sono stati applicati con successo alla valutazione della durata delle risorse petrolifere in particolari aree geografiche del pianeta, in primo luogo negli Stati Uniti continentali, la maggior parte degli studiosi prevede che il “picco” superato il quale la produzione mondiale di petrolio greggio “convenzionale” incomincerà inesorabilmente a decrescere, sia stato raggiunto in questi anni.
Questo significa che l’umanità ha più o meno estratto e consumato la metà del petrolio presente sul pianeta: mille miliardi di barili su duemila miliardi.
In altre parole ognuno dei seimiliardi di abitanti del pianeta ha ancora a disposizione 170 barili di petrolio. Non è moltissimo, forse è venuto il momento di inserire l’argomento nell’agenda politica. In effetti nessuno può negare che le conseguenze di questo semplice fatto fisico sono già sotto i nostri occhi: guerre per il controllo delle risorse petrolifere, aumento del prezzo del petrolio greggio.
Rispondere alla seconda domanda è invece molto più difficile.
L’umanità ha affrontato altre transizioni tecnologiche in passato, ha abbandonato tecnologie consolidate e efficaci perché ne sono state trovate di migliori, si dice infatti scherzosamente che “l’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre”, ma non è una cosa semplice oggi trovare tecnologie migliori di quelle che si basano su una fonte energetica così comoda, efficiente e conveniente come il petrolio.
Però bisognerà farlo, e farlo molto prima che il petrolio sia scarso, per evitare il rischio di non avere abbastanza energia per sostenere la transizione.
Oggi le tecnologie che potrebbero fornire energia all’umanità al posto del petrolio sono numerose, ma nessuna è competitiva in termini di convenienza economica, o abbastanza sicura.
Quale di queste uscirà vincente dalla “fossa dei serpenti” della competizione sul mercato dell’energia è difficile dire oggi. L’Autore le esamina una a una, criticamente, senza sbilanciarsi per nessuna di esse. Tragga il lettore le proprie conclusioni.
Franco Tecchiati