GREENPEACE: A ROMA I GUANTI VERDI SFIDANO L’ALTA MODA
Greenpeace in tutta Italia sfida l’alta moda davanti alle vetrine di Prada, Doce&Gabbana, Chanel, Trussardi con un’unica richiesta: che i grandi marchi della moda proteggano le foreste e le risorse idriche del pianeta.
02 March, 2013
Questa mattina i guanti verdi di Greenpeace hanno sfidato il mondo dell’alta moda: tra via Condotti e via Frattina davanti alle vetrine di Prada, Dolce&Gabbana, Chanel, Hermès, Trussardi, Alberta Ferretti, Roberto Cavalli e altri brand, gli attivisti romani hanno distribuito i guanti della sfida “The Fashion Duel” suscitando l’interesse dei passanti e dei commercianti per chiedere ai grandi marchi di impegnarsi e proteggere le foreste e le risorse idriche del pianeta. L’attività è stata svolta in altre 24 città italiane e prosegue le iniziative prese da Greenpeace nelle settimane della moda di New York, Milano e Parigi per diffondere la classifica “The Fashion Duel”, che vede in testa Valentino Fashion Group, l'unico marchio che si impegnato per garantire che i loro prodotti non siano contaminati dalla deforestazione e dall’inquinamento. Diverse aziende, tra cui Armani, Gucci e Versace, hanno preso – spiega Greenpeace - solo impegni parziali che non bastano a invertire la rotta. Invece Prada, Dolce&Gabbana, Chanel, Hermès, Trussardi, Alberta Ferretti e Roberto Cavalli non hanno fornito informazioni precise per dimostrare la loro volontà di proteggere l’ambiente. “A distanza di 4 mesi, marchi come Prada, Dolce&Gabbana e Chanel si rifiutano ancora di rivelare cosa c'è dietro i bellissimi vestiti che producono”, ha sottolineato Esperanza Mora, della campagna “Fashion Duel” di Greenpeace. “Oggi Greenpeace sta sensibilizzando in tutta Italia i loro clienti che sono d'accordo con noi: la moda è così bella che non deve costare nulla al Pianeta”. Già 25.000 persone sul sito www.thefashionduel.com hanno chiesto alle aziende dell’alta moda di adottare delle politiche di acquisto e produzione a Deforestazione Zero e a Scarichi Zero. Secondo Greenpeace le filiere della pelle e della carta non possono essere contaminate dalla deforestazione in Amazzonia e in Indonesia, e dai cicli produttivi devono essere eliminate le sostanze tossiche che potrebbero compromettere le risorse idriche globali.