Forum Expo Days, Lucia De Cesaris: l’agricoltura integri tutte le culture alimentari
Al Forum dell'8 maggio a Palazzo Reale, "Città, mondo, biodiversità e nutrizione", la vicesindaco di Milano ha immaginato un’agricoltura integrata, che raggiunga anche i nuovi lombardi, provenienti da altre culture. Integrazione e condivisione espressi anche dai progetti per i 9 padiglioni collettivi tematici (clusters), elaborati grazie alle collaborazione del Politecnico di Milano e di altre 17 università internazionali
11 May, 2013
di Marco Puelli
Padiglioni Expo, agricoltura e integrazione. Questi gli argomenti trattati l'8 maggio, nella sala conferenze di Palazzo Reale a Milano, al Forum "Città, mondo, biodiversità e nutrizione". La conferenza è stata introdotta dalla vicesindaco Lucia De Cesaris, che ha posto l’accento sul carattere aperto che ha, e che deve continuare ad avere la città di Milano, e sulle potenzialità di Expo 2015 di favorire l’integrazione sociale, culturale ed alimentare, perché “Expo è di tutti i Paesi del mondo”.
“Gli Expo Days 2013 sono un’occasione straordinaria per trattare il tema dell’agricoltura in tutte le fasi della catena e fino alla sua conclusione, l’alimentazione”. Queste le parole della seconda carica cittadina, che ha proseguito: “Tutti i settori dell’agricoltura, anche quelli più legati alla grande distribuzione, devono capire la necessità di arrivare al consumatore: un consumatore che è in continua evoluzione, perché ormai ci sono tante modalità di accedere al cibo, provenienti da nazionalità e culture diverse, che rappresentano una parte fondamentale della nostra città e della nostra economia. Expo è l’occasione per inserire nelle nostre attività agricole colture che permettano a queste diverse anime di integrare la loro cultura alimentare d’origine con quella del Paese che li ospita. Un primo passo verso un modo di fare agricoltura integrato, che garantisca il rispetto di tutte le culture alimentari”.
I temi della condivisione e dell’integrazione culturale e alimentare sono stati ripresi anche da Luisa Collina, professoressa ordinaria di Design presso il Politecnico di Milano, delegata del rettore per Expo e i grandi eventi e coordinatrice scientifica del progetto riguardante i padiglioni dei cluster all’interno di Expo 2015. La genesi stessa di questi progetti, che saranno presentati nei dettagli il 16 maggio, alle 9.30, presso il Politecnico (aula De Donato, piazza Leonardo da Vinci 32), è legata alla partecipazione: “Lo scopo era avviare un processo di progettazione partecipata, ma, essendo molto difficile coinvolgere tutti i Paesi invitati a Expo, si decise di affidare i lavori al Politecnico di Milano e ad altre 17 università internazionali, di cui tre italiane”. “Per tre settimane – ha continuato la dottoressa – un workshop internazionale ha riunito 135 studenti, 54 tutor e 38 docenti, che hanno elaborato 3 alternative di progetto per ognuno dei temi che caratterizzeranno i 9 padiglioni, temi legati ad un particolare prodotto agricolo o ad una tipologia di clima o ambiente”.
Tutto ruota attorno al concetto di cluster, parola inglese che significa fare gruppo: l’idea è quella di creare dei padiglioni collettivi composti da tanti micro padiglioni destinati ai diversi Paesi invitati a Expo 2015, dove viene preservata l’identità di ogni invitato, che potrà esporre quello che preferisce, ma ci sarà una forte presenza di spazi comuni che occuperanno il 70% del lotto e saranno caratterizzati dal tema cappello di Expo. “Io li chiamo meta padiglioni, perché accolgono Paesi di diversa provenienza che condividono una stessa tematica. È una novità assoluta, mai presa in considerazione nelle precedenti esposizioni universali, dove il criterio di raggruppamento utilizzato era la vicinanza geografica. L’organizzazione per spazi aperti e il raggruppamento per vicinanza tematica permettono una narrazione, pensiamo a tutta la filiera del cacao, che rende i padiglioni molto più attraenti e spettacolari di quanto fossero quelli dell’Expo 2010 di Shangai, dove molti padiglioni ebbero pochi visitatori”.