Legambiente Puglia ha aderito alla «Marcia per la Terra» promossa da «Salviamo il Paesaggio»
In concomitanza con l’Earth Day mondiale, Legambiente Puglia ha aderito alla Marcia per la Terra promossa dal Forum nazionale «Salviamo il Paesaggio». A Cisternino per firmare una petizione per abrogare le modifiche della legge regionale sugli ulivi secolari approvata dal Consiglio regionale
22 April, 2013
Il Forum nazionale “Salviamo il Paesaggio”, composto da una rete di 894 organizzazioni, promuove – in concomitanza con l’Earth Day mondiale – una Marcia per la Terra per la salvaguardia dei terreni liberi e fertili rimasti. Un cammino per fermare il consumo di suolo, quello di domenica 21 aprile, organizzato in contemporanea nelle diverse regioni d’Italia. In Puglia la Marcia della Terra si terrà a Cisternino (il punto d’incontro sarà presso il parcheggio dell’hotel Smeraldo alle ore 10) in un percorso che rappresenta la sintesi del paesaggio agrario e naturale pugliese. La scarpata murgiana e i boschi comunali di Cisternino rappresentano il punto di unione tra la piana degli olivi monumentali e la Valle d’Itria, due dei paesaggi tra i più antichi e suggestivi del Mediterraneo, fortemente identificativi della Puglia. Da Cisternino, uno dei borghi più belli d’Italia, città Slow, insignita con la Bandiera Arancione dal Touring Club, parte questo importante gesto di speranza.
All’iniziativa aderiscono Italia Nostra, Legambiente Puglia, Touring Club Italiano, WWF Puglia, Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti, Terra Nostra Puglia, Slow food Puglia, Libera Terra Puglia, GAL Valle d’Itria, Parco Regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, con il supporto organizzativo del Centro di Educazione Ambientale CEA di Cisternino.
Negli ultimi anni - grazie all’ostinata azione di Reti, Movimenti, Associazioni, Comitati e singoli cittadini - il tema del consumo di suolo è entrato a far parte dell’agenda delle emergenze ambientali e sociali del nostro paese. I dati recentemente confermati dall’Ispra (Istituto Superiore di Ricerca e Protezione Ambientale) parlano chiaro: in Italia otto metri quadrati di terreni vergini vengono ricoperti di cemento e asfalto ogni secondo. Ogni cinque mesi viene cementificata un’area pari a quella di Napoli e ogni anno una superficie uguale all’estensione di Milano e Firenze.Si tratta di terreno fertile che viene irreversibilmente distrutto, dal momento che sono occorsi secoli per la sua formazione.
Il consumo di suolo ha aggredito le parti pianeggianti del nostro (ex) Belpaese che, con cadenza regolare, vengono investite da ondate d’acqua non più libera di defluire negli alvei fluviali e punteggiano di frane ed alluvioni il nostro territorio. L’occupazione di suolo fertile non è motivata dalla crescita demografica: negli ultimi 50 anni il suolo artificiale è cresciuto da 170 a 340 m² pro capite, raddoppiando nell’arco di due generazioni.
E a tal proposito il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, ha firmato la petizione che mira ad abrogare le modifiche alla L.R. n.14/2007 sulla tutela degli ulivi secolari che fu approvata all’unanimità proprio con lo scopo di tutelare gli oltre cinque milioni di ulivi secolari monumentali pugliesi ancora oggetto di espianto e commercio illegale. «Legambiente Puglia ribadisce il suo secco ‘no’ a qualsiasi ‘ritocco’ che arrecherebbe danni irreversibili a un patrimonio unico e irripetibile come quello costituito dagli ulivi secolari, monumenti viventi della Puglia – spiega Tarantini – Proprio a tutela del concetto di bellezza dei territori, è nata lo scorso 18 marzo a Bari la costituente dei sindaci per la bellezza, con l’impegno di produrre nuova bellezza per uscire dalla crisi. Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Il consumo di suolo, l’abusivismo, sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro paese. Il disegno di legge sulla bellezza, proposto da Legambiente e composto da 10 articoli – conclude Tarantini – non a caso pone l’accento su alcuni aspetti importanti quali la tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano e la tutela del suolo e contenimento del consumo. Ecco perché occorre impegnarsi a restituire un “valore” al nostro paesaggio considerandolo come una risorsa sociale e come fruizione turistica, dunque anche come opportunità economica».