Bari e la mobilità sostenibile. Intervista a Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia
“Bari ha puntato molto sulla mobilità sostenibile - ha dichiarato Tarantini - scelte che hanno iniziato a ripagare il comune di Bari. Sulla legge pugliese sulla mobilità ciclistica: “Speriamo che non rimanga il libro dei sogni”. Preoccupato del divieto alle bici imposto dall’Ateneo di Bari: “Se ci sono le rastrelliere, assurdo non far entrare le bici
14 March, 2013
Più volte Legambiente Puglia ha dichiarato che Bari è stato il primo capoluogo del meridione a distinguersi per la mobilità sostenibile?
In questi anni la città di Bari ha puntato molto sulla mobilità sostenibile. Ha ricevuto diversi premi da Legambiente: il consigliere delegato alla mobilità sostenibile Antonio Decaro ha vinto il premio ecologista dell’anno. Ultimamente Bari ha ricevuto il premio comuni “Bicicloni” grazie all’introduzione del Bike sharing, dei cicloparcheggi, dei parcheggi di interscambio (i cosiddetti Park and Ride che anche nel 2012 sono stati molto utilizzati). Bari ha puntato inoltre sulla tariffazione concentrica: chi si avvicina al centro in auto paga giustamente di più. Inoltre si sta redigendo il Piano della mobilità. E ancora c’è l’ufficio biciclette, il city manager… Insomma tutte queste scelte hanno iniziato a ripagare il comune di Bari anche in termini di qualità dell’aria. Perché non dimentichiamoci che Bari è uno di quei capoluoghi in cui la qualità dell’aria è migliorata sia dal punto di vista delle polveri sottili che degli ossidi di azoto.
A proposito con l’arrivo del Treno Verde avete compiuto dei monitoraggi?
Si, abbiamo posizionato il laboratorio mobile di Ferrovie di Stato, che rileva i dati dell’inquinamento acustico e atmosferico e della qualità dell’aria, al Largo Due Giugno, proprio dove c’è sia il parcheggio di interscambio che il parcheggio di autobus. (Per i risultati leggi qui)
Perché avete deciso si posizionarlo vicino al "polmone verde" della città?
Per due motivi in particolare. Per avere un’idea della qualità dell’aria di chi vive nei pressi del park and ride. Il laboratorio mobile, rimanendo fisso per 72 ore, ci permette un’analisi puntuale. Due anni fa, invece, posizionammo il laboratorio in centro, in via Roberto da Bari angolo via Piccinni dove trovammo qualche sforamento di inquinamento acustico.
Il secondo?
Per sottolineare che se Bari ha fatto molto sulla mobilità sostenibile ha fatto invece pochissimo per la tutela del verde. Bari è una delle ultime città per verde urbano fruibile. E’ uno degli ultimi comuni in classifica per metri quadri di verde urbano per abitanti.
Il treno Verde, in questi giorni in giro per altri capoluoghi, dedica spazio alla mobilità ciclistica.
Si, la prima carrozza è dedicata all’importanza delle zone 30, delle Zone a Traffico a Limitato e della sicurezza dei ciclisti. La seconda all’abitare sostenibile: l’urbanistica deve dare risposta all’esigenza dei cittadini. La terza agli stili di vita. La quarta al tema degli orti urbani e degli spazi verdi. Spazi di cui i cittadini vogliono sempre più appropriarsi.
Cosa pensa Legambiente sulla legge di mobilità ciclistica delle Regione Puglia che è stata introdotta a gennaio?
Il nostro commento è positivo. Speriamo che come tutte le leggi non rimanga il libro dei sogni come lo è la legge regionale sugli acquisti verdi del 2006. E’ una bellissima legge che incentiva le amministrazioni comunali agli acquisti verdi (si pensi agli acquisti di risme di carta riciclata). Ad oggi nessun comune (e in Puglia ci sono 258 comuni!) ha mai applicato questa legge. La vedo dura. Con la nostra ultima indagine “Comuni Bicicloni” è emerso il pensiero semplicistico delle amministrazioni comunali: “Se realizzo piste ciclabili, risolvo il problema della mobilità sostenibile”.
Purtroppo non è così semplice.
Realizzare solamente piste ciclabili non determina automaticamente la risoluzione del problema. Bisogna portare i cittadini a far utilizzare la bicicletta per i propri spostamenti. Bisogna ad esempio incentivare l’uso della bici e quello del trasporto pubblico e limitare l’auto privata. Solo così si punta ad una mobilità sostenibile.
Ad esempio la legge regionale obbliga le amministrazioni a dotarsi di ciclo-parcheggi sorvegliati (depositi controllati, ndr). Da un lato per disincentivare i furti di biciclette e dall’altro per incentivare gli stessi ciclisti ad utilizzare di più la bicicletta. Ad esempio la stazione di Modena grazie a questi ciclo-parcheggi ha rafforzato l’accoppiata (treno+bici). Si usa la bici per raggiungere la stazione e poi si usa il treno per raggiungere il centro.
Ripeto: è un’ottima idea. Speriamo che non rimanga lettera morta.
Una nota dolente. L’Ateneo di Bari da qualche anno vieta agli studenti di poter parcheggiare la propria bicicletta all’interno di tutti i propri spazi. Addirittura nel palazzo Ateneo ci siano due rastrelliere rese non agibili per il divieto.
Se ci sono le rastrelliere all’interno credo che sia assurdo non far entrare le biciclette. Perché bisogna in tutti i modi incentivare l’utilizzo della bicicletta. Il Circolo di Legambiente di Bari si informerà direttamente dal rettore.