Torino, i Radicali sollecitano il referendum per l'introduzione del road pricing
Depositata una petizione a sostegno dei sei referendum comunali proposti, nell’autunno scorso, dal consigliere Viale. Tra questi un quesito per l'introduzione del road pricing che i Radicali immaginano come "una tassa di scopo (1 euro al giorno) sui 420 mila veicoli che entrano in città ogni giorno, o in una specifica area della città". Il ricavato servirebbe a finanziare metropolitana, piste ciclabili e Tpl
Igor Boni e Giulio Manfredi dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta hanno depositato presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Torino una petizione corredata da 361 firme a sostegno dei sei referendum comunali consultivi proposti, nell’autunno scorso, dal consigliere radicale Silvio Viale. In una conferenza stampa gli esponenti radicali e Luigi La Vecchia (della lista Alleanza per la Città che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Alberto Musy) hanno illustrato i contenuti dei sei referendum. I quesiti, che se venissero approvati dai torinesi non sarebbero comunque vincolanti per l’Amministrazione Comunale e che non necessitano per la loro validità del quorum del 50% dei votanti, toccano i temi della Città Metropolitana, l'introduzione delle "narcosale", la regolamentazione della prostituzione, norme per contenere il consumo di suolo, la ruota panoramica nel Parco del Valentino e l'introduzione del road pricing.
Quest'ultima viene intesa dai Radicali come "una tassa di scopo (1 euro al giorno) sugli autoveicoli (esclusi quelli ad emissioni zero e quelli dei residenti) che entrano in città – sono 420.000 ogni giorno – o in una specifica area della città. Il ricavato finanzierà il completamento della linea 1 della metropolitana, la progettazione e la realizzazione della linea 2, il miglioramento delle piste ciclabili, l’efficienza dei mezzi pubblici e la viabilità veicolare".
Durante la conferenza stampa il consigliere comunale Silvio Viale ha dichiarato: "Se nei decenni passati i cittadini di Torino avessero potuto far sentire la loro voce su questioni quali “Metropolitana: SI o NO?”, la Città avrebbe già non una ma almeno due linee di metropolitana. Abbiamo chiesto a tempo debito che i referendum consultivi si tenessero assieme alle elezioni politiche, per risparmiare soldi e tempo; non è stato possibile. Spero che, anche grazie al sostegno espresso da coloro che hanno firmato la petizione popolare, il Consiglio comunale si esprima sui referendum di “Torino SI’ Muove” entro i prossimi mesi per votare, al più tardi, assieme alle elezioni europee del prossimo anno". "Il Consiglio comunale -ha aggiunto Viale- può cassare referendum ritenuti superflui e può aggiungerne altri; quello che non può fare è continuare a non utilizzare uno strumento di democrazia diretta che può avvicinare il Palazzo ai cittadini. Il risultato del voto delle politiche testimonia una richiesta forte di partecipazione al governo della cosa pubblica; la risposta a tale richiesta deve partire anche dal saggio utilizzo degli strumenti che lo Statuto comunale mette a disposizione dell’intera comunità torinese".