Rifiuti a Roma: lo spettro dei mucchi in strada e della multa Ue è sempre più vicino
Dopo lo stop del Tar ai camion verso gli impianti di Albano, Colfelice e Viterbo, si cercano soluzioni lampo in quanto la chiusura di Malagrotta, fissata per il 10 aprile, è sempre più vicina. due le ipotesi: trasferimento al Nord o impianti di tritovagliatura nuovi a Malagrotta e Rocca Cencia. Domani summit Sottile-Ama
10 February, 2013
Se evitare il dramma dei rifiuti ammucchiati per strada è più o meno l’obiettivo di tutti a Roma, ora questo spettro si fa sempre più reale nel futuro prossimo della Capitale. Il Tar del Lazio venerdì ha bocciato inesorabilmente il decreto che consentiva di trattarne buona parte negli impianti di Albano, Colfelice (Frosinone) e Viterbo. Quindi il conto alla rovescia per il 10 aprile, giorno in cui Malagrotta chiuderà in via definitiva i battenti, è cominciato, e una soluzione per le 1200 tonnellate di rifiuti che ogni giorno l’area metropolitana produce ancora non c’è. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è stato chiaro venerdì: “Non firmerò nessuna ulteriore proroga per Malagrotta”. E proprio domani lunedì 11 febbraio, il commissario all’emergenza Goffredo Sottile incontrerà in un summit i vertici di Ama. Una cosa è certa: domani i camion diretti ai Tmb di Albano e Viterbo per aumentare la quantità di rifiuti da trattare non partiranno più. E la montagna di rifiuti tal quali di 1.200 tonnellate giornaliere che finiscono in discarica, cosa vietata severamente dalla normativa europea, avvicina ogni giorni di più la mega multa della Ue.
Così, si stanno già cercando soluzioni diverse. Lo stesso entourage di Clini starebbe studiando l’eventualità di poter trattare parte delle tonnellate trasferendole negli impianti del Nord. Ma ovviamente al momento non esiste un piano preciso, anche se dal ministero potrebbero presto riprendere i contatti con “Hera”, società multi-servizi dell’Emilia Romagna che si occupa proprio di smaltimento rifiuti. Ma una strada più convincente da percorrere potrebbe essere un impianto di tritovagliatura, un macchinario leggero da montare a Rocca Cencia e Malagrotta, per il quale la Colari ha già chiesto l’autorizzazione, ma la Regione non ha dato ancora una risposta. In linea teorica in due mesi si può costruire e dunque questo impianto potrebbe farsi carico delle famigerate milleduecento tonnellate. I tecnici spiegano che si tratta, di fatto, di un impianto di trattamento leggero, tale da superare le perplessità dell’Unione europea che in passato non ha considerato la tritovagliatura come trattamento. Solo che serve l’autorizzazione per allestire subito l’impianto. E’ probabile che la Regione passi la patata bollente al prefetto Sottile, che con i poteri da supercommissario potrebbe essere più rapido nell’autorizzare l’impianto.