Uniacque "Da noi nessun rimborso. Anzi siamo in credito"
Parla così Antonio Pezzotta, amministratore delegato di Uniacque, società pubblica che gestisce il servizio idrico della provincia di Bergamo. "A meno che l'Aegg non ci obblighi"
01 March, 2013
"Non riteniamo di dover dare rimborsi, a meno che l'Autorità non ci obblighi comunque a farlo. Solo a quel punto ci adegueremo". Così parla Antonio Pezzotta, amministratore delegato di Uniacque, la società pubblica che gestisce il servizio idrico della provincia di Bergamo, che detta la linea che la società seguirà sui rimborsi eventualmente dovuti ai cittadini per le tariffe luglio-dicembre 2011 (post-referendarie). Il Consiglio di stato, nel parere reso all’Aeeg, ha infatti chiarito che per quel periodo, dalle tariffe, va eliminata la quota riferita alla “remunerazione del capitale investito”, fermo restando il principio del “full cost recovery”.
"Per 17 mesi non abbiamo applicato la tariffa prevista dal Piano d'ambito - precisa Pezzotta. La mancata applicazione della tariffa prevista dal Piano per tutto il 2011 e metà del 2012 è di gran lunga superiore a quanto avremmo dovuto ai cittadini per effetto di quel 7% di remunerazione del capitale investito che è stato oggetto del referendum. Noi siamo in credito".
Uniacque ritiene di non aver debiti verso le sue 170 mila utenze storiche (sono escluse quelle che applicavano il sistema tariffario Cipe che non prevedeva il 7%; ndr), ma semmai la società bergamasca vanta dei crediti. "I mancati aumenti che avremmo dovuto applicare - spiega Pezzotta - pesano per 1,8 milioni contro l'1,3 che avremmo dovuto dare". Gli utenti quindi per tutto il 2011 hanno pagato in bolletta 0,90 al metro cubo d'acqua contro lo 0,92 previsto dal Piano d'ambito, che individuava tra l'altro scaglioni progressivi di aumenti. Idem per i primi cinque mesi del 2012: si è continuato a far pagare 0,90 quando doveva invece essere applicato lo 0,95, che è scattato solo dal 1° luglio.
"Quindi, più che darli, i soldi dovremmo chiederli – prosegue l'ammnistratore delegato della società bergamasca - Avremmo dovuto restituire 1,3 milioni se avessimo applicato correttamente il Piano d'ambito. Ma sui 45 milioni di metri cubi di acqua vettoriata nel 2011 abbiamo incassato 0,02 euro di meno, cioè 900.000 euro che vanno tolti a 1,3 milioni. Resterebbero 400.000 da rimborsare. Con lo 0,90 siamo andati avanti anche i primi cinque mesi del 2012, invece di applicare lo 0,95 e sono altri 900.000 euro che abbiamo lasciato in tasca ai nostri utenti".
Sarebbero dunque 900.000 euro da incassare a fronte di 400.000 euro da restituire. "Perciò - conclude Pezzotta - saremmo noi a credito di 500.000 euro con i cittadini. Comunque, qualsiasi decisione finale è rimandata all'Autorità d'ambito, alla quale ci rimettiamo".