Le 10 domande di Genitori Antismog a chi governerà la Lombardia
Secondo l’associazione milanese più impegnata nella lotta all’inquinamento, i programmi dei candidati Governatori alla Regione parlano troppo poco delle soluzioni per migliorare la qualità dell'aria nel territorio. Eppure dell’aria lombarda – tra le peggiori d’Europa - tra studi, ricerche, piani e patti, ormai si sa tutto. Ecco le 10 domande scomode che Genitori Antismog rivolge ai candidati, ad una settimana dalle elezioni
16 February, 2013
“Dell'aria della Lombardia sappiamo tutto”, dichiara Genitori Antismog nel comunicato stampa con le 10 domande diffuso ai media e rivolto ai candidati: inquinanti e fonti da cui derivano, i danni prodotti alla salute e i costi di “un impatto sanitario e sociale impressionanti". "L'inquinamento atmosferico non è solo quella densa e acre coltre con cui i nostri figli e noi conviviamo ogni giorno ma è anche una voce di bilancio che grava pesantemente sulle casse della Regione”. Ecco perché - secondo l’associazione - riconoscere il problema e affrontarlo è un dovere prioritario del futuro governatore della Lombardia.
Le dieci domande di Genitori Antismog:
1. Nel 2012 la Regione Lombardia ha aderito alla Air Quality Initiative of Regions che ha, fra i propri obiettivi, l’ottenimento di criteri discrezionali per la valutazione dell’inadempimento alle norme sugli inquinanti dell’aria e la possibilità per le Regioni di scegliere, usando criteri “flessibili”, le aree in relazione alle quali dimostrare il raggiungimento degli standard di qualità prescritti. Discrezionalità e flessibilità comportano un elevato grado di incertezza ed un indebolimento della protezione della popolazione dall’esposizione agli inquinanti dell’aria. In qualità di Governatore della Lombardia revocherebbe l’adesione a questa iniziativa nella parte in cui è volta ad ottenere l’indebolimento delle norme sulla qualità a tutela della salute umana?
2. ARPA, nata come Agenzia di controllo indipendente, ha da anni subito in Lombardia limitazioni dell’operatività tecnica a vantaggio di una dipendenza politica inconciliabile con le funzioni di controllo ambientale che le sono demandate. A titolo esemplificativo i dirigenti di Arpa sono attualmente di nomina politica. Intende modificare l’attuale assetto di ARPA per garantirne maggior autonomia ed efficacia? Sarebbe favorevole alla possibilità di prevedere che il controllo della qualità dell’aria fosse condiviso e monitorato da Istituti universitari ed associazioni non governative che operano in questo campo?
3. Quale parte hanno, per lei, la comunicazione e il coinvolgimento della cittadinanza nelle politiche per l’aria?
4. L’ultima indagine disponibile ("Origine/destinazione 2002") indica che in Lombardia gli spostamenti in auto e moto costituiscono il 72,2% del totale degli spostamenti mentre il trasporto collettivo il 9,8%. In che proporzione e come intende incrementare la quota di utenti del servizio pubblico e di utenti della bici per i trasferimenti casa-lavoro in 5 anni? E’ disposto a fare una nuova indagine ad inizio mandato da verificarsi allo scadere del quinquennio?
5. In base all’art. 9, 11 comma del D.Lgs 155/2010 le Autorità competenti per la predispozione e l'aggiornamento degli strumenti di pianificazione e di programmazione regionali e locali, come i piani energetici, i piani dei trasporti e i piani di sviluppo devono assicurare la coerenza degli stessi con le prescrizioni contenute nei piani di qualità' dell'aria. E’ d’accordo sull’adozione di una norma regionale che imponga la verifica dell’impatto cumulativo di piani e progetti regionali in termini di inquinamento dell’aria e ne impedisca l’adozione allorché essi comportino un incremento delle emissioni in atmosfera e che preveda inoltre fra gli obiettivi dei piani stessi la riduzione degli inquinanti atmosferici?
6. Nella sola Provincia di Mantova, nel 2012, sono stati richiesti ben oltre 100 permessi di attivazione di impianti a biomasse. Quali le politiche di regolamentazione (quante, dove, come, vicino a cosa) e di controllo?
7. L’inquinamento atmosferico è non solo fonte di danno alla salute dei cittadini lombardi ma costituisce un costo rilevante per il settore pubblico e privato (sanità pubblica, imprese, famiglie ecc.). Intende utilizzare il costo dell’impatto dell’inquinamento quale criterio per valutare l’allocazione delle risorse pubbliche in funzione della riduzione degli inquinanti?
8. Inquinamento da traffico veicolare: al di là delle deleghe ai Comuni, quali strategie di tutela della salute pubblica a fronte dei lunghi tempi di auspicabile implementazione del recente Patto di Pavia? Riterrebbe utile la predisposizione di piani a breve termine da attivare nei periodi più critici per i livelli degli inquinanti?
9. Si fa molto parlare di nuove infrastrutture stradali in funzione del decongestionamento e della creazione di nuovi posti di lavoro. Eppure è notorio il gravissimo stato di consumo del suolo nella nostra regione, l’effetto di induzione di maggior traffico e di sprawl derivante dalla costruzione di nuove infrastrutture stradali. “Per raggiungere i limiti di qualità dell’aria è necessaria una riduzione del parco veicoli (numero dei veicoli e numero di chilometri percorsi) “, recita il 7 rapporto del JRC circa l’inquinamento in Lombardia. Cosa ne pensa?
10. Il PRIA prevede limitazioni solo per alcuni fattori inquinanti (automobili, riscaldamento, combustioni a legna...) e non contempla il caso di superamento dei limiti delle emissioni in atmosfera da parte delle industrie. Lo stesso piano non ha alcun obbligo di interfacciarsi con le competenze e con le stesse autorizzazioni integrate ambientali delle industrie. Ritiene necessaria una integrazione delle misure di vigilanza?
Le risposte che i candidati Governatori e al Consiglio Regionale daranno saranno pubblicate sul sito www.genitoriantismog.it. L’associazione invita anche a caricarle sulla pagina di Facebook di Genitori Antismog.