Sostenibilità degli imballaggi in carta e cartone: intervista a Piero Attoma (Comieco)
Le novità in termini di sostenibilità degli imballaggi in carta e cartone con un occhio di riguardo al cibo (e alla riduzione degli sprechi alimentari). Intervista di Eco dalle Città a Piero Attoma, vicepresidente di Comieco e coordinatore del Club Carta e Cartoni
07 June, 2013
Secondo le cronache, lo scorso gennaio in Valle d'Aosta è avvenuto il ritiro dal mercato di due lotti di cartone per la pizza contenente piombo (http://www.ilfattoalimentare.it/allerta-aosta-cartoni-pizza.html). Cosa prevede la legge italiana in merito all'utilizzo di materie prime seconde per la produzione di contenitori destinati al contatto con gli alimenti? Nel caso del cartone per la pizza l'utilizzo di materia riciclata è permesso?
L'esempio citato possiamo considerarlo come un incidente di percorso. La legge italiana è molto severa quando il contenuto dell'imballaggio è costituito da alimenti, di conseguenza c'è molta attenzione alla produzione del packaging. Negli altri Paesi europei le norme sono meno intransigenti. In Italia il cartone della pizza deve essere costituito da tre carte tutte di materia prima vergine, in Francia e Germania basta che solamente una sia in carta vergine. Per questo tipo di prodotto Comieco ha supportato l’ideazione di un nuovo prototipo in cartone per la pizza da asporto. Dopo l’uso, questo imballaggio può essere facilmente diviso in due parti: quella superiore, non intaccata da sugo e mozzarella, può essere staccata e gettata nel contenitore della carta.
Come Club Carta e Cartoni, inoltre, stiamo lavorando affinché le aziende produttrici di imballaggi abbiano nuovi strumenti per potersi presentare nel modo più chiaro e trasparente possibile nei confronti degli utilizzatori, e le caratteristiche del materiale siano per così dire certificate.
Quali imballaggi alimentari possono essere prodotti dal recupero della carta?
Dobbiamo fare una distinzione per quanto riguarda gli imballaggi a contatto diretto con gli alimenti. La regola generale è questa: quando si tratta di cibo contenente alimenti in grado di ungere allora deve essere completamente in fibra vergine. Quando invece si tratta di alimenti con una "buccia" (ad esempio le arance) solamente la parte a contatto con l'alimento deve essere di fibra vergine. Faccio ancora un esempio: il cartoncino del riso è sufficiente che abbia la prima parte a contatto (generalmente di 30 grammi) in fibra vergine. Il resto è macero.
Lei è il coordinatore del Club Carta e Cartoni di Comieco. In cosa consiste e quali sono le finalità del Club?
Comieco fa parte di una filiera che va dai produttori agli utilizzatori degli imballaggi in carta e cartone passando per il riciclo degli stessi. Il Consorzio si è reso conto di avere spazio tra i produttori e gli utilizzatori per intervenire e capire quali fossero le problematiche esistenti. Spesso il rapporto tra questi due attori porta a risolvere problemi che riguardano solo una determinata tipologia di prodotto. Volevamo una visione di ampio respiro. Abbiamo voluto raccogliere quelle che sono le indicazioni degli utilizzatori e riportarle in forma aggregata ai produttori di packaging. Lo scopo principale è stato quindi quello di andare ad ascoltare le esigenze degli utilizzatori che richiedono un imballaggio meno costoso e sempre più rispettoso dell'ambiente.
Uno dei prodotti più utilizzati nel settore del packaging in cellulosa è il cartone ondulato. Quali sono le novità dal punto di vista della sostenibilità del prodotto?
Per quanto riguarda il cartone ondulato, la principale novità riguarda la riduzione di grammatura della carta, quindi un imballaggio più leggero, novità importante anche per il trasporto degli imballaggi stessi. Vent'anni fa una determinata tipologia di carta pesava 125 grammi. Oggi un prodotto con le stesse caratteristiche si ottiene con 90 grammi. Questo risultato è stato ottenuto grazie a grossissimi investimenti nelle macchine delle cartiere. E la ricerca del minor peso non si ferma qui, continua ancora.
Il 2013 è stato ribattezzato anno contro gli sprechi (http://www.unannocontrolospreco.org/it/). Qual è il contributo che il packaging in carta e cartone può dare nella lotta agli sprechi alimentari?
Cercare insieme all'utilizzatore la miglior performance dell'imballaggio anche in termini di sostenibilità. Un esempio può essere costituito dalla diffusione delle monodosi che porta con sé una riduzione degli sprechi. Pensiamo ai single: se acquistassero confezioni formato "famiglia" rischierebbero di non consumare completamente il prodotto e trovarsi dopo qualche giorno a doverlo gettare perché guastato.
Comieco, sensibile al tema della lotta agli sprechi alimentari, insieme con Slow Food Italia e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha realizzato anche una guida che illustra e racconta lo sperpero del cibo in tutto il percorso che va dal produttore al consumatore. Un libricino semplice ma utile, in cui sono riferiti tutti i numeri dello spreco e proposte idee semplici per limitare i consumi, risparmiare, ed evitare di buttare cibo ed energie preziose.